Prologo

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Ai superstiti.
A chi a ha sofferto talmente tanto da dimenticarsi cosa si prova a vivere.
Alla me di anni fa, quella spenta e fragile, che considerava la morte l'unica soluzione.
E infine a te, che anche se non ci sei più, respiri implacabile nel mio cuore. Grazie per avermi insegnato a camminare da sola, a non perdere la speranza e a vedere la luce verde di cui mi hai tanto parlato.
Perché anche se non potrai leggere queste righe, te le dedico con tutta me stessa.
Non ti dimenticherò mai.


Mi sentivo spenta, disorientata e ferma al passato. Non vivevo il presente ed ero convinta che non esistesse più alcun futuro. Intorno a me tutto si era sgretolato quel 9 ottobre di tre anni prima, inclusi i battiti fiacchi del mio cuore, all'apparenza ancora vivo e pulsante.
Tutti credono in qualcosa. Ogni persona in cui mi imbattevo aveva uno scopo. Ma non io.
Ero annebbiata, cieca. Vivevo in un'illusoria bugia e continuavo a mentire agli altri e alla mia coscienza macchiata. Essere salvata era impossibile. Essere amata, ancora meno.
L'amore? Io stessa non provavo da chissà quanto, oramai, quel sentimento effimero e sovrastante che spinge un essere vivente a compiere atti estremi.
Dicono che l'anima gemella e il vero amore siano due figure ben distinte. Io non avrei mai pensato di incontrare qualcuno che fosse entrambe le cose, qualcuno come lui. Non ero pronta a lasciarmi stravolgere la vita in quel modo. Eppure, la verità è che non si sceglie da chi essere salvati o amati. A volte, sono loro a decidere per noi.
Tuttavia, di una cosa ero certa: vivere in quel modo mi stava uccidendo lentamente. E credevo di essere indifferente agli altri, sola. Non avrei mai potuto sbagliarmi di più.
Perché l'implacabile voglia di vivere di quei due grandi occhi cerulei mi avevano invasa senza preavviso.
Ne Il grande Gatsby, Fitzgerald scriveva: «Allora ci è sfuggito, ma non importa; domani correremo più forte, allungheremo le braccia ancora di più... E un bel mattino... Così navighiamo di bolina, barche contro la corrente, riportati senza posa nel passato».
Forse è proprio nella lotta contro le avversità che risiede l'essenza dell'umanità. Anche se a volte può rivelarsi un'ardua impresa, anche se rimaniamo immobili, così come ero io. Perché nonostante le difficoltà e le sofferenze, forse, in realtà non siamo poi così soli come pensiamo. Forse, dopotutto, possiamo ancora remare contro corrente e sovrastare l'onda dell'impossibile.

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