6

14 2 2
                                    

Sentii l'anta dell'armadio candido aprirsi, e dei passi leggeri e poco rumorosi avvicinarsi a me. Thomas si sedette accanto a me. "Sai vero che la scorta non mi farà nulla?" Domandò con un enorme sorriso stampato sul volto. Il mio sguardo esprimeva tutta l'angoscia possibile. Alzai una mano, con la quale gli schiaffeggiai la nuca. Sussultò e si massaggiò il punto dolorante con la mano. "Quindi ci vediamo domani?" Chiese con un sorrisetto beffardo stampato sul volto. "Per cosa?" Domandai, portando lo sguardo su di lui. "Le ripetizioni di biologia" Disse, prima di alzarsi in piedi e dirigersi verso la finestra.

Non sapevo cosa fare. La voglia di passare del tempo con lui era terribilmente alta, ma allo stesso tempo non volevo far scoppiare alcuna guerra con mio fratello. "Ci penserò" Che significava che avrei chiesto consiglio a Zoe, ovviamente. Mi prese il polso e mi fece alzare in piedi, posizionandomi esattamente difronte a lui. Si avvicinò pericolosamente, posizionò le mani sui miei fianchi, e ancora una volta tutte le reazioni del mio corpo presero vita. Il suo tocco faceva scintille sulla mia pelle, mentre il suo sguardo profondo ma sicuro scavava nei miei occhi, potevo sentirlo guardarmi l'anima. Cominciò ad avvicinare il volto al mio, e ovviamente non fui in grado di muovermi, restavo ferma ad osservare il suo viso incredibilmente perfetto avvicinarsi al mio.

Ci divideva ormai qualche centimetro, respiravamo la stessa aria mentre non cessava di avvicinarsi. "Ci vediamo domani, M.J." Sussurrò prima di allontanarsi, voltarsi ed uscire dalla finestra dalla quale era entrato. Mi lasciò ferma, immobile su due piedi a fissare il vuoto ancora incantata dal suo tocco. 'Stronzo' pensai prima di riprendere moto. Sbuffai e mi sedetti sul letto, continuando a consumare Netflix.

La serata trascorse noiosamente, mentre il mio computer chiedeva pietà per quanto lo stessi usando. Cenai e poi tornai nella mia camera, mi ero barricata lì dentro, dovevo pensare. Sapevo di cosa era capace mio fratello, ed era per questo che ancora dubitavo della scelta di passare più tempo con Collins, anche se sapevo che lo avrei voluto da morire.

La mattina dopo mi svegliai con un forte mal di stomaco, sentivo l'acido ribollire in quella sacca. Mangiai dei biscotti, nella speranza che assorbissero il succo gastrico del mio stomaco, ma niente, continuava costantemente. Mi preparai come ogni giorno, sperando che se mi fossi distratta il dolore allo stomaco sarebbe passato. Arrivai a scuola leggermente in ritardo.

"Bella, stai bene?" Chiese la mia migliore amica, afferrandomi per un braccio. "Si, sto bene" Risposi a stento. "Bella sei più pallida di un cadavere. Vieni, siediti" Disse lei, facendomi sedere su una delle panchine fuori scuola. Lo stomaco cominciò a fare male, molto male. Il dolore quasi mi affogava, una vampata di calore mi colpì, facendomi iniziare a sudare. Il dolore era molto forte, tanto da farmi girare le testa.

"Qualcuno chiami Lewis!" Urlò Zoe, vedendo le mi condizioni. Prese una bottiglina d'acqua dallo zaino, la aprì e la portò alle mie labbra, facendo scivolare qualche sorso d'acqua nella mia bocca. Bevetti cercando di contrastare i crampi, che aumentavano ogni secondo di più. "Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?" Domandò la mora, presa dal panico. La vista era sempre più offuscata, per via del dolore lancinante. Scossi la testa, facendole capire che non avevo fame, poi poggiai la testa sullo schienale della panchina. "Bella!" Sentì mio fratello urlare e corrermi incontro. "Chiamate una fottuta ambulanza, ora!" Urlò al mucchietto di persone che si era formato attorno a me, restando a guardare la mia sofferenza. Ero troppo debole per guardarmi intorno e controllare se qualcuno avesse fatto come aveva detto mio fratello.

Lewis mi prese in braccio, mettendomi stesa sulla panchina, con uno zaino sotto la testa, per evitare il duro contatto col metallo. "Che cazzo succede?!" La sua voce invase i miei timpani. "Stanne fuori, Collins" Sputò mio fratello, mentre mi accarezzava delicatamente la fronte sudata. "Che cos'ha?!" Ancora la sua voce, ma sta volta più vicina. "Non lo sappiamo, stiamo aspettando l'ambulanza" Disse Zoe. Quelle furono le ultime parole che sentii, prima di sentire un tonfo e vedere tutto completamente buio.

With bated breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora