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Ci sono certe amicizie così durature che, ad un certo punto della tua vita, ti fanno chiedere come e soprattutto perché tu sia diventato amico di questa persona

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Ci sono certe amicizie così durature che, ad un certo punto della tua vita, ti fanno chiedere come e soprattutto perché tu sia diventato amico di questa persona. Ecco, è proprio in momenti come questo che mi chiedo perché, dio, perché, sono amica di Kang Jieun. Prendo un pugno di patatine dal sacchetto mentre guardo la mia migliore amica in lacrime, sono abbastanza disgustata ad esser sincera. "Perché mi guardi come se fossi uno scherzo della natura?" Chiede lei, soffiandosi il naso sulla mia, vorrei precisare mia, coperta. "Jieun," finisco di masticare prima di continuare la frase. "Chi, se non uno scherzo della natura, piange guardando twilight?" la bionda inizia a singhiozzare ancora più di prima. Se fosse stato un problema serio non starei di certo qui ferma a mangiare patatine mentre la guardo formare due nuove cascate degne di essere patrimonio dell'unesco ma, per mia sfortuna, è di twilight che stiamo parlando.

"Tu non capisci," e per fortuna, aggiungerei, "Non pensi a quanto sia romantico poter vivere per sempre con l'amore della tua vita?" Che sia maledetto il giorno in cui ho deciso di avere un pesci come migliore amica. "Deve essere un vero incubo, invece," Dico io, e per risposta ricevo un cuscino in faccia, questo non me lo sono meritata però. "Ehi! Fammi finire di parlare," prendo il cuscino e lo lancio nuovamente a lei per ripicca. "Dicevo, l'idea di poter flirtare con dei bei ragazzi per il resto della mia vita non mi dispiace." "Puttana," faccio spallucce e mi alzo per spegnere la luce. "Sai che non credo nella puttanata dell'amore, nè tantomeno nei vampiri, adesso andiamo a dormire." Jieun fa uno sbadiglio rumoroso prima di buttarsi sul letto a pancia in su, dopo aver spento la televisione e aver, finalmente, tolto quell'osceno film. Mi stiro accanto a lei e la stanchezza è così tanta che quasi mi addormento non appena poggiata la testa sul cuscino. "Miyoung," mi chiama la mia migliore amica, rispondo con un verso infastidito, "domani abbiamo compito di storia." Porca puttana.

Alla fine ci siamo addormentate con la testa sopra i libri, non so è per colpa del troppo caffè oppure quel poco rum che abbiamo bevuto per tenerci sveglie ma sta notte ho sognato Napoleone sopra il suo cavallo bianco in bikini, non è stato un bel sogno. Cerco di coprire al meglio che posso le occhiaie con il trucco mentre Jieun, accanto a me, si passa la piastra sui capelli biondi come meglio può. Ci prepariamo in silenzio per andare a scuola, anche perché sappiamo fin troppo bene che parlare da appena sveglie non fa per noi, specialmente dopo una nottata del genere. "Ti senti pronta per il compito?" Scherzavo, a quanto pare la bionda non l'ha ancora capito dopo anni di amicizia. "L'unica cosa che so è che Napoleone non potrebbe mai mettere un bikini." "Non chiederò altro, dio come sei strana." Ridiamo entrambe e, una volta arrivate davanti la porta mettiamo le scarpe, pronte per correre verso la fermata dell'autobus dato che, come al solito, siamo in ritardo. Ormai è come una routine, Jieun viene a casa mia dopo scuola, finiamo per addormentarci alle quattro di notte e la mattina seguente ci tocca correre verso la fermata. Non è poi così male, se non fosse per il fatto che odio correre, e che sono anemica.

Appena arrivate mi siedo subito sulla panchina per prendere fiato, poggio il telefono accanto a me pronta a prendere la bottiglia d'acqua che Jieun mi passa prontamente. "Ti ho detto un sacco di volte di svegliarti presto, non mi piace vederti mezza morta ogni mattina." Bevo e faccio per regolare il respiro, una nonnina può correre decisamente più di me, "Scusa, ho perso tempo con il trucco." Amo truccarmi. Non importa se si tratti solo di una linea si eyeliner e mascara o giusto un po' di correttore per nascondere le occhiaie. Quando mi trucco è l'unico vero momento della giornata dove mi concedo di non pensare. La bionda mi aiuta ad alzarmi non appena arriva l'autobus. Mi siedo nel posto del finestrino e chiudo gli occhi, per quanto poco il tragitto possa essere. Jieun, al contrario mio,  rimane seduta elegantemente con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo avanti. Siamo piuttosto diverse, noi.

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