"Non c'è trippa per gatti!" Quante volte per le strade di Roma capita di sentire questa espressione? Tante, anzi tantissime, ovvero ogni volta che mancano i soldi per comprare o finanziare qualcosa. Chiedete a qualsiasi romano e saprà spiegarvi il significato.
In pochi però ne conoscono l'origine. Si tratta del primo caso di spending review del Comune di Roma e risale al 1907. Il nuovo sindaco era Ernesto Nathan, londinese trasferito in Italia. La sua prima iniziativa fu quella di limitare le spese gestionali. Passò in rassegna le varie voci del bilancio capitolino e ne notò una piuttosto insolita: "frattaglie per gatti".
Chiese spiegazioni ad un funzionario e venne a sapere che si trattava dei fondi per il mangime dei gatti che proteggevano gli archivi comunali dai topi. Il sindaco ci pensò qualche secondo e con una penna cancellò la voce di spesa.
"Non c'è più trippa per gatti" disse, specificando che da quel giorno i gatti del Campidoglio avrebbero dovuto sostentarsi con i topi che avevano il compito di cacciare. In fondo se fossero finiti i topi sarebbe venuto meno anche il bisogno dei gatti.
Sul libro del bilancio comunale qualcuno riportò testuale la frase del sindaco e da allora "Non c'è trippa per gatti" è diventata una frase "idiomatica" romana.
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Roma racconta
Historia CortaE' vero che il Colosseo era infestato dai demoni? Perché San Giovanni in Laterano si chiama così? Quali erano le maggiori stravaganze degli antichi romani? Esiste davvero una via delle zoccolette? Secoli di storia. Papi, artisti, imperatori, grandi...