Terza prova

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-ti vedo pensierosa...-
-lo sono-
-a cosa pensi?-
Guardo la persona davanti a me seduta a gambe incrociate sul letto.
-penso che tutto questo è strano-
-perché dici questo?- la ragazza dai lunghi capelli bruni davanti a me mi guarda con due occhioni dolci.
-sto parlando con me stessa, come lo chiami questo?- le dico imitando il suo sguardo, o il mio sguardo? Esatto, lei è me, sto parlando con me stessa, letteralmente.
-coscienza- mi dice allungando il collo fino a posizionarsi a dieci centimetri dalla mia faccia.
-cosa?- domando confusa.
-ecco come lo chiamo questo...- si indica con l'indice -... Lo chiamo coscienza, la tua coscienza- raddrizza la schiena.
Vedendomi ancora più confusa di prima continua -chiamami Coscienza con la C maiuscola e ti sembrerà meno strano, le persone tendono a non riuscire ad immaginare le cose astratte, ma appena a quella cosa viene dato un nome subito assume una forma, una durata vitale e un utilità- si ferma un attimo lasciandomi assaporare quelle parole -hai della frutta?-
Mi risveglio da una specie di trans -C... Cosa?-
-mi piace l'uva, hai dell'uva?- risponde sorridendo.
Mi alzo perplessa e vado in cucina a prendere dell'uva.
Dopo avergliela portata sono io ad aprire il discorso.
-sono forse impazzita?-
-assolutamente no-
-sei ironica- non mi è di grande aiuto così.
-c'è un detto...- inizia parlando molto lentamente, segno che sta per regalarmi un'altra perla -... Che dice "la ragione si da ai matti" ti ho dato ragione?-
Scuoto la testa.
-e allora non sei matta- mi fa l'occhiolino.
-perché hai deciso di presentarti in questo momento?-
Coscienza stacca un acino d'uva e lo mette in bocca. Dopo che lo ha terminato mi risponde -sono sempre stata con te, solo che non volevi vedermi- stacca un altro acino e se lo porta alla bocca.
-e ora ti voglio vedere?-
-si, hai bisogno di qualcuno con cui parlare-
Forse ha ragione, è un periodo buio della mia vita, sono depressa e non ho voglia ne di relazionarmi con gli altri ne di uscire. Passo le giornate in casa a guardare il soffitto e a pensare al senso della vita.
-perché hai smesso di andare a scuola?- mi domanda.
-ma è un interrogatorio o una conversazione tra amici? Di psicologi ne ho già visti abbastanza-
-rispondi alla domanda e vedrai dove voglio arrivare-
Sospiro -perché non riuscivo a stare con gli altri-
Coscienza mi fa segno di andare avanti mentre mette in bocca un altro acino.
-vuoi sapere il perché?- domando retorica -Va bene... Perché la gente osserva, ha occhi critici, sempre, ogni volta che noto che qualcuno mi sta guardando capisco che sta criticando il mio aspetto, giudicando le mie debolezze e insicurezze riuscendo addirittura a farmi sentire in colpa per le mie fragilità e per la mia poca voglia di raggiungere degli obbiettivi nella vita-
-credi che si sbaglino?- mi chiede lasciando a mezz'aria l'acino che stava per mangiare.
-no- rispondo stupita della mia stessa risposta.
-quindi a te questo sguardo da fastidio solo perché sai che è verità e perché, come dice anche una canzone, la verità fa male- non era una domanda, lo avevo capito dal tono.
Abbasso la testa.
-cosa ti blocca? Cosa ti impedisce di raggiungere i tuoi obbiettivi?-
-la paura-
-di cosa?-
-la paura di sbagliare, del giudizio degli altri, ho paura di non riuscire in una cosa e quindi subire un umiliazione-
-capisco, ma tu sai bene che nella vita le paure vanno affrontate-
-e allora la vita fa schifo- le dico arrabbiata.
-hai ragione-
Solo sconvolta, Coscienza dovrebbe aiutarmi e invece mi da ragione?
-volevi che ti smentissi? Questo significa che dentro di te c'è qualcuno che la pensa diversamente e che vuole una conferma di quel pensiero-
Non parlo, le parole si accavallano nella mia mente senza però riuscire a creare un periodo con un senso.
Nemmeno Coscienza parla, continua a mangiare la sua uva inconsapevole del fatto che il mio mondo interiore si è appena spaccato in due. Da un lato sono depressa, dall'altro sto mettendo in dubbio questa depressione, forse non ha fondamenta.
Dopo lunghissimi attimi di silenzio riprendo la conversazione -qual'e il senso della vita?-
Coscienza stacca un acino e, tenendolo difronte agli occhi, dice -cos'è la vita per questo piccolo acino d'uva? Anche lui nasce, vive e muore, esattamente come te, ma, al tuo contrario, è estremamente più utile- tenendo lo guardo fisso su di me mangia l'acino.
Sono sconvolta. Dovrebbe aiutarmi, non mandarmi ancor più in depressione.
Le rispondo arrabbiata -ma scherzi? L'acino d'uva potrà anche diventare vino, ma il vino dopo un po finisce, invece una persona, con le sue azioni, lascia un segno nella storia e, anche se non verrà ricordata sui libri, verrà ricordata dalla famiglia, dagli amici e dalle persone che le volevano bene, e continuerà a vivere in eterno attraverso i ricordi perché i ricordi sono come una fotografia, il tempo ne rovina i contorni, ma mai il contenuto- riprendo fiato, ho urlato.
Coscienza mi guarda soddisfatta con un enorme sorriso e mi fa un cenno di saluto con la mano.
Sbatto le palpebre e quando riapro gli occhi lei non c'è più.
Sorrido. Aveva programmato tutto, era a questo che mi voleva far arrivare, voleva che prendessi più sicurezza in me stessa.
-grazie- sussurro prima di mangiare uno di quei agli acini che Coscienza aveva lasciato sul mio letto.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti e buona pasqua ❤️❤️
Premetto che ho fatto una fatica terribile per questa prova, spero sia venuto fuori qualcosa di leggibile 😅
Un bacio
~Linda

Write-LindaComandiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora