Il barbiere

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Sangiovanni pov's
La mattina seguente mi sveglio abbastanza presto e mi guardo allo specchio. Cazzo, ho dei capelli spaventosi. Scrivo a Margherita sperando che sia sveglia e le chiedo di accompagnarmi dal barbiere. Come al solito, mi risponde dopo tre secondi e le dico che sarei passato sotto casa sua a piedi, che è di strada.

Appena la vedo inizia la sua ramanzina, che stranamente mi aspettavo:
«Ieri ti sei scordato di chiamarmi. Lo sai, vero?»
In realtà ci ho pensato ora.
«Amore, scusami ma ho avuto da fare con i miei.»
Sono abituato a inventarmi scuse, dato il suo continuo starmi col fiato sul collo.
Stranamente non dice nulla e si fa raccontare un po' le date dei concerti, e mi dice che cercherà di esserci se non è in vacanza con i suoi.

Mentre parliamo arriviamo dal barbiere. È nuovo, non so come mi taglierà i capelli, ma spero bene. Il salone non è troppo grande: alla casa c'è un uomo e ha come dipendente solo un ragazzo.

Parlo del taglio che vorrei al più adulto, che mi dice di rivolgermi al suo assistente.
Gli dico la stessa cosa e mi fa accomodare sulla poltrona. Inizio a parlargli, dato che lo vedevo un po' rifido e a me questi atteggiamenti infastidiscono: dice di chiamarsi Dennis, e non ama tanto fare questo lavoro, ma per il suo livello culturale è il lavoro adatto.

Deddy è molto alto (almeno 1.80 m), orecchino, labbra abbastanza carnose e uno sguardo che a tratti fulmina. Credo che piaccia molto alle ragazze; poi con il suo outfit nero corvino, dà ancora più l'aria di essere un cattivo ragazzo.

Mentre mi asciuga i capelli, lo sento canticchiare. Può sembrare banale, ma noto che ha davvero una bella voce. Stava canticchiando "Someone You Loved", quindi per incoraggiarlo a proseguire ho cantato con lui. Sa del mio essere famoso, quindi all'inizio indugia un po', ma poi comincia a cantare nel vero senso della parola.

«Bro, dovresti fare il cantante.» Dico.
«Detto da te...» Ride.
«Dico sul serio, spaccheresti.»
Dato che non lo sento parlare, proseguo.
«Di dove sei?»
«Son di Torino.» Risponde.
«Si sente.»

«E come mai qui?» Chiedo poi.
«Per cambiare un po' aria, e ho qualche parente.»
«Vivo proprio in questo palazzo, sopra al secondo piano.» Decide di continuare lui a parlare, dimostrandomi di essere interessato alla conversazione.
La mia ragazza intanto è seduta sui divanetti a gambe accavallate, mentre scrive velocemente un messaggio a non so chi con una mano sola.

«Vivi solo?» Chiedo.
«No, ho una ragazza.»
«Magari potremmo uscire insieme qualche volta, quella seduta è la mia fidanzata e forse potremmo trovarci bene tutti insieme.» Propongo di getto.
Ha la faccia di uno che non se l'aspetta una conversazione del genere, e in effetti ha ragione.
Alla fine accetta e ci scambiamo i numeri di telefono.

——

Spazio autrice.
Amori buonasera, so che è tardi ma stasera volevo scrivere un po'. L'incontro con Giulia per ora non è vicinissimo, però, come vedete, stanno entrando anche altri personaggi.
Buonanotte, Gaiastoriess.

Cresciamo insieme? //Sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora