Capitolo 3

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'Sto correndo, ho il respiro affannato. Corro corro, ma da cosa sto scappando?  Ho paura, non mi volto. Continuo a correre, più veloce di quanto già possa, la foresta è buia, inciampo, cado, mi guardo le mani, sto sanguinando, mi volto e vedo qualcosa di scuro che mi sovrasta e inizio ad urlare a squarcia gola....."

Mi sveglio di soprassalto, sono tutta bagnata, immersa nel mio sudore. Ho il fiatone, come se avessi corso veramente. Ormai questo sogno mi perseguita da alcune settimane, sto cominciando a pensare che ci sia qualcosa che non va in me.

Questa mattina me ne rimango a letto, so che dovrò affrontare il test di diritto da sola ma sono davvero sfinita e rischierei solo di addormentarmi mentre faccio le crocette.

Quando mi alzo mio fratello è già uscito, decido di prepararmi una colazione abbondante.

Dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani, vado a cambiarmi e esco. Andrò un pó da mia nonna. Mia nonna è un persona forte e tenace, non conosco nessuno come lei, quello che vuole lo ottiene perché ci mette il cuore in tutto quello che fa. L'ammiro molto.

La trovo impegnata a cucinare, quasi quasi oggi rimango da lei a pranzo. Era da molto tempo che non venivo a trovarla, anche se abitiamo vicine io ho sempre molto da studiare e non esco mai.

Invio un messaggio a mio fratello dicendogli che oggi siamo a pranzo dalla nonna. Spengo il telefono e mi esterno per un pó da quel caos che è il mondo, mi ci voleva proprio una mattinata con mia nonna. Con lei riesco a parlare di tutto, io mi confido e lei si confida, siamo molto legate.

Nel pomeriggio torno a casa e mi metto subito a studiare, mi trovo immersa nei miei pensieri quando mi ricordo di avere il cellulare spento.

Lo accendi e dopo pochi secondi comincia a squillare, avrò minimo 10 messaggi di Sofia e qualche sua chiamata, mi sono dimenticata di avvertirla che sarei rimasta a casa. Scorrendo su i messaggi ne trovo uno che mi spiazza, è di Guglielmo.

Panico. Come fa ad avere il mio numero? Domanda stupida, lo aveva grazie al gruppo di classe, come avevo io il suo. Leggo o non leggo? Perché sono così agitata? Avrà sicuramente sbagliato persona, perché dovrebbe mai scrivere a me? Nemmeno mi conosce! Dopo una decina di minuti decisi di aprire il messaggio. 

-Ciao. -

Una semplice parola, avrà davvero sbagliato persona? Dentro di me speravo di no.

Risposi con altro 'ciao' e aspettai. Ma niente, non ci fu risposta. Dopo un pó decisi di non pensarci e comincia a studiare.

Erano le 19:30 quando tornó mio fratello, la tavola era già apparecchiata e io avevo cucinato la carbonara, come mi aveva insegnato mio padre.

"Che buon odore!!" Esclamo entrando in cucina, era il suo piatto preferito e adorava quando glielo cucinavo. "Che sorella fantastica che ho! Questa volta lo devo proprio ammettere" disse ridendo, e mi diete un colpetto sulla spalla. Quando finimmo di cenare, lui sparecchió ed io cominciai a lavare i piatti, era la cosa che più odiavo perché tutte le volte che mettevo a scolare le stoviglie l'acqua mi gocciolava giù per il braccio facendomi rabbrividire. Enrico accese la musica e la radio cominciò a trasmettere 'Born in the Usa' di Bruce Springsteen! Adoravo quella canzone, e da come sculettava si capiva che piaceva anche a lui. Non potendo più trattenermi cominciai a ridere, era tanto che non ridevo così di cuore! A volte ero grata che mi fosse rimasto almeno lui.

" Mi stai per caso prendendo in giro?"disse con una punta di finto vittimismo. " Non potrei mai e poi mai, fratellino caro. " risposi io sorridendo sotto ai baffi. Mi stava fissando con circospezione, e senza che me ne accorgessi si avvicinó e cominció a farmi il solletico.
"Ti prego, ti prego basta! Mi arrendo! Giuro che non rideró mai più di te!"implorai sommessamente. "E vittoria fu!"esclamo Enrico smettendo di torturarmi.
Dopo questa scenetta familiare lui uscì, e poco dopo io mi addormentai sul divano, sperando di dormire senza sognare nulla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2015 ⏰

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