16. INFERMERIA

86 15 7
                                    

Marina ricordava poco e nulla di ciò che era successo dopo lo scontro fra Shirei, Aena e Salix.

Dopo aver incrociato gli occhi violacei del figlio di Cragar, le energie l'avevano abbandonata ed era caduta quasi in uno stato di incoscienza. I suoi compagni erano stati costretti a portarla di corsa alla ventunesima casa, infermeria del parco e residenza dei figli di Mardi, il dio della medicina.

Prima che sbattesse a terra, avvertì le mani gelide di qualcuno a sostenerla. Il suo misterioso soccorritore la prese in braccio e cominciò a correre mentre, da lontano, Liceo provava a ridurre il panico generale.

«Calma, Stirpemista! Vi prego! Pensate ad assicurarvi che i vostri compagni stiano bene!»

La voce di Dalia risuonò accanto a lei, parlava con qualcuno.

«Dobbiamo subito portarla in infermeria, prima che questa strana ferita la spedisca da nostro padre.»

"Nostro padre."

Possibile che Dalia stesse parlando con Shirei?

La figlia di Ien si lasciò trascinare mentre la sua figura si aggomitolava su sé stessa, non le piaceva dimostrarsi debole eppure finiva sempre in quel modo. Udì la voce di Francesca chiamare Lorenzo, per poi avvicinarsi a loro. Il suo fratellastro, vedendola in quello stato, era probabilmente impallidito. L'adrenalina aveva preso il sopravvento durante lo scontro con l'angelo oscuro, ma Lorenzo non era mai stato uno da prima linea. In un'altra situazione, Marina avrebbe soffocato una risata, invece in quel momento era concentrata a non svenire.

Aveva gli occhi chiusi, ma le sembravano bruciare.

«Fate strada!» gridò Lorenzo.

Rallentarono progressivamente fino a fermarsi. Marina suppose che dovessero essere all'entrata dell'infermeria. Una voce gentile disse al suo accompagnatore di seguirlo. Marina cominciò a sentire le orecchie fischiare ed ebbe uno spasmo involontario.

«Non promette bene... Cosa le è successo?» chiese il giovane Stirpemista, probabilmente un figlio di Mardi.

Dalia rise con nervosismo e rispose: «Mi piacerebbe saperlo, ho fatto un proprio un bel casino.»

«Starà bene, le serve solo un posto dove poter riposare in tranquillità.»

Stavolta era stato Shirei a parlare. Marina ebbe la conferma che era stato lui a portarla lì.

«Ne sei certo?» domandò lo Stirpemista. «Guarda, lo sai che ci sono molte possibil-»

«Ne sono sicuro,» rispose secco il figlio di Cragar.

«Come preferisci, allora controllo una cosa e poi torno. Puoi appoggiarla lì.»

Marina avvertì il rumore ovattato del legno piegarsi sotto il peso dei passi del figlio di Mardi. Prima che se ne rendesse conto, Shirei si mosse di qualche metro e la fece stendere sopra un soffice letto. La testa della bionda sprofondò dolcemente quando fu a contatto con il cuscino.

«Appena sarà finito tutto, mi sa che vi toccherà una spiegazione ad Aena e Liceo,» disse Lorenzo, la sua voce lasciava trapelare un misto di disdegno e avversione nei confronti dei due fratellastri.

«Non importa, è una cosa a cui pensare più tardi,» rispose Shirei con apatia. «Posso tenerla d'occhio senza problemi, per adesso. Meglio se voi tentate di far calmare la gente qui fuori.»

«Non lascio mia sorella.»

«E io sono la sua migliore amica.»

Anche senza vederlo, Marina poté immaginare un'espressione seccata sul volto di Shirei.

Maschere Immortali: L'Alba della VeritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora