La Fine

1.3K 7 0
                                    

Esattamente un mese dopo, una mattina prima di andare a lavoro, Desirée mi comunicò: «Devi andartene!».

«Cosa? Perché?», chiesi incredulo.

«Affitteremo la tua stanza alla cugina di Sofia che si trasferisce a Roma», asserì con sufficienza.

«Ma quando? Non ho un posto dove andare...», dissi.

«Domani. Dove te ne vai non è affar mio. Per me puoi andare anche sotto un ponte!», affermò lasciandomi da solo come un baccalà.

Decisi che l'unica soluzione era parlare con Sofia, lei mi avrebbe aiutato.

Quella stessa sera, tornando a casa ebbi una spiacevole sorpresa: la serratura era stata cambiata e la mia roba era sul pianerottolo. Bussai ininterrottamente per dei minuti con la speranza che mi aprissero, ma non ottenni riscontro.

Infine, chiamai la mia amica Paola e passai la notte sul suo divano.

«Non puoi fare nulla. Non hai mai firmato e regolarizzato il contratto d'affitto. Pertanto non hai alcun diritto di rivendicazione sulla stanza. Insomma, sei un babbeo!», rincalcò la dose la mia amica sagacemente.

«Mio fratello cerca un coinquilino. Ora lo chiamo e sentiamo che dice...», affermò Paola mossa a compassione.

Mi ritrovai nel giro di due giorni a vivere con il fratello di Paola, un metallaro barbuto brutto come la fame.
La vita avvolte sa essere veramente crudele.

Non incontrai più né Sofia né Desirée, malgrado i diversi appostamenti sotto l'appartamento incriminato, con la speranza di un avvistamento di una delle due.

Tutt'oggi il periodo trascorso in quella casa mi sembra un lungo sogno e ogni cosa che accadde in quel periodo mi appare come un oscuro mistero.

CoinquiliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora