La sua tomba era lì, davanti a me, ma io non sapevo cosa fare. La guardavo di sbieco, con gli occhi lucidi a causa delle lacrime. Ogni volta che leggevo o sentivo il nome "Jason" il mio mondo collassava, distruggendo quei pochi pezzi che rimanevano del mio cuore. Le scritte sopra alla lapide risplendevano alla luce del Sole, che quel giorno si mostrava splendido. Ma niente nella mia vita era più "splendido". Ogni sorriso che facevo era per Jason, ogni risata che compariva sul mio volto era per Jason, ogni bacio che davo era per Jason. Ma in quel momento lacrimavo e basta. Jason non c'era più, ora ero sola. Certo, tutti gli altri semidei passavano delle giornate con me e cercavano di tirarmi su il morale, ma non era la stessa cosa.
Avevo provato molte cose: unirmi alle Cacciatrici (senza poi il consenso di mia madre), ri-fidanzarmi (ma non era vero amore) e molte altre alternative, ma non c'era niente da fare: la mia vita non aveva più senso senza di lui. Così, dopo averci pensato lunghe notti, avevo deciso di uccidermi: per tornare da Jason.
Così, tornata a casa, presi il mio pugnale e, esitando un po', lo avvicinai al petto...
...quando, ad un tratto, immaginai tutti i miei amici, vicino al mio corpo, che piangevano. Non potevo farlo. Dovevo agire anche per Annabeth, Hazel, Reyna, Percy, Leo e Nico, per la mia famiglia. Avrei dovuto trovare un'altra soluzione per riportare Jason in vita, qualsiasi cosa costasse. Avrei chiesto aiuto ai miei amici, ai miei fratelli e alle mie sorelle ma, in un qualche modo DOVEVO rivedere Jason. Lo avrei sempre amato, niente poteva più fermarmi.
Così, quella notte, invece che uccidermi, mi distesi sul mio letto e iniziai a dormire.
Come al solito gli incubi mi amavano: ogni notte mi venivano incontro pronti per distruggermi: sognavo già da tempo un luogo buio e tetro creato da grandi ammassi di roccia nera come il petrolio, attraversata da cinque imponenti fiumi creati da acque scure ed opache che trasmettevano rabbia e tristezza a chiunque le guardasse. L'aria era maleodorante e ricoperta da una fitta nebbiolina che assomigliava molto (anche troppo, per i miei gusti) a delle anime. Ovviamente, con un luogo così terribile, dovevo camminare per chilometri e chilometri fino a incontrarlo. Infatti, dopo tanta fatica arrivavo in una piccola isola in cui vedevo Jason. Egli però, malauguratamente, non riusciva a vedermi e, anzi, sembrava che non esistessi. Ogni notte provavo a parlargli ma lui non rispondeva, guardava solamente verso l'orizzonte mormorando incomprensibili parole, probabilmente in latino. Perciò restavo ore e ore a guardarlo, il mio magnifico "blond superman".
Ad un certo punto mi svegliai di soprassalto. Ero sudata fradicia, ma questo non era importante perché, proprio davanti a me ( come spuntato fuori dal nulla, cosa assai probabile ) mi trovai Nico di Angelo che mi guardava attentamente, come se fosse tutto normale.
Stava per succedere qualcosa di speciale, me lo sentivo, perciò, senza fare domande mia alzai, mi vestii e mi preparai a seguire Nico in uno dei suoi soliti viaggi nell'ombra. Chissà dove mi avrebbe portato e soprattutto: perché?...
------------------ ANGOLO AUTRICE
Ciao! Volevo dirvi che, dato che non ho ancora finito le sfide di Apollo e non sono ancora arrivata alla morte di Jason ( ho avuto vari spoiler ), non tutto coinciderà forse ma se per caso prima si sono lasciati o hanno avuto dei litigi se ne sono entrambi pentiti amaramente. Se non shippate la Jasper per favore nei commenti non scrivete che Piper si è messa con un'altra persona, grazie. Se vi piace la storia commentatela!
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Non riesco a vivere senza di te
Fanfictionè morto. Jason Grace ormai non c'è più. Tutti gli eroi, stanno tornando a vivere felicemente (per quanto ci riescano i semidei), ma Piper no. Non riesce a sopportare quel grande vuoto che da tempo prova a riempire. Colui che ama e che sempre amerà n...