Me lo aspettavo rosa

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Qualcosa che mi accarezza leggero il collo mi riporta pian piano alla realtà. Devo essermi appisolato un attimo facendo uno strano sogno in cui ero un gatto piccolo e peloso, finito tra le grinfie del lucidalabbra ambulante. Continuo a tenere gli occhi chiusi godendomi le carezze sotto al collo e comincio a fare le fusa.

"Aspetta, fusa?!" Apro di botto i miei occhi gialli guardando a testa in giù Ranmaru che mi sfiora con un dito proprio sotto al mento. È rannicchiato vicino al divano e mi guarda allegro con le sue grandi iridi azzurre.

«Finalmente ti sei svegliato! Ti ho comprato da mangiare, vieni.» Dice sorridendomi e alzandosi per poi andare diretto in cucina.

"Non era un sogno. Sono davvero un gatto e per di più intrappolato a casa del confetto rosa con i codini." Mi rimetto in posizione normale, stiracchiandomi. Ho i muscoli indolenziti a causa delle posizioni assurde che ho assunto mentre dormivo.

"Ma come diavolo fanno i gatti a stare comodi dormendo acciambellati in quel modo? Io mi sento una pezza." Sbadiglio e raggiungo Ranmaru in cucina continuando a stiracchiarmi fino alla punta della coda.

Arrivato lì, mi giungono al naso odori di ogni tipo che mi fanno venire l'acquolina in bocca: pollo, patate, prosciutto, formaggio, frittura. Sento ogni odore quadruplicato e il mio stomaco comincia a brontolare. Mi struscio alle gambe del più grande, miagolando impaziente.

"Su. Muoviti. Sbrigati. Dammi del cibo. Ora!" Miagolo più insistentemente continuando a formare un otto tra le sue gambe. Lo vedo sorridere e, alla fine, poggia per terra il piatto con la pietanza che ha preparato per me.

Mi si illuminano gli occhi e mi lecco i baffi d'aspettativa, ma quando mi avvicino alla mia cena, noto che è un'informe e strana poltiglia di carne. Alzo lo sguardo e vedo che Ranmaru tiene tra le mani una scatoletta di cibo per gatti. Storco il naso annusandola e la tocco con una zampa, sporcandomi con il brodo che la condisce. Non solo è puzzolente, ma anche molliccia oltre ogni dire! Scuoto energicamente la suddetta zampa spiaccicando poltiglia di carne praticamente ovunque nell'arco di qualche centimetro.

"Io non la mangio questa roba! Dammi il pollo!" Miagolo arrabbiato coprendo con la zampa lo schifo nel piatto.

«Cosa c'è che non va? Non ti piace, forse?» Chiede perplesso mentre mi guarda fare una fossa sul pavimento nel vano tentativo di fargli capire quanto mi faccia schifo quella pietanza.

"No, emerito idiota. Avrò anche le sembianze di un gatto, ma io sono U M A N O e voglio mangiare ciò che mangi tu!" Lo guardo con aria altezzosa pulendomi la zampa incriminata.

"Che schifo, quella roba ha anche un sapore pessimo."

Lo sento sospirare e cominciare ad armeggiare con qualcosa sul piano cottura finché non abbassa un piatto pieno di petto di pollo fatto a pezzetti. Mi si illuminano nuovamente gli occhi e mi avvicino annusando intensamente.

"Questo si che è cibo!" Mi butto col muso nel piatto e comincio a mangiare sfornando una sfilza di fusa. Lo sento ridacchiare e si accovaccia vicino a me grattandomi la testa.

«Abbiamo gusti delicati, a quanto vedo.» Dice continuando a sorridere.

Lo ignoro gustandomi la cena. Quando finisco, ho la pancia talmente piena che potrebbe benissimo strusciarmi per terra. Mi pulisco per bene il muso e mi guardo attorno, curioso. Ranmaru sta cucinando quindi potrei fare un giro turistico di casa sua. Mi avvio quatto quatto verso il salotto che già conosco dato che è l'unica stanza, oltre la cucina, in cui sono entrato, quindi devio ed entro nella prima stanza che mi si para davanti: il bagno. È in stile moderno con le pareti di un tenue azzurro.

"Devo ammettere che me le aspettavo rosa." Ghigno nella mia testa.

Sto per uscire quando i miei sensi felini la fanno da padrone e mi fanno puntare gli occhi sul rotolo di carta igienica. "Cosa avrà di così attraente un rotolo di carta igienica?", si potrebbe pensare. Non lo so, ma sento l'irrefrenabile voglia di tirarla giù. Così prendo le misure e, con un balzo, affondo le mie unghie nel pezzo che ciondola dal portarotolo.

"È così divertente!" Miagolo felice continuando a staccare pezzi dopo pezzi, a srotolare la carta tirandola con la bocca, finché non resta altro che la parte in cartone. Non contento del mio lavoro, comincio a sbrindellare le veline che giacciono sul pavimento creando tanti piccoli coriandoli che svolazzano ad ogni mio movimento. Continuo a rotolarmi su quel che resta della carta igienica quando, improvvisamente, sento Ranmaru cacciare un gridolino di sorpresa.

Salto in aria guardandolo innocentemente e miagolo appena, facendomi piccolo piccolo sotto al suo sguardo di rimprovero.

«Non si fanno queste cose.» Dice prendendomi per la collottola.

Mi appallottolo con la coda tra le zampe e continuo a guardarlo con gli occhioni grandi nella speranza di impietosirlo e passarla liscia. Vedo il suo sguardo intenerirsi e mi mette tra le sue braccia per portarmi fuori dalla scena del crimine.

«Sei davvero una piccola peste! Ne combini una più del diavolo. Direi che il nome è proprio azzeccato.» Sussurra muovendo un dito davanti ai miei occhi.

"Cosa vorresti insinuare con questo?!" Assottiglio lo sguardo cominciando a mordergli il dito con forza. Lo sento mugugnare di dolore e spostarlo dalla mia bocca.

«Finirai per farmi un buco, di questo passo.» Si lamenta sfiorandomi il naso col dito che cerco nuovamente di acchiappare. Ridacchia e mi riporta in salotto per poi depositarmi sul divano.

«Per stanotte dormirai qui. Domani vado a comprarti una bella cuccia morbida.» Dice carezzandomi le orecchie. Sposto la testa con uno scatto infastidito e mi gratto uno dei due padiglioni auricolari. Mi ha fatto venire il prurito.

«Beh... allora buonanotte, Masaki.» Sussurra posandomi un bacio sulla testa. Resto bloccato con la zampa di dietro in aria e spalanco gli occhi in preda allo stupore. Lo guardo quasi in trance mentre si dirige verso camera sua .

"Mi ha... baciato? Cioè, non ha baciato davvero me, ma il gatto. Eh, ma il gatto sono io!" Comincio a fare pensieri sconnessi e senza senso. Il contatto delle sue labbra sulla piccola testa pelosa che mi ritrovo mi ha fatto andare in tilt.

"È stato... piacevole. No! Ma che diavolo vado a pensare?!" Scuoto il capo cacciando via ogni tipo di pensiero su Ranmaru e le sue labbra. Quasi mi arrabbio con me stesso e mi maledico mentre cerco una posizione comoda per la notte. La pancia piena e il movimento fatto nel bagno mi fanno crollare subito in un sonno pesante.

Vita da gatti || Inazuma Eleven GODove le storie prendono vita. Scoprilo ora