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Piangere.
È un'azione molto umana, no? Si piange un po' per tutto: tristezza, rabbia, nervosismo, gioia, paura... Il peggiore dei pianti però, è quello di un cuore spezzato.
Può essersi rotto per qualsiasi cosa, ma non appena lo farà, si sentirà come una rottura nel petto, una forte nausea, dolore ai polmoni e voglia di sparire.
Voglia di scomparire, da tutto e da tutti.
Si pensa di non essere all'altezza, di non essere abbastanza, di essere imperfetti.
Ed è così come mi sento io, in questo momento.
Rotta. Come un pezzo di cristallo buttato sul pavimento e calpestato più e più volte.

Il mio viso è rigato dalle lacrime e il naso completamente rosso: sono corsa in bagno non appena ho sentito l'impulso di piangere, perché non mi sembrava il caso di farlo in mezzo a tutti gli invitati.
Nessuno è ancora venuto a bussare alla porta, per fortuna.
E nessuno si è preoccupato di venirmi a cercare.

Apro il rubinetto e alzo lo sguardo verso lo specchio, volendo controllare lo stato attuale della mia faccia: un disastro.
Il mascara completamente colato, il poco rossetto chiaro che avevo messo per l'occasione, sbavato del tutto, le sopracciglia spettinate ed il naso gocciolante.
- Faccio proprio schifo.- Affermo ad alta voce, con la bocca impastata dal pianto.
Singhiozzo un paio di volte e decido di sciacquarmi finalmente il viso, con acqua gelida.
Non fai schifo, T/N. Sei bellissima anche così.
La sua maledettissima voce si è insinuata della mia testa, ed ora mi fa pure da coscienza?!
Scaccio quel tono fastidioso con un gesto della mano, compiendo il grave errore di ricordarmi della scena di un paio di minuti prima.

Una ragazza dai capelli rosso acceso, dal vestito a tubino attillato e dagli occhi grandi e azzurri, si atteggia di fronte a Kōshi.
Gli lancia avances, lo guarda ammaliata, gli sorride lasciva.
Lo tocca, sussurra, si tocca.
Loro due, insieme, escono dalla porta principale.
Lei con in mano un bicchiere di champagne e la sua chioma rossa poggiata sulla spalla di Kōshi, lui sorridente, ma con uno sguardo spento.

Le lacrime ricominciano a crearsi nei miei occhi, ma le fermo all'istante, con l'indice di entrambe le mani.
Chiudo il rubinetto dell'acqua e rialzo il viso verso lo specchio.
- Ti devi dare una calmata, T/N. Magari era solo un'amica o una parente e quello che hai visto era semplicemente un malinteso o... Ah, ma chi cazzo voglio prendere in giro?!- Mi copro il viso con entrambe le mani e apro gli occhi, vedendo tutto nero, se non per pochissimi spiragli di luce che fuoriescono dagli spazi tra le mie dita.
Inspiro tutta l'aria che ho in corpo e trattengo un singhiozzo, residuo del pianto di poco prima.
Espiro, togliendo le mani, buttando fuori tutta l'aria che ho in corpo.
I nervi cominciano a sciogliersi e la calma prende possesso della mia mente, lentamente.
- Ho bisogno di qualcosa di forte.- Decreto, girando la maniglia della porta del bagno, con l'intenzione di uscire di casa.

Attendo la fine della festa, che ho cominciato a chiamare "messinscena per il tradimento". È melodrammatico lo so, ma preferisco così.
Gli invitati mi salutano, augurandomi ancora tutta la felicità possibile e dicendo "buon compleanno".
I miei genitori si offrono per riaccompagnare a casa i miei zii, ubriachi fradici, che abitano a Tokyo.
Quindi, ci vorrà un bel po' di tempo prima che rientrino.

Non appena tutte le luci si spengono, prendo la felpa, cambio le scarpe ed esco. Decisa a dimenticare questo brutto giorno.

L'aria esterna è fredda, per questo maledico me stessa per aver scelto di portare solo una felpa anziché un giubbotto.
I lampioni accesi, illuminano quel poco per vedere aldilà del proprio naso, nella stradina che porta al pub più vicino.
Le mani si raffreddano pian piano, nonostante siano all'interno delle tasche; il mio fiato caldo a contrasto con l'aria fredda, rilascia del fumo bianco, che osservo fluttuare verso l'alto, dove lo attende un cielo costellato di puntini bianchi e gialli.
Le stelle questa sera sono più luminose del solito e sembrano fatte apposta per essere guardate: la luna piena è come se le sorvegliasse tutte e contemporaneamente, vegliasse sulla terra.
Gli alberi vengono scossi leggermente dal venticello freddo, classico della fine dell'autunno.
Sospiro ancora, cercando di rilassare i nervi, che si tendono ogni volta che penso a quello sguardo, il suo sguardo, che aveva prima di andare via.

MIA! [Sugawaraxreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora