Venne il giorno in cui nella famiglia Smitt nacque il primo figlio, che era bellissimo, con occhi azzurri come il mare e capelli neri come la notte. Lo chiamarono John, come il nonno materno. John, fin da piccolo, si dimostrò molto veloce nel comprendere le cose. James, il padre, si meravigliava ogni giorno, mese, anno che passava, e si andava sempre più convincendo che suo figlio era destinato a grandi cose. Infatti, quando compì tre anni, John già riusciva a scrivere frasi che sorprendevano i genitori da come erano scritte chiare, leggibili e che avevano un senso logico. Persino i maestri dell'asilo erano in difficoltà con John. Per il semplice motivo che per l'asilo era già troppo intelligente per restare, ma non potevano mandarlo in prima elementare, perché era ancora troppo piccolo, fisicamente non mentalmente. Allora decisero che fino a sei anni, cioè l'età giusta per andare alle elementari, ci fosse un insegnante che veniva all'asilo e lo preparasse per le elementari gradualmente. Quando compì infatti sei anni, venne anche per lui il primo giorno di vera scuola. I suoi genitori erano al quanto preoccupati, sia per l'impatto che avrebbe potuto avere su di lui la società, poiché all'asilo non si era fatto molti amici: solo il figlio dei loro vicini Robinson lo era, che distavano circa un paio di chilometri dalla loro casa, sia perché vivendo in un vecchio ranch, lontano cinquanta chilometri dal paese e quindi isolati, non avevano tanti rapporti con le altre famiglie.
John cresceva infatti solo con i genitori, anche perché in città non ci andavano quasi mai. Solo James, qualche volta vi si recava per comprare le provviste per la casa e per il ranch, ed ogni domenica per assistere alla santa messa con tutta la famiglia. Anche naturalmente James e la sua famiglia erano considerati da tutti un po' strani e anche un po' misteriosi, avevano un gran rispetto per lui e per come mandasse da solo il ranch. Comunque, l'impatto che John ebbe con la società, e soprattutto con i bambini suoi coetanei, non fu affatto disastrosa come credevano i suoi genitori, anzi seppe allacciare e coltivare buoni rapporti con tutti. Anche se i suoi compagni erano intimiditi dalla sua superiorità nel comprendere e capire i compiti affidatigli, per loro era un esempio da seguire. Un giorno però, in terza elementare e mentre John stava in bagno, successe un fatto molto strano. Mentre si stava lavando le mani, improvvisamente gli si illuminarono di una luce di un color argenteo. E man mano la luce si fece sempre più intensa, splendente, cresceva in lui il panico. John si impressionò a tal punto, che a forza di strofinarle sotto l'acqua col sapone, gli erano diventate tutte rosse. Poi si accorse che stava entrando qualcuno nel bagno. Non seppe in quel momento cosa fare. Si guardò in giro qualche secondo per cercar di trovare un modo. Ma alla fine, si mise la mani in tasca.
Il bambino che entrò, non era altro che il più cattivo della scuola, e si chiamava Raul Callagan. "Che diavolo fai li impalato con la mani in tasca, scemo", gli disse con arroganza Raul appena entrò in bagno e vedendo John fermo in mezzo al bagno. John era letteralmente atterrito da quel bambino. Non seppe ne cosa rispondergli, ne cosa fare. Raul, che non si poteva dire un bambino paziente, si avventò su di lui. Lo strattonò per un po'. Poi, dato che Raul era più forte, gli diede una spinta cosi forte che John, avendo la mani ancora dentro le tasche, sbatté la testa contro uno dei water che erano istallati lungo la parete. Dalla ferita procuratasi dalla botta, gli scese un po' di sangue. "Ma quanto sei stupido, non hai neanche tentato di proteggerti. Sei proprio un impedito. Ci vediamo ritardato", e uscì ridendo a squarciagola. Dopo un po', quando John capì che non c'era più pericolo, si tolse le mani dalla tasca e con suo stupore, ma anche sollievo, erano ritornate normali, solo un po' rosse dallo strofinamento di prima. Si alzò. Si lavò la faccia. Cercò di tamponare la ferita e quando il sangue si coagulò, uscì dal bagno. Quando ritornò a casa e i genitori videro la ferita, vollero una spiegazione di come se l'era procurata. Smitt rispose che stupidamente era scivolato in bagno e non aveva avuto il tempo per proteggersi dal colpire lo spigolo del water. Il che, in realtà, non era andato lontano dalla verità. Nei seguenti anni, John divenne molto bravo nello studio e si era fatto anche qual che amichetto, soprattutto il suo vicino di casa Tommy Robinson.
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Arcadia, La Nascita Di Un Nuovo Eroe
Fantasy"Arcadia" è il primo di tre romanzi fantascientifici scritti dall'autore. Narra di un possibile futuro e di uno spazio sempre più senza confini, con astronavi tecnologiche che si spostano con velocità inimmaginabili ma è sempre l'uomo il protagonist...