hermès ¹

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a jimin la corea non piaceva molto. o meglio, gli sarebbe piaciuta se il suo fosse stato un viaggio da turista.

dopo che maman e papa gli avevano insegnato la cultura coreana più per obbligo morale che per scelta, sentirsi dire «torniamo a busan» l'aveva sorpreso.

«torniamo»? lui l'aveva vista solo in foto busan.

era stato un arrivo piacevole: il suo accento immacolato gli aveva permesso una via di scampo dagli sguardi torvi, il suo comportamento l'aveva reso simpatico all'intera scuola e, la voglia di fare amicizia con il figlio della famosa stilista di pochette di hermès lo aveva posto su un piedistallo.

parigi gli mancava. il suo bell'attico con vista torre eiffel, il profumo di pane e caffè che arricchiva le stradine che lui e i suoi amici frequentavano di prima mattina, prima che iniziasse la scuola e la lingua. il suo francese, morbido ed elegante, piacevole come miele e dolce come cioccolato. amour, chérie, va te faire foutre. gli mancava insultare le persone in francese, il suono era così elegante.

il coreano invece non poteva dirsi tale. non gli era mai piaciuto, nemmeno quando sua madre, alle quattro di pomeriggio, aveva  imposto il «cambio lingua». fino ai quindici anni, jimin dalle quattro sino al giorno seguente doveva costringersi a parlare una lingua che non gli piaceva.

ora, la lingua che non gli piaceva, era la stessa che era costretto a parlare tutto il giorno.

a consolarlo dall'utilizzo di una lingua poco entusiasmante erano state però le persone. jimin non aveva avuto difficoltà a farsi nuovi amici da quando si era trasferito, sehun e jackson gli chiedevano di uscire quasi ogni giorno e nella scuola erano più le persone che conoscevano il suo nome che le persone di cui lo conosceva lui.

integrarsi era stato semplice, ma jimin aveva sempre avuto una passione per le sfide. non che le cercasse intenzionalmente ma, dopo appena pochi giorni in quella nuova scuola, aveva già deciso di voler diventare amico dell'unico ragazzo che sembrava cercare di evitarlo.

jungkook non lo evitava davvero, forse era questo a incuriosire jimin. sentiva il suo sguardo sulle nuca e riconosceva i segni del nervosismo nelle mani del ragazzo quando si parlavano, ma nonostante la sua gentilezza e le guance rosse, jungkook sembrava sempre voler fuggire da lui.

testardo, cocciuto e poco attento al proprio bene, jimin si era imposto di riuscire a scoprire cosa spingesse jungkook a comportarsi in tal modo vicino a lui, finendo per ritrovarsi a cercare il suo sguardo, il suo sorriso, la sua voce.

nonostante lo sapesse in cuor suo, non riusciva a spiegarsi perché allontanarsi da jungkook in seguito al suo «il tuo profumo mi distrugge» gli facesse tanto male.

lili's
mannaggia mannaggia hermès è jimin pov.

𝐇𝐄𝐑𝐌𝐄𝐒 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora