01. La 1°A

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Giugno 2023
Sono passati due anni da quando ho cominciato la storia, e poco meno da quando mi sono bloccata e l'ho lasciata in un angolo. Ho avuto diversi problemi e nel frattempo sono cambiata, ho fatto la maturità e ho iniziato a pensare al mio futuro. Ma c'è una cosa su cui sono irremovibile: l'amore che provo per questo manga/anime e per Bakugou. Ora che ci penso, nel frattempo ho fatto persino un tatuaggio che lo ritrae. Sono cambiate molte cose nella mia vita, ma è tornata la voglia di riprendere questa storia. Qualche giorno fa sono rientrata nell'account e leggere i diversi commenti mi ha fatta sorridere. Grazie per tutti coloro che mi hanno supportata. Probabilmente nemmeno vi ricorderete di questa storia, ma è grazie al vostro affetto se sono tornata. Buona lettura <3

Avevo venti paia di occhi puntati addosso, mentre per scaricare l'ansia torturavo la gonna della divisa. Gli animi dei ragazzi sconosciuti davanti a me sembravano agitati, forse a causa dell'attacco alla USJ di cui avevo sentito parlare in televisione. L'uomo al mio fianco, che in quel momento aveva bende a coprirgli tutto il corpo, richiamò l'attenzione degli alunni. Mi accorsi di aver trattenuto il fiato quando sospirai nel momento in cui la maggior parte degli sguardi si distolsero dalla mia figura.

«T/n T/c da oggi frequenterà la vostra classe», annunciò il professor Aizawa con tono alquanto neutro. «In realtà sarebbe già dovuta esserci dal primo giorno, ma per motivi personali non è stato possibile», aggiunse, lasciando un alone di mistero, che rese alcune espressioni curiose.

«Adesso vai a sederti, più tardi penserete alle presentazioni», disse rivolto a me. Ringraziai in un inchino e annuii, per poi dirigermi nell'unico posto libero. I diversi sguardi mi resero irrequieta e dovetti stare attenta a non inciampare a causa dell'ansia. Fortunatamente, fui abile in questo e arrivai tutta intera al mio posto.

Mi sedetti e immediatamente la ragazza alla mia sinistra si girò verso di me, con un ampio sorriso. Noncurante di trovarsi a lezione, iniziò a parlare ad alta voce e con tono esuberante. «Piacere, T/n! Io sono Mina Ashido. Come sei carina! Sembri molto si-»,  venne però subito interrotta dal professore, visibilmente infastidito dal suo chiacchierare a raffica.

«Scusi», disse lei, congiungendo le mani e sorridendo in modo colpevole. Aizawa annuì, poi portò l'attenzione sull'intera classe, facendo scorrere il suo sguardo su ognuno di noi. «Bene. Come stavo per annunciarvi, il festival sportivo è alle porte», comunicò, facendo esaltare tutti quanti. Un sorriso spontaneo mi apparve sul volto, ma allo stesso tempo una sensazione di preoccupazione si insinuò in me.

«Abbiamo subito da poco un attacco dei villain, lei pensa sia sicuro tenere un festival?», ribattè una ragazza dai capelli corti, posta in prima fila. Questa domanda portò un po' di titubanza tra tutti i presenti.
Non sapevo tutti i dettagli, ma era la notizia del momento, quindi era inevitabile che lo sapessi. Fortunatamente non c'erano state morti e All Might era arrivato a salvare la situazione. Nessun alunno era stato ferito in modo grave, questo grazie anche alla protezione di Aizawa e numero 13.

Il professore ci rassicurò, continuando a parlare dell'evento. Ci sarebbero stati dei pro hero ad osservarci e a studiarci e, per questo, dovevamo dare il meglio di noi stessi.
Io però, partivo svantaggiata e avrei dovuto allenarmi il doppio se volevo arrivare al loro livello.

«L'assemblea è conclusa», furono queste le ultime parole di Aizawa, prima che uscisse dall'aula.
Un'ora dopo l'altra poi, conobbi gli altri professori, i quali spiegarono nuovi argomenti. Fortunatamente non ero mai andata malissimo a scuola, quindi mi sarei messa in pari facilmente. Quando finalmente anche la campanella della pausa suonò, rilassai i muscoli che erano rimasti tesi fino ad allora.

Cementos se ne andò non feci in tempo a sbattere le palpebre, che il mio banco fu circondato dai miei nuovi compagni di classe.
La ragazza di prima, la quale aveva i capelli rosa e la pelle del medesimo colore, poggiò le mani sul banco dinnanzi a me, guardandomi con aria esaltata. Mi sentii in imbarazzo a causa delle attenzioni che stavo ricevendo, ma sorrisi. «Scusa per prima. Aizawa è un po' brontolone, ma è un professore eccellente!», esclamò.

Annuii, «sì, sembra tenerci davvero tanto a voi».
«Io sono Kirishima Eijiro, piacere! Non vedo l'ora di vederti combattere al festival. Sarà divertente!», disse un ragazzo dai capelli rossi, avvicinandosi a me. Mi sorrise e immediatamente notai i suoi denti appuntiti, proprio come le sue ciocche.

Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere, che un altro ragazzo prese parola. «Mademoiselle, probabilmente mi hai già notato, ma mi presento. Il mio nome è Aoyama Yuga», affermò, per poi mettersi in una posa del tutto eccentrica. In realtà no, non lo avevo notato, ma sembrava talmente sicuro di sé che stetti zitta.

Di nuovo, questa volta fortunatamente, senza lasciarmi il tempo di parlare, un ragazzo dai capelli verdi mi sorrise dolcemente. «Ciao T/n. Io sono Midoriya Izuku. Posso chiederti che quirk hai?», mi domandò, per poi iniziare a borbottare tra sé, ipotizzando una mia possibile unicità.

«Aspetta, prima rispondi a me. Perché sei arrivata solo ora? Come mai non sei potuta venire all'inizio?», chiese un tipo, che venne subito guardato male dalla ragazza dai capelli corti che prima era intervenuta nel discorso del professore.
«Kaminari! Ma sei un idiota?» urlò, trucidandolo con lo sguardo. Dopodiché mi sorrise imbarazzata. «Scusalo, T/c».

«Ragazzi, come rappresentante vi chiedo un po' di contegno! Non vedete che la mettiamo a disagio?»

Bloccai tutti, prima che potessero andare avanti a parlare. «Ragazzi, sono davvero felice di conoscervi e mi piacerebbe stringere un legame con voi. E vi chiedo scusa in anticipo se non ricorderò subito i vostri nomi. Sapete, sono un po' smemorata...», affermai imbarazzata. La memoria non era il mio forte e mi sentii un'idiota nell'averlo detto apertamente.

«Avete sentito? Se volete presentarvi, mettetevi in fila indiana, così da non creare scompiglio!», ordinò nuovamente il ragazzo che a quanto avevo capito, era il capoclasse.
Nuovamente, nessuno gli diede retta, scatenando anche l'ilarità di una ragazza dai capelli castani. «Perdonalo, alle volte tende ad esagerare», mi sorrise, trasmettendomi la tranquillità che mi serviva in quel momento.

«Insomma, Iida! Stiamo facendo amicizia, mica siamo alla mensa dei poveri!» esclamò il ragazzo che poco prima mi aveva fatto la domanda scomoda.

«Ehi Bakugou! Tu non vieni a salutare la nostra nuova compagna?», domandò il rosso di cui già mi ero dimenticata il nome ad un altro ragazzo.
Mi voltai e notai il suo interlocutore seduto, con sguardo annoiato davanti a sé. «Tsk, sai che mi importa. Non è altro che un'altra comparsa lungo il mio percorso», commentò con voce bassa. Quasi sobbalzai per la sua arroganza. «Bakugou!», lo ammonì l'altro.

Lui, in risposta, portò la testa bionda all'indietro e mise i piedi sul banco, facendo quasi morire di crepacuore il nostro rappresentante, che iniziò a balbettare istericamente.

Quella scenetta alleggerì la tensione e mi accorsi anche di non aver risposto a nessuna delle domande che mi avevano posto.
«Scusa per prima, sono stato indiscreto», disse grattandosi la nuca Keg...Kani...colui che iniziava con la K. «Tranquillo, non ci sono problemi», lo rassicurai, ma il suo sguardo seppur pentito, aveva sempre un fascio di curiosità. Quindi risposi: «semplicemente mio padre ha avuto un brutto incidente e ho preferito stargli vicino».

Lui sgranò gli occhi, chiedendomi nuovamente scusa. Poi mi voltai verso il ragazzo dai capelli scompigliati per rispondere alla sua domanda, ma notando che confabulava ancora tra sé, lasciai perdere. Durante la pausa pranzo mi sedetti tra Mina - l'unico nome che ricordavo- e la ragazza invisibile. «Appena te la sentirai, ti elencherò i nomi di tutti, con anche le caratteristiche e i quirk. Mi dispiacerebbe se al festival sportivo dovessi partire senza alcun vantaggio», mi propose la ragazza alla mia destra.

«Non so come ringraziarti, davvero. Mi saresti d'aiuto», risposi io, mentre sentivo poco lontano il ragazzo dai capelli a punta sbraitare parole aspre contro un altro ragazzo con cui non avevo ancora avuto l'occasione di parlare. «Tranquilla, ci farai l'abitudine», disse l'invisibile di fronte a me. Ridacchiai, perché non mi sarei aspettata di trovare una classe così movimentata. Si vedeva che erano già uniti, anche se non lo dimostravano apertamente.
E, poco ma sicuro, ero certa che stando con quei ragazzi non mi sarei mai annoiata.

La Tempesta Nei Tuoi Occhi || Bakugou x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora