Il Pozzo

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INT. GROTTA

SCARLETT, una ragazza vestita in abito da discoteca, si trova a terra priva di sensi, sdraiata su un cumulo di resti umani. Decine di mosche ronzano irrequiete nella grotta angusta e moderatamente illuminata.

Alcune di queste si depositano sulla testa rasata della ragazza, nutrendosi di alcune gocce di sangue che escono da una ferita aperta sulla nuca.

Delle torce, fissate alle pareti, illuminano la stanza con le loro fiamme. Sui muri vi sono disegnate varie raffigurazioni di mostri e di uomini che ne vengono sopraffatti.

Scarlett inizia a muovere qualche muscolo delle dita, serrandole su un brandello di carne.

Qualche mosca le ronza sul viso infastidendola. Con qualche scatto della mano le scaccia mentre l'intensità dell'odore presente nella stanza la costringe a smettere di respirare dal naso.

Disgustata, apre gli occhi e, vedendo lo stato di avanzata decomposizione di ciò che la circonda, si copre il volto con le mani.

SCARLETT
(sussurro)
Non è reale. Non è reale.

Quando una mosca le si deposita sulla fronte, inizia a urlare disperata.

Allontana le mani dal viso e cerca di alzarsi. I piedi scalzi scivolano nel sangue e finiscono per toccare il volto di un cadavere.

La ragazza non smette di urlare mentre si agita per evitare di toccare altri resti umani.

Gli occhi saettano in cerca di un angolo sicuro. Alcuni dei corpi ospitano al loro interno sciami di mosche.

Riesce, a carponi, a spostarsi verso una delle pareti, rimanendo concentrata su dove poggiare le mani.

Quando si trova a pochi passi dalla torcia, alcuni insetti le volano in faccia costringendola a chiudere gli occhi.

Inavvertitamente, una delle mani sprofonda nel ventre di un cadavere, immergendosi in uno sciame.

Rapidamente, Scarlett ritrae la mano gridando a pieni polmoni. La scuote per scacciare gli animali che vi si sono depositati mentre scatta verso la torcia.

Quando la raggiunge, le mosche l'abbandonano per tornare dov'erano.

La ragazza ispeziona il braccio schiacciata con la schiena contro la parete.

Porta una mano sulla nuca e tasta delicatamente la ferita aperta.

Afferra la torcia ed esamina la stanza in cerca di vie d'uscita.

Trova un tunnel sul soffitto, contorto quanto angusto. Valuta per qualche istante l'opzione, cercando qualcosa che le permetta di raggiungere la via d'uscita. Non ci vuole molto prima che si rassegni.

Con cautela segue i muri sventolando la sua fonte di luce.

Una delle raffigurazioni ritrae la Regina delle mosche intenta a cibarsi di un neonato.

Dopo aver passato in rassegna due pareti, trova una galleria di discrete dimensioni al livello delle ginocchia.

Si china per vederci dentro. Il tunnel, lungo e tortuoso, non mostra dove porta.

Scoraggiata, Scarlett prosegue il suo tour. Per sbaglio inspira con il naso iniziando a tossire, se lo copre e trattiene un conato. Aspetta qualche secondo a occhi chiusi per riprendersi.

SCARLETT
(sussurro)
Devi proseguire. Devi uscire da qui.

Titubante, torna a muoversi guardando esclusivamente i muri.

Tornata al punto di partenza senza trovare altro, sposta le fiamme verso la galleria della seconda parete.

La raggiunge rassegnata e, mettendo le braccia avanti, una delle quali ancora munita di torcia, entra.

La Regina delle MoscheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora