La cosa bella, anzi la più bella, era che ero l'unica a non avere in mano con se una sigaretta in mano, il che mi fece pensare: devo chiederne una o me ne sto per cavoli miei? Optai per la seconda e feci bene perché in lontananza vidi una ragazza sola e sicuramente della mia età. Con l'aria di chi non sa cosa fare, mi avvicinai e alla fine notai che lei non mi aveva ignorato per tutto questo tempo ma, con la coda dell'occhio, mi scrutava anche lei un pò sperduta. Le poggiai la mano sulla spalla, lei si voltò e le chiesi come si chiamasse. Disse di chiamarsi "Amelie". Le chiesi di dove fosse e mi disse di provenire dalla Francia e di essere qui per uno scambio studenti. La scrutai meglio di prima e notai che aveva un grande stile, era una ragazza alta come me, occhi chiari come me, capelli marroni e ricci come me, gambe lunghe come me e infine notai che aveva i miei stessi jeans,erano li stessi. Continuammo a parlare per altri dieci minuti, fino a che non suonò la campanella e i ragazzi si fiondarono sulla porta: chi cadeva si rialzava e chi parlava smetteva e iniziava a correre.