💋II💋
Salita su quel treno, mi sentivo bene, quasi in estasi. Non capivo il perché, ero solo una ragazzina innocente che era salita su un mezzo, avendo chiesto ad un perfetto sconosciuto di accompagnarla a casa nel bel mezzo di un temporale. Ero bagnata fradicia e più passava il tempo più tremavo. Non smisi nemmeno un secondo di guardarlo. I suo ricci bagnati dall'acqua piovana, il modo in cui districava i suoi capelli con la mano destra, quel sorriso smagliante che ogni tanto mi mostrava girandosi verso di me, tutto questo era confortante e mi faceva sentire al sicuro, anche se parlando chiaramente, in quella sera, tra due semplici sconosciuti, di sicuro non c'era niente. Federico si avvicino e porgendomi la sua mano si presentò dicendo di non avermi mai vista, quello che riuscii ad accennare fu un semplice sorriso, senza nemmeno riuscire a mostrare la dentatura per paura che si vedesse quanto io stessi tremando in quel preciso momento. Un pò per l'ansia, o un pò per il freddo, quella sera non riuscivo a fermare quel fastidiosissimo tremore. Federico fu molto gentile quella sera, si preoccupò così tanto per me che mi accompagnò a casa, nonostante il freddo e il temporale, che ormai sembrava in procinto di smettere. Senza più chiedermi altro, Federico, una volta arrivati sotto casa si chinò e dandomi un tenerissimo bacio sulla guancia mi augurò buonanotte, e voltandosi lo vidi sparire tra gli alberi del mio vialetto della periferia milanese. Sempre più fradicia salivo le scale, senza ovviamente risparmiarmi le urla della mia mamma che non fece a meno di rimproverarmi dell'acqua che camminando mi lasciavo alle spalle, come se fosse colpa mia. Quello che feci fu evitare i miei, che erano anche fin troppo impegnati per venirmi a prendere in auto, e andare dritta in camera mia. Fu solo guardandomi allo specchio, che ancor prima di notare il mio mascara, che ormai mi aveva ridotto un mascherone simili a quelli fatti dai bambini che si intravedono alle feste di carnevale degli asili, notai che avevo dimenticato una cosa che non era mia. Avevo ancora indosso il suo giubbotto. Era davvero un grande guaio ma almeno avrei avuto la scusa per provare a cercarlo e magari riuscire a ringraziarlo, questa volta con una voce meno tremante, per ciò che aveva fatto quella sera, tutto per una perfetta sconosciuta .
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Attraverso gli occhi del sentimento
RomanceSemplicemente me stessa e la mia storia. Quello che vivo, ma che soprattutto riesco a vedere attraverso i miei occhi, il riflesso di quello che provo, un sentimento indefinito al quale non riesco nemmeno a dare un nome. Sarà amore? Oppure il vero am...