Capitolo 2

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Ci incamminiamo verso scuola, discutendo del più e del meno. Lei sta mangiando una brioche vuota e io mi sto fumando una sigaretta, mia madre odiava questo mio vizio, ma non mi ha mai imposto di smettere. Arrivati alla sua scuola la saluto e proseguo verso la mia, oggi è un giorno particolare perché arriverá un nuovo alunni nella mia classe. Siamo quasi alla fine del primo trimestre, fra qualche settimana ci saranno le vacanze natalizie, questo anno non credo che  festeggeremo però. Ma adesso non ci voglio pensare. Guardo l'orologio, è tardissimo, devo correre o non mi faranno entrare a scuola. Arrivo giusto in tempo, il bidello mi apre la porte mi guarda e sorridendo mi dice:

"Sempre in ritardo è Donatella?". Io lo guardo e lo saluto con la mano. Corro su per le quattro rampe di scale e quando arrivo in cima mi fermo per riprendere un pó di fiato e mi incammino verso la mia classe. Entro e mi metto a sedere vicino alla mia amica Sofia, e cominciamo a parlare delle varie interrogazioni che abbiamo nella mattinata. Ad un certo punto alzando gli occhi noto una figura maschile che non conosco, deve essere il nuovo ragazzo, sta parlando con la professoressa d'italiano, gli starà dicendo dove mettersi a sedere. La professoressa mi indica e mi accorgo che vicino a me è stato messo un banco e una sedia, quando sono entrata non l'avevo vista.

Lo osservo da lontano, è molto alto, ben messo, capelli di un nero corvino e degli occhi azzurro cielo, sono così stretti da sembrare quelli di un gatto. Ha una camminata suadente, molto lentamente si avvicina e si siede. Mi accorgo che lo sto fissando e immediatamente tolgo lo sguardo e comincio a sfogliare il libro di italiano. Mi sento osservata.

"Ciao, piacere mi chiamo Sofia e tu sei?.." chiede Sofia trepidante, tutte e due ci giriamo verso il nuovo arrivato.

"Ciao, mi chiamo Guglielmo, piacere.."

Ci sta fissando come se fossimo due alieni, come se avesse abitato fino ad oggi lontona da qualsiasi forma umana.

"Ciao io mi chiamo Donatella, da dove vieni?" chiedo con troppa curiosità, forse. Lui mi sta fissando, mi sento in inbarazzo e comincio a giocherellare con le mani cercando di distogliere l'attenzione dal mio viso che sta diventando paonazzo. Prima che abbia il tempo di rispondere la professoressa ci richiama all'ordine e comincia a spiegare. Italiano è la materia che preferisco di più in assoluto, è così bella e interessante! Io adoro leggere, è la mia passione più grande, lo ereditata da mio padre, lui era un bravissimo scrittore e mi ha trasmesso fin da piccola questa passione. Le due ore passano velocemente, e appena la professoressa esce dall'aula io mi giro verso il mio nuovo compagno di banco, che non ha smesso di fissarmi fino ad ora. Lo guardo, i suoi occhi sono magnietici, di un azzurro ipnotico! È così bello, disumano. Sento che le mie guance stanno riprendendo colore.

"Prima mi hai chiesto di dove sono vero?"mi domanda, cogliendomi alla sprovvista.

"Emh... si.." rispondo titubante, perché mi fa questo effetto? Non sono mai stata una ragazza timida, anzi sono sempre riuscita a non farmi mettere i piedi sopra la testa da nessuno.

"Beh.. prima di trasferirmi in Toscana abitavo a Roma."dice. Ah Roma! Adoro quella città, è stracolma di storia!

"Adoro Roma! È così bella!"dico.

Lui continua a guardarmi e inizia a sorridere, ho quasi paura. La mattinata continua lentamente, verso le 10:30 abbiamo un pausa per mangiare e fumare, un terzo della scuola si raduna nel bagno del mio piano, visto che è l'unico luogo dove possiamo fumare. Anche Guglielmo è venuto,  ha già fatto amicizia con alcuni ragazzi della classe, è un tipo socievole, o almeno così sembra.

Finite le ultime due ore mi avvio con una mia amica all'autobus. Ho così tanto sonno che riesco a stare in piedi a malapena.

Arrivata a casa salgo le scale e getto la cartella in terra, in cucina c'è mio fratello che sta cercando di cucinare.  Da quando i miei genitori non ci sono più lui ha cominciato a fare il possibile perché non ci mancasse niente, l'unica pecca è che non mi lascia un momento di libertà,  è molto protettivo. Un odore nauseante mi richiama alla realtà,  mi dirigo verso la puzza e vedo che proviene dal nostro pranzo che ormai è completamente carbonizzato. Mio fratello non è un gran cuoco, è l'unica cosa che non ha ereditato da mia madre, ha i suoi stessi lineamenti ma gli occhi di un nero intenso come mio padre. È un ragazzo di bella presenza, molto dolce e amorevole.

"Hamburger anche oggi Enri?"chiedo con una nota di ironia, lui mi guarda con fare esasperato e risponde:

"Ah! Riscalda i panini, almeno ti renderai utile a qualcosa!".

Mangiamo velocemente, e mio fratello va a farsi una doccia prima di andare al lavoro, lavora in banca. Si prepare, mi saluta dandomi un bacino sulla fronte e esce. Comincio a sparecchiare mentre guardo il mio telefilm preferito, metto le stoviglie nella lavastoviglie e inizio a spazzare.

Mi sento come una 'donnina di casa', ormai è compito mio. Quando finisco di guardare la televisione comincio a studiare, l'indomani avrò il test di diritto e non riesco proprio a farmele entrare nella testa! È arabo per me, non sono proprio portata per questa materia a differenza di Enrico, lui è un genio in tutto quello che riguarda il diritto e l'economia. Ad un certo punto mi distraggo e comincio a leggere i messaggi che di sono inviati i miei compagni nel gruppo di classe, sono sempre a scriverci e sembra che non abbiano una vita sociale al di fuori dei social network e whatsapp! Hanno aggiunto un nuovo numero, deve essere quello di Guglielmo.. lo fisso per alcuni secondi, quasi fossi imbambolata e decido di salvarlo. Spengo il telefono e riprendo lo studio. È una bella giornata di primavera, è quasi un dispiacere dover rimanere rinchiusa in casa a studiare.. scaccio l'idea di uscire e riprendo a ripassare.

Passano alcune ore, mi sono arresa e ho messo da parte diritto, mi sdraio dul divano e in men che non si dica mi addormento.

"Doni..Doni svegliati" Enrico mi sta dando delle piccole scossette al braccio per svegliarmi. Ho dormito così profondamente da non accorgermi nemmeno che mio fratello ero tornato a casa e aveva cucinato. Questa sera a cena da noi c'è la fidanzata di Enrico, Serena, una bellissima ragazza magra e slanciata con dei capelli lunghi di color nero.

È sempre stata molto affettuosa con me, mi ha sempre trattato come una sorella.

Ceniamo, e tutta la stanchezza accumulata nei giorni passati sembra scivolare via di dosso, almeno per ora. Finita la cena mi rinchiudo in camera, così da lasciare un pó d'intimitá ai piccioncini.. sono proprio una bella coppia.

Appena tocco il letto mi addormento, spero di passare questa notte al meglio, ne ho proprio bisogno.

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