céline ⁴

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«jungkook, sehun. scambiatevi i posti».

e jungkook si era ritrovato con le dita tra i capelli, lo sguardo che avrebbe potuto forare il banco e il respiro smorzato.

aveva tre motivi ben delineati per cui si era sempre nascosto in ultima fila: nascondersi dai professori, non venire interpellato a lezione e sfuggire al profumo di jimin, potendolo ugualmente osservare.

sehun e il suo bisogno di essere il cocco di ogni professore erano stati perfetti per jungkook. il primo giorno di scuola, quando erano entrati entrambi per ultimi in classe, erano rimasti appena due posti liberi: uno in prima fila, vicino a un nuovo ragazzo con i capelli nocciola, e uno in fondo alla classe, vicino a naeyon. sehun, senza esitare, aveva occupato il posto in prima fila in velocità, lasciando che jungkook si nascondesse in fondo alla fila.

ora, invece, il profumo di jimin gli invadeva le narici e annebbiava la ragione. céline aveva un sentore diverso rispetto a quando lo indossava taehyung: lui aveva un retrogusto ricco, amaro mentre la pelle di jimin rilasciava un retrogusto più delicato, simile al profumo della crema idratante.

ma céline, il suo profumo era prorompente. e taehyung, gli ricordava così tanto taehyung.

il suo scrollarsi le sue mani di dosso. il suo sbuffare.

i suoi «kook scollat-».

«kkyu, tutto bene?»

jimin parlava e jungkook voleva piangere. girarsi, guardarlo negli occhi e piangere.

annuì, senza sollevare lo sguardo. la mano di jimin sul suo avambraccio, una mano piccola, tenera. il suo profumo si intensificò.

jungkook voleva tornare fondo nel fondo della classe.

una settimana, e sembrava il primo giorno. il cambio dell'ora, jimin si girava verso di lui e jungkook si trovava costretto a guardarlo. lineamenti dolci, come gli occhi, un sorriso sul viso e le guance pesca.

e tornavano, sempre. i suoi sogni a occhi aperti, in cui accumulava coraggio e gli parlava per più di qualche secondo, in cui l'abbracciava, in cui jimin si stringeva a lui e lo baciava.

«chère», l'aveva chiamato così, per sbaglio, il secondo giorno in cui erano vicini.

ora jungkook, steso a letto con lo sguardo sul soffitto, sentiva jimin che rideva, gli accarezzava le guance e lo chiamava «chère».

non l'aveva più chiamato così, certamente convinto che il panico che aveva tinto la voce di jungkook quando aveva cercato una risposta, tornando al suo affettuoso «kkyu».

ma jungkook continuava a fantasticare. steso, sotto le lenzuola, sognava. jimin si sedeva a cavalcioni su di lui, rideva, nascondeva il viso nell'incavo del suo collo. gli occhi di jungkook si facevano pesanti, le guance calde come i sospiri assopiti di jimin, che si era stretto a lui fino ad addormentarsi. risaliva la sua schiena con le mani, lo stringeva a sé e nascondeva il viso nei suoi capelli chiari.

e il suo sognare si stroncava bruscamente. non era più il corpo sottile di jimin sul suo, ma quello di taehyung sotto lui, il suo petto sotto il capo di jungkook.

come i sogni di jungkook sfumavano, portandolo a girarsi su un fianco e guardare il muro, jimin nel suo letto si domandava cosa portasse jungkook ad allontanarsi da lui in tal modo.


lili's

il fatto che sia già quasi finita TT
almeno poi c'è hermes, il seguito.
come mi piace scrivere cose così.
forse un giorno di questi posterò qualcosa tipo mono.
un bacio.

𝐂𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora