La Cena

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Mi sedetti a tavola assorto nei miei contorti ragionamenti. 

«Ti sei già accomodato? Pensi di essere il padrone e noi le schiave che ti servono e riveriscono?», mi riprese immediatamente Desiree.

Scattai in piedi. «No, non volevo… Non era mia intenzione…», risposi costernato.

Sofia rise.

«Finisci di apparecchiare!», comandò Desiree.

Ubbidì senza batter ciglio.

Terminati i preparativi, ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare. Regnava un silenzio quasi glaciale.

Improvvisamente Sofia se ne uscì con la domanda più improbabile che avrei mai potuto prevedere: «Ti va di fare l'amore finito di mangiare?».

Il boccone che stavo masticando mi andò di traverso e cominciai a tossire per non soffocare. Il volto mi divenne quasi viola. Tra convulsioni e spasmi, finalmente riuscii a riprendermi e bevvi un po' d'acqua.

«Tutto ok?», mi chiese Sofia mentre continuava a darmi colpetti sulla schiena.

Io feci cenno di sì con la testa.

Desiree, invece, non si era scomposta di un millimetro. Quando mi fui ripreso, voltò lo sguardo nella mia direzione e disse seccata: «Parlava con me, depravato!».

Il disagio si fece nuovamente largo dentro di me.

Decisi che da qual momento in poi, per il resto della cena, mi sarei limitato a fissare il mio piatto in religioso silenzio.

«Ci sono le verdure gratinate avanzate a pranzo. Ne vuoi Samuel?», domandò Sofia, gentile come sempre.

«Si, grazie!», risposi, uscendo dal mio tacito stato.

«Alla fine non mi hai più risposto», affermò Sofia.

Io la guardai per cercare di capire se fosse rivolta a me quella frase.

Dopo un breve silenzio, Desiree intervenne: «Non mi va. Se proprio ti va tanto, perché non lo chiedi al maniaco?».

«Allora farò così», rispose Sofia.

Io confuso le guardai ripetutamente. Non capivo a cosa si riferissero.

Poi, Sofia mi si avvicinò e appoggiò la sua mano sulla mia spalla, e infine disse: «Dopo ti andrebbe di fare l'amore con me?».

Il cuore mi si fermò di colpo. Ogni cellula del mio corpo urlava "sì", ma la voce non usciva dalla mia bocca e rimasi immobile senza proferire parola. Mi limitai a perdermi negli occhi grandi e bellissimi di Sofia.

«Certe volte sei veramente incommentabile», asserì Desiree infastidita. Si alzò frettolosamente, afferrò Sofia per un braccio e la trascinò via dicendo: «Samuel, tu sparecchia e pulisci tutto!».

Sentì la porta della stanza chiudersi e dopo poco diversi gemiti di piacere pervasero l'appartamento.

Mentre li ascoltavo l'eccitazione colse anche me.

Dopo aver ripulito tutto come mi era stato ordinato, mi recai in bagno per dare sfogo al mio frustante stato.

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