Sono molte le cose che odio, le cose che disprezzo e le cose che non sopporto e, per quanto possano sembrare sinonimi, nella mia testa sono tutte categorie diverse ben organizzate e divise tra di loro. Ma c'è una cosa che cade in tutte queste tre: essere disturbata mentre dormo. Per me nulla è peggio di essere svegliata bruscamente, specialmente di domenica, specialmente se in hangover. Proprio come in questo momento.
Metto la testa sotto il cuscino cercando di attutire il suono del telefono di Jungwon, che non fa altro che vibrare da dieci minuti, non ho intenzione di aprire gli occhi, né di svegliarmi totalmente, ma date le circostanze mi sembra l'unica cosa possibile da fare.
"Jungwon rispondi a quel cazzo di telefono prima che te lo spacchi in testa." "Mh?" Quanto lo invidio, pure io vorrei avere il sonno pesante come il suo.Esco la testa dal cuscino e gli do un colpo sulla spalla per farlo svegliare, "Il! Telefono!" Jungwon si lamenta e, tenendo gli occhi ancora socchiusi, prende il telefono e risponde, senza guardare chi fosse. "Pronto?" Mi tranquillizzo finalmente e mi giro dall'altra parte, pronta per addormentarmi nuovamente e dormire per altre due ore. "Ti avevo detto che non sarei tornato a casa, mamma." Okay, forse il mio sonno può aspettare qualche minuto. "No." Non sono una ficcanaso, solitamente, ma mi piacerebbe davvero sentire cosa sta dicendo sua madre per farlo arrabbiare così tanto. La sua voce è fredda, roca dato che si è appena svegliato, e solo dal tono si può notare quanto sia nervoso. Mi giro ancora nel letto, questa volta per guardarlo, si è seduto, il petto ancora nudo e i capelli sono peggio di come li avevo lasciati poche ore fa. Alla fine non dice più nulla, alza gli occhi al cielo e stacca, senza salutare, e spegne il telefono.
"Va tutto bene?" Si passa una mano tra i capelli e sospira. "Dovrei essere ad un pranzo importante in questo momento." Sbatto le palpebre più volte, non so se essere stupita, forse dovrei. "E perché non stai correndo a prendere l'autobus?" "Perché preferisco mille volte stare qui e pranzare con te che sentire mio padre lamentarsi per come abbia lasciato Sihyeon davanti a tutti i suoi colleghi." Ha senso, al posto suo farei lo stesso. Poggia la testa sul mio petto e chiude gli occhi, involontariamente la mia mano vaga tra i suoi capelli, ormai so che gli piace quando lo faccio. Nervosamente gli arricciolo delle ciocche con l'indice, forse è il momento giusto per parlare di Sihyeon e di ciò che ha detto a Jungwon ieri sera, sempre se lo ricorda. Inizia a salirmi l'ansia solo a pensarci, tanto che il ragazzo sopra me alza lo sguardo. "Tutto okay?" Smetto di accarezzargli i capelli prima di fargli involontariamente venire la calvizia prime dei ventanni.
"Ieri hai detto di aver parlato con lei.." Jungwon si sposta in modo da potermi guardare in faccia, il mio braccio sotto il suo collo e adesso condividiamo pure lo stesso cuscino. "Non ricordo molto." Gli faccio un mezzo sorriso. "Immagivano." E forse è meglio così. È meglio che Jungwon non ricordi tutto ciò che Sihyeon gli avrà detto della mia famiglia, vorrei poter dimenticare io al posto suo. Il ragazzo mi sposta un ciuffo da davanti gli occhi e lascia la mano sulla mia guancia, accarezzandola con il pollice. Mi sento così tranquilla qui con lui che potrei addormentarmi di nuovo da un momento all'altro. E infatti, faccio per chiudere gli occhi, ma Jungwon inizia a parlare di nuovo. "Miyoung, in ogni caso è qualcosa di tuo, voglio che sia tu a parlarmene." Lascia scivolare la mano sotto le coperte e quasi non lascio un sospiro di lamento alla mancanza del suo tocco. "Scusa," Dico, mentre lui si sposta nuovamente, questa volta mettendosi a pancia in su per guardare il soffitto. "Non penso di essere pronta a parlarne."
"Posso aspettare anche una vita intera per te."
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dazed;; enhypen
Fiksi Penggemarenhypen band!au fakedating!au Sono stata cresciuta con la convinzione di non meritare l'amore o l'adorazione di nessuno, con la convinzione che nessuno sarebbe mai rimasto mio amico, con la convizione che prima o poi tutti vanno via. Eppure, ogni vo...