RAGAZZI FUORI - IL LIBRO.

Di notte...

Di notte, sia dentro che fuori dalle nostre galere domestiche, la perversione e la lussuria che nel profondo albergano in ognuno di noi, trovano la loro naturale dimensione.
Poiché, le fiamme dell'inferno che ci bruciano dentro, di notte riescono ad illuminarle rendendole manifeste. Di notte, si smette anche di essere uomo o donna, giovane o anziano, buono o cattivo, dal momento che nulla di tutto ciò realmente ci identifica. Di notte, tutte queste strutture razionali tendono una dietro l'altra a sgretolarsi e, a prevalere rimangono soltanto le nostre pulsioni più recondite, delle quali nulla o poco sappiamo e dunque; nulla o poco possiamo dire.

Anche per Mario è così, infatti adesso è lì con il suo giubbino di pelle nero e la borsa a tracolla dello stesso identico colore; nera. 
Proprio come la sua ombra sotto lo stesso lampione di ogni notte, il quale al mattino ormai spento; la rivelerà soltanto davanti al riflesso di un vecchio specchio da tempo infranto.
Eppure, la sua scura ombra di donna la notte vende la vita, anzi fa la vita; tutti la chiamano "Mery" e per mantenersi si prostituisce.

Purtroppo però alcuni non sono ancora a conoscenza di questa profonda verità, o forse pur conoscendola non riescono comunque ad accettarla.
Poiché, preferiscono denigrare, insultare, di notte, una donna che di fatto donna non è, anziché rimanere a casa sul letto da soli, lontani dal branco, e scoprire attraverso i propri sogni di non avere ancora imparato a vivere.

- Ti piace eh?...lo vuoi??? - chiedono, con perfide e irritanti risate alcuni giovani balordi in moto.
Mery: - Sì, a tua sorella...vaglielo a dare a tua sorella ddu pezzu i bollito!!! -
Con maggiore viltà e squallore l'ignobile gruppo altresì insiste:
- Pezz' i frocio...pezz'i frociooo... -
Squittendo, ghignanti, come luridi ratti schizzati fuori dalle ripugnanti fogne della propria infelice ignoranza.
Ancora più infuriata, Mery rincara la dose: - E tu sì cchiu' frocio i mia, curnutu e impotente...-
A quel punto "un'amica" si avvicina per provare a calmarla: - Lascia perdere Mery, lasciali andare... -
Mery, invece, ormai in preda alla rabbia, senza alcuna cattiveria di istinto la spintona: - Vattene!!! -
Per poi tornare nuovamente a inveire nel giusto contro la stolta comitiva: - Ma chi ci viniti a fari? Ti piaci a minchia? Fattela dare dall'amico tuo...-
In ultimo, toccando il culmine del loro grigiore interiore, senza alcun ritegno le gettano addosso un sacchetto con dentro la loro schifosa urina, urlando:
- Mery, senti se ti piace...chistu è champagne palermitano...-
Quando uno tra i tanti, mentre vigliaccamente vanno via, non si risparmia il patetico gesto di portarsi entrambi le mani davanti ai genitali:  - Sempre da qua vieneeee...- Mery, cercando invano di inseguirli:
- Curnuti, bastardi, figghi i buttana... pezzi i merda!!! -
Intanto, l'amica che poco prima tra la ressa era stata bruscamente colpita, esorta ancora Mery a calmarsi: - Mery ma che fai? Lo sai che ancora ti devono fare il processo?...stai buona!...-

Passa poco tempo e Mery con un po' di fatica riesce nuovamente ad acquietarsi, seppur con gli indumenti tuttora infradiciati dal piscio puzzolente di quei luridi "bastardi" che adesso, chissà in quali vie della città staranno ancora schiamazzando.
Del resto poi, Mario è sempre stato uno spirito libero, coraggioso e determinato nel far valere anche la sua identità, quella che per tanti già dalla sua scoperta è stata ritenuta ambigua e confusa; elemento di disagio all'interno della famiglia, di scherno dentro il "Rosaspina" anni addietro, ma lui non si è mai arreso, andando avanti.
Sbattendo in faccia a tutti il suo vero animo alla luce del sole, senza dubbi né incertezze.
E adesso è lì privo di vergogna; dentro l'accogliente vasca monumentale di Fontana Pretoria, la quale con il dovuto rispetto e senza giudizio alcuno si è offerta generosamente di toglierle via con la sua zampillante acqua che dall'alto cade giù; questo fugace ma ricorrente dolore.