Passo un'altra mezza giornata infilato sotto al divano a godermi un po' di pace. Oggi, stranamente, non mi andava di fare granché, ho avuto la testa da tutt'altra parte; precisamente ero impegnato a maledire quello sciamano da quattro soldi. Mi ha sconvolto totalmente la vita e non so per quanto andrà avanti questa situazione. E poi, arrivata una certa ora, è spuntata la madre di Ranmaru carica di buste che ha poi lasciato qui e, per quanto io sia irriconoscibile in versione gatto, non voglio che qualcun altro mi veda conciato così. Sospiro e sentendo addosso una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse guardando insistentemente, giro la testa incontrando una delle iridi azzurre della fragola che mi fissa con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Hai intenzione di startene infilato la sotto per tutta la serata? Che ne dici di venire a farmi compagnia per cena?» Chiede dolce.
Lo guardo altezzoso e decido di uscire dal mio angolo di pace.
"Ma non pensare che sia uscito perché me l'hai chiesto. Ho solo bisogno di sgranchirmi un po'." Lo sorpasso tenendo il naso all'insù e, continuando a guardarlo con superiorità, mi piazzo davanti al frigorifero. Mi guarda ancora inginocchiato a terra per poi alzarsi con una risatina e raggiungermi.
«Non smetterò mai di ripeterlo: sei uguale a lui. Mi snobbi esattamente allo stesso modo e mi hai sconvolto la casa e la vita per come avrebbe fatto lui.» Dice ridacchiando.
"Ooooh caro mio, avrei fatto anche di peggio. Sai perfettamente che ne sono capace." Ghigno mentalmente aspettando la mia cena.
Quando finiamo di mangiare, Ranmaru si piazza sul divano a guardare un po' di TV ed io lo seguo cercando di salire goffamente sul cuscino.
«Fermo, fermo, fermo. Se continuerai così, farai fare al divano la stessa fine delle tende.» Dice prendendomi dalla pancia e posizionandomi accanto a lui. Non sarebbe male come idea, quella di ridurre a brandelli questo magnifico e morbidissimo divano, ma non vorrei far arrabbiare di nuovo il confettino per poi finire per strada.
Comincia a fare zapping finché non trova un canale dove parlano di fantastici viaggi in posti altrettanto fantastici e lo vedo perdersi tra i suoi pensieri.
«Chissà cosa starà facendo Masaki, in questo momento. Sicuramente si starà divertendo e godendo il sole e i luoghi paradisiaci che si trovano alle Maldive.» Dice ad un tratto con i suoi soliti occhi sognanti.
"Già... le Maldive... io dovevo essere lì, non qui sotto le sembianze di un dannato gatto." Mi acciambello triste e mogio, se potessi piangere ora come ora sarei in una valle di lacrime.
«Ehi, piccolo, perché tremi? Hai freddo?» Chiede Ranmaru carezzandomi la testa. Non mi ero nemmeno accorto di aver cominciato a tremare come una foglia a causa dell'enorme tristezza mista a rabbia che ho dentro.
Senza pensarci su due volte, mi afferra posizionandomi poi sulle sue gambe. Resto interdetto per un attimo, indeciso sul restare lì o scendere e infilarmi nuovamente sotto al divano.
"Oooooh, al diavolo! Voglio le coccole." Così opto per la prima opzione e mi acciambello sulle sue gambe godendomi le coccole e il calore che emana il suo corpo, il tutto accompagnato da una sinfonia di fusa. Il suo tocco tra le orecchie riesce a tranquillizzarmi e mi sento bene tra le sue braccia, quasi protetto.
"Non sarà che lo sciamano aveva ragione?" Continuo ad essere un po' confuso riguardo questa storia. Insomma, non è che io sia follemente innamorato del confetto ma... sento di star cominciando a provare qualcosa ed è piacevole.
Mi beo delle attenzioni che mi rivolge e sento di essere sul punto di addormentarmi sulle sue gambe, ma ecco che il suono insistente del telefono che squilla rovina tutto facendomi saltare in aria. Ranmaru mi poggia sul divano e va in cucina a rispondere, chiedendosi tra sé e sé chi possa essere a quest'ora. E, giustamente, chi altri poteva essere se non quel rompiballe del suo migliore amico, noto come Shindou Takuto? Posso dire definitivamente addio al mio momento di coccole.
Scendo contrariato dal divano e lancio uno sguardo carico d'odio in direzione della cucina dal quale arriva la voce allegra del mega zucchero filato alla fragola che chiacchiera amabilmente col piagnone.
"Com'è che sta sempre in mezzo alle scatole? Avevo le attenzioni di Ranmaru tutte per me..." Scuoto la testa camminando un po' contrariato per tutto il salotto finché non vado a finire col muso davanti ad una delle buste portate nel pomeriggio dalla madre di Ranmaru. Infilo curioso il naso dentro il sacchetto facendolo cadere di lato e, per fortuna, questo non fa rumore come la busta della spesa che ho fatto cadere ieri. Da dentro, rotolano fuori due grossi gomitoli di lana colorata che fanno scattare immediatamente i miei sensi felini: nel giro di due minuti ogni cosa all'interno del salotto è interamente legata da una ragnatela di fili variopinti.
Continuo a far rotolare i gomitoli tutto contento, inseguendoli e mordicchiandoli, finché non sento Ranmaru cacciare un gridolino disperato e mi fermo con aria colpevole.
«Ooooh andiamo! Masaki, ma cosa devo fare con te? Non ti posso lasciare solo nemmeno cinque minuti che mi rivoluzioni la casa. Mia madre mi ammazza non appena scopre che fine ha fatto la sua pregiata lana.» Dice inginocchiandosi accanto a me e cominciando a riavvolgere i gomitoli. Miagolo piano con l'intento di chiedere in qualche modo scusa e di stare fermo, ma il movimento dei fili mi distrae e finisco col fare l'agguato ogni qualvolta la punta del filo si sposta.
Con mia grande sorpresa, Ranmaru non si arrabbia, anzi, ridacchia divertito dal mio comportamento e mi sposta i fili di lana davanti al naso per far sì che io li acchiappi. Continuiamo così fino a che non li riavvolge tutti e li posa nella busta che appende in una sedia per evitare che finiscano nuovamente tra le mie grinfie.
«Che dici piccolo, andiamo a dormire?» Chiede sbadigliando e stropicciandosi i grandi occhi azzurri. Mi struscio al suo braccio, mi afferra e, alzandosi, mi porta in braccio su per le scale diretti alla sua stanza.
«Oh, a proposito, domani viene Takuto. Quindi cerca di comportarti bene con lui.» Dice quasi severo.
Spalanco gli occhi gialli non appena apprendo la notizia e decido che mai e poi mai mi sarei fatto vedere da Shindou così.
"Ci mancava solo lui. Vuol dire che me ne starò infilato sotto al divano per un'altra lunghissima giornata."
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Vita da gatti || Inazuma Eleven GO
Fanfiction[RanMasa con accenni alla RanTaku] Masaki Kariya, ragazzo appena ventenne e dal carattere scontroso e schivo, entrerà nella tenda di uno sciamano con l'intento di deriderlo e metterlo nel sacco in quanto pensa che egli sia solo un ciarlatano. Tuttav...