Una volta tornato dalla Grande Dimora, Shirei aprì la porta e raggiunse il suo letto. Dopo essersi gettato sul materasso, rimase in silenzio a osservare il soffitto della stanza. La casa dei figli di Cragar era molto più piccola degli altri edifici nel Parco dei Gigli, probabilmente poiché il dio a cui era dedicata non era uno dei più rinomati e non avrebbe dovuto avere figli. Sostanzialmente, non era altro che una stanza di grandi dimensioni. Due letti erano situati su versanti opposti, separati da due scrivanie e due armadi. Un'unica finestra, di fronte alla porta d'ingresso, illuminava la zona priva di lampadari. Al centro, era posizionato un modesto tappeto, il quale nascondeva una botola. Era quello il segreto della loro casa, apparentemente piccola e insignificante. Prima che Shirei se ne rendesse conto, una ragazzina con i suoi stessi capelli neri spuntò dalla botola. La Stirpemista rimase interdetta per alcuni secondi, poi scrollò le spalle e raggiunse il suo letto.
«Nulla di nuovo...» commentò mentre rovistava nel comodino accanto al suo letto.
Il ragazzo sentì un lieve rumore provenire accanto a sé e si alzò di scatto ma, non appena identificò la ragazza, si rilassò.
«Ciao, Dalia. Pensavo saresti rimasta giù ancora per un po'.»
«Mio caro consanguineo, ho mai rinunciato a un pasto in vita mia?» sorrise lievemente, senza smettere di cercare.
Shirei lasciò cadere la testa sul cuscino. «Giusto.»
«Non c'è ragione di preoccuparsi... ho solo intrattenuto qualche breve conversazione con alcuni spiriti, erano tormentati da un avvenimento curioso risalente alla notte appena passata.»
Il figlio di Cragar si alzò nuovamente. «È importante?»
«Dicono che sia successo qualcosa alla baita sulla spiaggia, un certo figlio di Tefine.»
Shirei rimase silenzioso, quindi Dalia si affrettò ad aggiungere: «Sarà un evento di poco conto, vedrai. Se è un figlio della dea dei sogni, avrà solo addormentato qualcuno. Stai sereno!»
Il ragazzo puntò i suoi occhi purpurei sulla sorellastra con sguardo serio. Nonostante avesse l'aspetto di una quattordicenne, Dalia era molto più anziana di lui, quindi lo Stirpemista non riusciva a comprendere come facesse a essere così superficiale e infantile. «Più tardi andrò lo stesso a dare un'occhiata,» concluse.
«Sempre il paladino della giustizia!»
Shirei sospirò. «Vado a sciacquarmi, la breve corsa con quella tua amica mi ha fatto sudare.»
Dalia gli girò rapidamente attorno e lo scrutò dubbiosa con i suoi occhi azzurri. «Hai conosciuto Marina?»
«Sì,» ammise, «era lei a tenere la lezione stamattina.»
«Miseria, dici il vero! Mi aveva perfino avvisato,» Dalia annuì due volte. «Dunque?»
«Dunque?»
«Sono interessata al tuo parere. La trovi simpatica, nevvero?»
Shirei ci pensò un momento, tentando di capire quali fossero le intenzioni della figlia di Cragar. «Credo di sì.»
«Ottimo! Allora finalmente posso invitarla a riposare qui senza preoccupazioni!»
Shirei fece per replicare, ma decise di lasciar perdere. Superò la Stirpemista ed entrò in bagno velocemente.
«Menomale che avete fatto conoscenza, nascondere la tua esistenza per tutto questo tempo è stato un fardello enorme!» esclamò la ragazzina a voce alta, in modo che il fratello la potesse udire anche oltre la parete.
La sua risposta arrivò fievole ma, del resto, Dalia sapeva perfettamente che Shirei fosse un tipo da poche parole. «Colpa di Aena, se non fosse per Liceo sarei rimasto relegato nei sotterranei per chissà quanto tempo.»
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Maschere Immortali: L'Alba della Verità
FantasíaSopravvivere. Una missione che tutti gli Stirpemista devono affrontare ogni giorno. Ma nell'Altrimondo, una dimensione parallela dove mostri e divinità mascherate si intrecciano al destino dei mortali, esistono dei luoghi protetti, nei cui confini è...