Quarta prova

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Tutto è iniziato da un click. Un rumore, un secondo, un istantanea, una foto.
Mia madre, la macchina fotografica Sony rosa, mi ha partorito. Ma non poteva tenermi, perché finché ero nella sua pancia non prendevo molto spazio, adesso sono troppo ingombrante, così mi ha dato in adozione.
La mia nuova mamma si è subito innamorata di me. Mi ha portata da una signora che mi ha fatta crescere, letteralmente. Ora sono lunga 30 cm e alta 60; perfettamente proporzionata.
La mia dolce mamma adottiva mi ha messo ai lati una cornice, in modo da tener sempre i miei bordi delicati al sicuro. Davanti ha messo una lastra di vetro così da tenere anche il mio favoloso contenuto al sicuro da tutti e mi ha attaccato ad un muro.
Adesso che ci penso, qual'e il mio contenuto? Non lo so e probabilmente non lo saprò mai. Questo mi rende molto triste.
Ma lasciando stare questa digressione riprendiamo con la storia.
Ero sempre appeso allo stesso muro, tenuto su da un chiodo che non aveva nessuna intenzione di lasciarmi andare.
Sono qui da moltissimi anni, sedici credo, e ho visto sfilare davanti a me tantissime immagini diverse, dal cane che cerca di mordersi la coda alla mia mamma che pulisce la stanza. In assoluto, però, l'immagine più bella di tutte è quella dei bambini.
Mia mamma ha avuto due figli che, secondo me, sono magici. Ora vi spiego il perché... Io per crescere devo andare da una signora che mi mette in una macchina e attraverso a un processo strano, ricco di meccanismi e cose tecnologiche che non riesco a comprendere, io divento grande quanto, e come, vuole la mia mamma.
Loro invece crescono senza nessun processo particolare, semplicemente le loro gambe e braccia si allungano, i loro capelli pure, la loro testa si allarga...
Non riesco a capacitarmi di una cosa del genere, ma é un processo magico e davvero affascinante.
Di questi due bambini mi sono affezionato in particolar modo alla ragazza, che ormai è una donna (sempre grazie al processo di cui parlavo prima). È diventata bellissima con i suoi lunghi capelli color caramello e i suoi bellissimi occhi verdi.
Non so perché mi sono affezionata così tanto a lei, forse perché mi rispecchio nel suo carattere, molto timida e tranquilla.
Tutte le volte che la vedo passare davanti a me spero che si volti e mi guardi, per farle capire con uno sguardo la nostra sintonia, ma lei passa sempre davanti a me senza soffermarsi a guardarmi. Io peró non perderó mai la speranza e tutte le volte che comparirà nel mio campo visivo il mio "cuore" inizierà a battere con il desiderio che i suoi occhi cadano su di me.
Qualche giorno fa mia mamma ha appeso al muro difronte a me un altro mio simile.
È un quadro che rappresenta proprio quella ragazza, solo un po più piccola.
Quando la foto è stata scattata lei guardava proprio nell'obiettivo e finalmente ho realizzato il mio sogno, certo preferivo che mi guardasse dal vivo, però i suoi occhi (nel quadro) ora sono fissi su di me e questo mi rende felice.
Mentre guardo il mio simile penso che dopotutto sono molto importante. Noi quadri, come anche le nostre sorelle, le fotografie, abbiamo una funzione davvero fantastica. Quella di rendere vivi i ricordi.
Un ricordo nella mente dell'uomo può essere sfumato e con il tempo persino dimenticato, e non è bello dimenticare i momenti felici, così gli esseri umani ci usano per immortalare i loro migliori momenti in modo da ricordarsene per sempre. Questo ci rende speciali.

Oggi mia mamma mi sta pulendo il vetro finalmente, era diventato tutto opaco non riuscivo più bene a vedere la stanza attorno a me.
Ad un certo punto mia mamma mi stacca delicatamente dal muro e mi appoggia per terra.
Ora non la vedo più, è uscita dal rettangolo di stanza che posso vedere, però percepisco dei rumori.
TOC TOC TOC
Dopo tre sonori colpi torna a prendermi, mi solleva e mi adagia su un altro chiodo, nuovo e più comodo di quello di prima.
Ora da questa posizione vedo un altra area della stanza.
Sono felice di conoscere nuovi luoghi, ma sono anche triste perché non avró più l'altro quadro difronte che mi guarda.
Passo la giornata tra questi pensieri.
Sono più o meno le quattro del pomeriggio.
La ragazza della quale mi sono affezionato passa davanti a me. Penso subito che, come al solito non mi prenderà minimamente in considerazione, ma oggi succede qualcosa di inaspettato.
Notandomi in un posto diverso dal solito decide di fermarsi a guardarmi.
-mamma quando l'hai spostato questo quadro?- dice senza smettere di fissarmi dritto negli occhi.
Inizio a sentirmi in un leggero imbarazzo, però l'eccitazione è più forte. Finalmente mi sta guardando.
-stamattina- risponde la mamma.
-non mi ero mai soffermata a guardarlo- mi guardava con un fantastico sorriso.
-avevi cinque mesi in quella foto, eri così dolce- continuó la mamma.
Ora finalmente avevo scoperto chi rappresentavo. Ecco perché mi sentivo così simili a quella ragazza. Io ero lei.
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SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti :)
Scusate il ritardo.
Avrete notato che all'inizio parlavo al femminile poi sono passata al maschile. Questo perché all'inizio era una fotografia (femminile) poi è diventato un quadro (maschile) :)
Spero che questo breve racconto vi sia piaciuto.
Mi state mettendo in difficoltà con queste prove lo sapete ahahha
Buona domenica a tutti ❤️
~Linda

Write-LindaComandiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora