capitolo 6

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Sapere di avere mio fratello con me mi rallegra. Dove stavamo andando? Ah si, l'isola dei Teschi.
Jack mi ha parlato di un rito da fare con la collana che porto sempre al collo come ricordo, siccome me la aveva regalata mia madre prima di partire per poi non tornare mai più, mi ero ripromessa di non togliermela mai.
Ho sofferto molto per la sua perdita, ma ora sono grande e matura, pronta per navigare i mari e trovare tesori.

Passammo la notte sopra delle casse di legno, messe nell'angolo della stanza. Quella nave era molto grande, c'erano 3 stanze e in più una scala che portava a una sorta di bottega con un sacco di rum.
Non chiusi un occhio, la mia mente era piena di domande e pensieri su quello a cui stavo andando in contro, e avevo un pensiero fisso: Alex.
Quel ragazzo...aveva qualcosa che attirava la mia attenzione come nessun'altra cosa nel mondo avrebbe mai fatto. Il suo sorriso era così perfetto e bianco, era stupendo. I suoi occhi quando li guardavi brillavano,
riuscivi a vedere l'oceano di blu immenso.
Dalla stanchezza decisi di uscire andare sopra a prendere una boccata d'aria. Alzai lo sguardo e vidi un cielo nero, pieno di piccoli puntini bianchi brillare. Penso che le stelle siano le cose più affascinanti del mondo. Spesso spero che dopo la morte ci sia seriamente qualcosa, perché ho una puara costante di morire. Ora penso capirete il motivo per il cui ho accettato la proposta di Jack, vorrei davvero essere immortale, anche se vorrei davvero ri-incontrare mamma.

"Che succede" una voce arrivò dalle mie spalle. Era Jack. Si avvicinò a me e mi fisso negli occhi.
"Niente, ho solo un po' di maldimare. Tu invece perché non stai dormendo con gli altri?" gli chiesi facendo una smorfia.
"Beh...stavo pensando al viaggio e a te. Ti ho vista preoccupata quando ti ho detto che dobbiamo utilizzare la tua collana, siccome so che sei affezionata. Non è così?" rispose camminando verso l'albero della nave.
"Ma no dai, non capivo le tue intenzioni. Dopo che mi hai spiegato cosa dovevi fare ho accettato subito. L'idea di morire mi fa tremare. Tu no?" avevo detto la verità senza preoccuparmi di cosa avesse pensato di me.
"Non preoccuparti" mi disse portando la sua mano sopra la mia spalla.
"Pure io ho paura. È un sentimento normale che hanno tutti e non c'è niente di cui preoccuparsi. Comprendi?" Sentire queste parole mi tirò su di morale e mi aiutò a rilassarmi.
"Jack.."
"Si?"
"Grazie."
"Figurati, sono tuo fratello. Non c'è bisogno di ringraziarmi, è il mio dovere."
Tornai a letto, rilassata e pensierata.
La notte non era finita, ma ero stanca e distrutta.

Chiamatemi CrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora