Capitolo 1

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Mia sorella afferra il suo zaino di scuola da sotto la sedia di fronte a sé, si alza e cammina davanti agli altri fratelli seduti vicino a noi, esce dalla nostra fila di sedie e si unisce al gruppo che deve andare a battezzarsi.

Un fratello con un completo beige tiene in alto un cartello con su scritto IMMERSIONE e cammina tra i gruppi di sedie della platea. Dietro di lui, una fila di persone di ogni età lo segue in silenzio, tra i quali anche Camilla. Il cantico che parla della sacralità del battesimo risuona tra le pareti della sala delle assemblee. Adoro queste note.

Camilla mi sorride. Le restituisco il sorriso. Sono emozionata per lei.

Mia madre alza una mano e muove le dita per salutarla. Lei la imita e si allontana insieme a tutti gli altri prossimi fratelli.

Ho bene in mente l'emozione che si prova nel dedicare la propria vita a Dio. Al momento in cui il fratello che ti aiuta nell'immersione ti indica come mettere le braccia, ti dice come incrociarle sul petto e tenerti il naso tappato con le dita. Ma è nel momento in cui ti afferra per le spalle e ti immerge in acqua per un secondo e subito ti riporta a galla che ti senti come se stessi rinascendo.

Mi sono battezzata appena due anni fa e oggi tocca alla mia sorellina.

Mio fratello Samuele è in piedi tra i miei genitori. Le guanciotte rosa e la frangetta castana sugli occhi scuri lo fanno assomigliare a un angioletto. Guarda ammirato la processione come tutti gli altri. Chissà se sta pensando di battezzarsi o no.

È comunque troppo piccolo.

Un applauso scrosciante accompagna i prossimi fratelli fuori dalla sala delle assemblee. Adesso andranno negli spogliatoi, si metteranno i costumi ed entreranno nella piscina apposita.

***

Mio padre paga il pedaggio dell'autostrada e prosegue. Svolta per l'indicazione della nostra città e si ferma alla rotatoria per far passare le altre macchine.

«Samuele, cosa hai imparato da questa assemblea?» Lo guarda nel riflesso dello specchietto retrovisore.

Seduto tra me e Camilla, Samuele si soffrega una palpebra. Ha sonno. «Che Dio ci ama anche se siamo imperfetti.» Borbotta, appoggia la testa sulla mia spalla e soffrega la palpebra una seconda volta.

Mio padre ridacchia. «Hai sonno, eh?»

Lui annuisce e chiude gli occhi.

Mia madre si volta da sopra la spalla. «Dai, che siamo quasi arrivati a casa.»

Menomale. Anch'io non vedo l'ora di farmi una doccia e andarmene a letto. L'assemblea di un giorno è stata entusiasmante ma sfiancante. Mia sorella sta già sonnecchiando con la testa contro il finestrino.

Papà parcheggia nella nostra via, scendiamo dall'auto e chiudiamo le portiere in silenzio. Mi stacco dal petto il cartellino che mi identifica come Testimone di Geova e lo metto nella borsa.

Papà aggira la macchina e si affianca a me. «Lavinia, domani vieni in servizio con me?»

Sorrido. «Volentieri.» Anche se speravo di dormire un po' di più dato che ormai siamo in vacanza.

Mi cinge le spalle e proseguiamo fino al nostro portone. Mamma porta in braccio Samuele, le sta dormendo addosso e le sta bagnando la camicia con la saliva.

***

Ripongo il libro di geografia nello zaino, almeno per un po' posso dimenticarlo qui dentro. Lisa verrà a prendermi tra un quarto d'ora e devo ancora mettermi il costume. Mi avvicino all'armadio, lo apro e lo prendo. Mi spoglio e lo indosso.

Ti aspetterò sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora