2.

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Tsukishima POV
Oggi Hinata mi sembra più agitato del solito, come se stesse cercando in tutti i modi qualcosa da fare.
Non che normalmente non lo faccia ma oggi lo fa in modo strano.
Bha non lo capirò mai.

Finiscono gli allenamenti e come programmato io e Hinata ci fermiamo ancora un po' per allenarci nel muro.
Ci danno le chiavi della palestra ricordandoci di chiudere quando vogliamo tornare a casa.
Spero che non mi tenga qui a lungo.
Escono tutti dalla palestra e ci siamo solo noi due, Hinata è fermo al centro del campo con una palla in mano,è silenzioso, sono poche le volte che non lo sento urlare o saltare da tutte le parti.

T: "Oi Hinata!"
Cerco di attirare la sua attenzione, lui alza la testa e mi fissa con uno sguardo interrogativo
T: "allora iniziamo? Non ho intenzione di stare qui con te tutta la notte."
H: "si... arrivo."
Continuo a non capire questo ragazzo, prima mi supplica per restare con lui ad allenarmi e adesso fa una faccia così "persa".

appena abbiamo iniziato a fare qualcosa gli è ritornata la sua solita espressione felice e pimpante.

Gli cerco di insegnare come leggere le mosse degli avversari per capire dov'è meglio murare.
Anche se non è facile ci sta mettendo veramente molto impegno, mi chiedo come faccia ad avere ancora così tante forze.

Ci stiamo allenando da circa un ora e mezza ma quasi non me ne accorgevo, ha un modo particolare di fare le cose e riesce anche a contagiarti con quella sua voglia di fare.
Non subito è riuscito a murere nel modo corretto e all'inizio non riusciva neanche ad atterrare nel modo giusto finendo col cadere per terra. Mi chiedo come faccia a fare quelle strani veloci se non riesce neanche ad atterrare in piedi.

Più prova a fermare la palla più diventa bravo, è anche riuscito a farne qualcuna di giusta e mi ha veramente stupito.
Abbiamo continuato a provare e provare senza fermarci mai e ora sono completamente esausto, non c'è la faccio più ,voglio solo dormire.

T: "Hinata basta sono stanco."
H: "ti prego alleniamoci ancora per poco."
T: "ho detto di no, sono stanco e voglio andarmene. Ma tu non sei mai stanco?"
Hinata mi accenna un sorriso
T: "non vuoi tornare a casa dopo tutto questo allenamento?"

Alla mia domanda si fa, come dire...triste.
Abbassa la testa e i suoi occhi anche se rivolti in basso mi sembrano spenti.
Questa sensazione dura qualche secondo poi mi risponde semplicemente con un "si" poco convinto fatto quasi per farmi contento.
Non credevo che avrebbe reagito così ma sono troppo stanco per fare qualsiasi cosa.

Hinata POV
Tsukishima non vuole più allenarsi con me per oggi, lo capisco anche io sono esausto ma non voglio tornare a casa.
Sistemiamo gli attrezzi e chiudiamo la palestra,poi usciamo dai cancelli della scuola e un breve tratto di strada lo facciamo insieme, infine ci salutiamo.
Tsukishima mi ha guardato molo oggi, spero che non abbia capito qualcosa.
Devo fingere meglio del solito, tanto ormai sono bravo a farlo.

Ad ogni passo che faccio mi avvicino sempre di più a casa e l'ansia si fa sempre più grande.
Arrivo davanti alla porta ed entro cercando di non farmi sentire. Netsu è già a letto e la mamma ancora al lavoro, siamo solo noi due.
Cammino verso il soggiorno e lo vedo, è seduto nella poltrona con una bottiglia di birra in mano.
Mi fa paura.
Lui si alza e sembra più arrabbiato del solito per non so quale motivo.

Padre : "hai fatto tardi oggi è...?
Dove sei stato? con i tuoi amichetti li a giocherellare tutto il giorno con la palla?
E alla casa chi ci deve pensare!?"
Resto fermo in mobile davanti a lui con la testa bassa,Non lo guardo negli occhi... ho paura

Padre: "e guardami mette ti parlo!"
Mi prende per i capelli e mi tira su la testa
Padre: "ma guardati, stai tremando come una foglia, che femminuccia!"

Si inizia a sfogare picchiandomi; sta volta però le sue mani fanno più male del solito. Si sta concentrando sulle braccia tirandomi pugni e calci.
Non c'è la faccio più.
Mi fa male tutto.
Non riesco a muovermi.
Non riesco a parlare.
Ma lui continua e continua, è sempre più ubriaco e ormai ha perso del tutto il controllo.
Mi lancia la bottiglia addosso e per coprirmi la faccia mi metto le braccia davanti.
La bottiglia si rompe e tutti i pezzettini di vetro mi tagliano la pelle.
Dopo poco finalmente se ne va in camera e mi lascia seduto da solo.

Sono rimasto tutta la notte per terra cercando di non fare rumore per non svegliarlo, è un incubo.

Se non ci fossi stato tu... | TsukiHina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora