SPAZIO AUTRICE:
Metto lo spazio autrice all'inizio perché non voglio che pensiate sono andata fuori tema... Almeno, non credo.... Comunque ho voluto rischiare e provare a fare qualcosa di particolare... Spero di non essere eliminata, ma se anche così fosse... Beh, l'importante è divertirsi no? Ok ora iniziamo...-senti mamma non provare più a rivolgermi la parola- detto questo sbatto la porta con forza e facendo girare due volte la chiave nella serratura, la inchiodo allo stipite.
Mi siedo sul bordo del letto e fisso un punto nel vuoto mentre una marea di pensieri inizia a scorrere nella mia mente come i titoli di coda di un film.
Che giornata di merda. Vorrei proprio urlarla questa frase. È statisticamente provato che se quando ti ferisci imprechi contro la causa di quel male senti meno il dolere. Bene, io vorrei fare la stessa cosa, spalancare la finestra e imprecare contro la causa di tutte le mie sofferenze: il mondo. Ma mi trattengo.
La mia mente decide di tradirmi e mettere il dito nella piaga. Inizia a mandarmi immagini di tutte le cose negative che mi sono successe oggi.Aprii gli occhi e vidi la luce attraversare la tapparella. Sul momento non mi soffermai a pensare quanto questo fosse strano. Di solito quando d'inverno mi sveglio alle 6:00 è ancora buio...
Presi il telefono per controllare se, la sera prima, avevo lasciato messaggi in sospeso e notai che non erano le 6:00, bensì le 7:02. Scostai le coperte con eccessiva energia, presi i miei vestiti e uscì dalla mia stanza.
Mentre correvo per le scale, per raggiungere il primo piano (io dormo in mansarda) incontrai mia mamma.
-Alice perché corri così? Alice aspetta...- ma io mi ero già chiusa in bagno, non avevo tempo nemmeno di rispondere. Il tram passava alle 7:20 e io ero ancora in pigiama.
Dopo essermi data una lavata velocemente e dopo essermi vestita corsi di nuovo in camera a prendere lo zaino.
-vado mamma, ciao e buona giornata- dissi con la voce spezzata dell'affanno mentre mi chiudevo la porta di casa alle spalle.
Per raggiungere la fermata dovevo fare un tratto di strada non troppo lungo. Lo feci tutto di corsa, ma questo non bastó, perché vidi sfilare davanti ai miei occhi il lungo pullman arancione. Non avrei mai raggiunto la fermata in tempo così mi sbracciai per far segno all'autista di farmi salire, ma probabilmente non mi vide perché accelerò In quel momento ebbi l'unica fortuna di tutta la giornata. Un animale, o una persona attraversó la strada, costringendo il tram a fermare bruscamente e permettendo a me di recuperare terreno.
Raggiunsi la fiancata e diedi un colpo sul vetro. Un ragazzo all'interno urló qualcosa, probabilmente che c'era una povera disperata che voleva salire, e l'autista aprì le porte.
Chiesi scusa e, tenendo sempre la testa bassa, andai a sedermi nel primo posto libero. Sentivo lo sguardo di tutti puntato su di me e qualche risata strozzata. Mi sentì avvampare e le mie guance divennero bollenti, segno che ora avevo il volto rosso come un peperone. Attesi che tutti fossero scesi per alzarmi.
Dove si era fermato il pullman? Su una mega pozzanghera e io avevo le all star bianche. Uscita dalla pozzanghera la tela delle scarpe era diventata marrone. Mi fermai un secondo a osservarle pensando quanto tempo c'avrei messo a farle tornare bianche come prima E in questo brevissimo periodo di tempo l'autobus partì e mi schizzó lo zaino e le gambe di fango.
Tirai mentalmente un'imprecazione e entrai a scuola fissando le punte delle mie scarpe cosparse di quella miscela viscida e marrone.
Entrai in classe lanciai lo zaino sul banco. Stamattina l'autobus era arrivato prima così in classe ero sola. Mancavano ancora una decina di minuti al suono della campanella e prima dell'arrivo dei miei compagni e dei prof.
Alla prima ora avevo diritto e il prof interrogava. Ieri non avevo avuto modo di studiarlo perché oggi avevo anche la verifica di tedesco, così tirai fuori gli appunti dallo zaino e diedi una letta veloce ai concetti principali che per me erano arabo.
La campanella suonó e i miei compagni iniziarono a entrare a gruppi di due o di tre.
Una volta tutti in classe ci raggiunse anche il prof.
Aprì il registro e inizió a guardare i nomi. Frugai nello zaino alla ricerca di nemmeno io so cosa, come se quello potesse salvarmi dall'essere chiamata.
Sentii la voce del prof che chiamó la prima persona. Bene non ero io.
-e poi oggi voglio sentire anche la Comandini- il mondo mi crolló addosso. Volevo iniziare bene con diritto nel secondo quadrimestre, invece il fato sembrava non volermi accontentare.
Decisi si andare comunqe, per salvare il mio compagno che sarebbe andato interrogato al mio posto se mi fossi fatta dare 3.
Finita l'ora avevo risposto solo a una domanda e nemmeno in modo molto approfondito e il mio voto fu 4-.
Alla terza ora la prof di arte mi fece leggere ad alta voce un testo sugli attrezzi trovati nella domus del chirurgo di Rimini, ma la figuraccia non poteva mancare, così lessi "pizze" invece che "pinze".
Alla quarta ora la prof di italiano entró in classe e fece scorrere velocemente gli occhi sui nomi del registro per scegliere gli interrogati.
Potevo stare tranquilla, tanto nel giro precedente ero stata interrogata per ultima... Quando peró mi vidi nel banco davanti alla prof con il canto 10 dell'inferno sotto e la prof che mi chiedeva di fare la parafrasi mi resi conto che:
1) mi aveva chiamata
2) non avevo studiato perché mi ero concentrata su tedesco
3) avrei preso la seconda insufficienza nello stesso giorno
4) la prof era un idiota perché non aveva seguito il giro vecchio di interrogazioni
Seppi parafrasare po che niente è presi 3/4.
-linda ma perché non hai studiato? Di solito mi fai sempre delle così belle interrogazioni, perché non ti sei preparata?- mi domandó la prof delusa.
-ho dovuto studiare tedesco- risposi triste. Non ero triste per il voto, avevo una media stellare, aggiungendo questo voto non mi veniva comunqe un insufficienza, ero triste perché lei era la mia prof preferita e non volevo deluderla.
-però vi avevo avvertitio che avrei interrogato la settimana scorsa, non ti sei portata avanti?-
Ecco quando i professori dicono queste cose mi fanno saltare i nervi. Non esiste solo la vostra materia cavoletti di Brouxelles, c'è ne sono altre 12 che devo studiare e non c'è la faccio a farne tre in un giorno!!!!
Però non potevo rispondere male o il mio 10 in condotta sarebbe sceso drasticamente così mi limitai ad abbassare la testa e a dire che avrei recuperato.
Arrivó l'ultima ora: tedesco.
Finalmente in una materia sarei andata bene, lo avevo studiato tutto ieri pomeriggio.
Erano le 12:34 quando la prof arrivó.
-scusate ragazzi mi hanno fermata in segreteria per sapere delle cose su un progetto che sto organizzando, ormai è tardi, la verifica la spostiamo a mercoledì- ci informó la prof.
Quindi lei mi stava dicendo che io il giorno prima avevo studiato tutto il pomeriggio la sua materia tralasciando diritto e italiano, per poi nemmeno fare la verifica?
Ero così scocciata da quella giornata orrenda che non vedevo l'ora di tornare a casa, sprofondare nel letto e farmi una lunga dormita scacciapensieri, ma la sfortuna non era ancora finita.
Arrivai a casa e la porta era chiusa. Suonai il campanello, ma dall'interno non provenì nessuna risposta.
Allora decisi di provare con il telefono, digitai sulla tastiera il numero di mia mamma, ma suonava a vuoto.
Mi sedetti sul mio zaino non sapendo quanto avrei dovuto aspettare.
Mia mamma si decise a farsi viva dopo mezz'ora.
-non rispondere alle telefonate mi raccomodo, il telefono lo hai comprato solo per bellezza- dissi acida.
-ho portato tuo fratello dal dentista...- cercó di giustificarsi lei, ma ero troppo infuriata
-avvisarmi no vero? Avrei potuto portarmi dietro le chiavi- stavo urlando, io non urlavo mai.
Mia mamma aprì la porta senza rispondermi e decisi di darle pan per focaccia.
Entrai anche io e andai a chiudermi in camera. Lanciai lo zaino e attaccai il telefono che ormai era scarico. Maledetta batteria dell'iPhone che non dura nulla.
-linda hai intenzione di venire a pranzare?- mi domandó mia mamma bussando alla porta, ma lei prima non si era segnata di darmi una risposta e ora io non la davo a lei.
Rimasi tutto il pomeriggio in camera a studiare e pensare (più pensare che studiare) con la pancia che brontolava, così presi il telefono e mandai un messaggio a mio fratello.
"Matte mi porteresti un pacchetto di Cracker che muoio di fame?"
Non arrivó nessuna risposta, ma dopo poco sentii bussare alla porta.
-Linda, sono Matteo apri- sussurrava.
Afferrai i Cracker e li mangiai velocemente. Mi sembravo un naufrago che, dopo settimane passate a mangiare solo bacche, riesce finalmente a catturare la sua prima preda e sente di nuovo il sapore della carne.
Lo ringraziai e mi richiusi dentro.
Dopo poco mi arrivó un messaggio. Lessi il nome del mittente. Lucia. Ci mancava solo l "amica" che ti contatta solo quando ha bisogno di aiuto con i compiti.
Controvoglia lessi il messaggio. "Ciao Linda mi manderesti le foto degli appunti di chimica? Un altra cosa... Hai fatto inglese? Se si, mi manderesti le foto?"
Io sono una persona che da in giro volentieri gli appunti, che fa copiare e da ripetizioni, ma se una ragazza, che a scuola non ti degna di uno sguardo e che ti sparla dietro al pomeriggio ti fa una domanda del genere sei tentata di mandarla a quel paese.
Eppure non riesco a essere cattiva, così le mando le foto del i appunti e dei compiti.
Era quasi ora di cena quando mia mamma decise di venire a bussare alla porta.
Pensai volesse scusarsi così le aprì.
-cosa vuoi?- le domandai.
-Martina mi ha detto che oggi ti hanno interrogata in due materie e che in entrambe hai preso un insufficienza. Adesso ti ritro telefono e iPad e computer e rimani chiusa in casa a studiare finché non mi porti a casa un 9 in entrambe le materie-
E io che avevo pensato che volesse scusarsi. Lei è questa sua ossessione per i voti.
Infuriata le dissi -senti mamma non provare più a rivolgermi la parola- e chiusi la porta sbattendogliela in faccia.E ora sono qui, seduta sul bordo del letto con solo la compagnia dei miei pensieri malinconici.
Il telefono vibra. Lo prendo e lo apro svogliatamente.
Guardo da chi arriva il messaggio. Federico. Federico è un mio compagno di classe a cui ho dichiarato il mio amore e lui mi ha detto che ci doveva pensare. Pensare=non staró mai con te.
Probabilmente anche lui vuole gli appunti di diritto o i compiti di inglese.
Leggo il messaggio.
"Ci ho pensato, vuoi stare ancora con me?"
Solo per quel messaggio quello divenne il giorno più bello della mia vita.
SPAZIO AUTRICE:
Spero che ora abbiate capito perché all'inizio dicevo di non essere andata fuori tema ;)
I nomi sono l'unica cosa inventata (tranne il mio) per il resto tutto quello che ho scritto è vero, dall'inizio alla fine, ho passato davvero una giornata di merda martedì scorso, ma alla sera mi è arrivato quel messaggio e ho visto il mondo sotto una luce completamente diversa *.*
Spero vi sia piaciuta.
Scusate se ho tardato così tanto a scrivere, ma la scuola mi sta occupando tutte le ore delle giornate, ormai studio anche la notte :(
Ciao a tutti
~Linda
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Write-LindaComandini
Short StoryQuesta è il libro con racchiude tutte le prove del concorso Write organizzato da Monigioco4ever Prima prova: raccontare il giorno più bello della propria vita Seconda prova: racconto umoristico Terza prova: dialogo con la propria coscienza Quarta pr...