Chapter one.

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Da: Will 4.27 PM


Ho ancora bisogno di te.


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"Dammi la chitarra Dan, voglio farvi sentire una cosa" sorrido e porgo la mano, Dan mi passa la chitarra e io prendendola, mi sistemo meglio sul marciapiede, allungo le gambe e sfilo il plettro incastrato tra le corde, intanto che imbraccio lo strumento con un'insolita grazia. "Non fate caso a me.." Mormoro e mi metto a suonare, perdendo timidamente lo sguardo nel vuoto.


Lasciati e rimessi a posto gli strumenti, prendo la mia bottiglia di birra e mi alzo, saluto tutti con un abbraccio e vado verso la stazione dei treni. Salgo su un treno che mi porta lontano dal centro e mi ficco in una cabina vuota, quindi metto le mie cuffiette e poggio la testa al finestrino. Le immagini, le persone, i colori iniziano lentamente a confondersi tra loro e a scorrere sul vetro come goccioline d'acqua, che vanno sempre più veloci. Il sole filtra tra gli alberi che corrono frettolosi, arancione, ed è il solo ad essere immobile in tutta quella mischia. Sono io che corro, ma non sembra. Assorta tra i miei pensieri chiudo gli occhi. Appena qualcosa mi sfiora la spalla fremo e li apro di nuovo, mi tolgo le cuffiette e metto a fuoco velocemente cosa ho intorno.

"Scusa, ti ho spaventata?"


Scuoto la testa, scossa, e confusa. Arrossisco per la figura di merda e inquadro il ragazzo biondo che mi si siede di fronte.

"Non ci sono posti liberi, ti dà fastidio se mi siedo qui? Prometto che non ti disturberò." Ride appena.

Punto i miei occhi corvini nei suoi verdi, che con i riflessi del sole intermittente che bussa al finestrino si ambrano un po' sì e un po' no, e scuoto di nuovo la testa. La scuoto ancora, più forte, e mi sforzo di liberarmi da quell'atteggiamento da ebete di cui mi coloro. Sorrido e tento di dire qualcosa.

"T-tranquillo non mi dai fastidio."

Mi fissa e ride ancora appena, dolcemente. Calo gli occhi su quei denti bianchi... "Comunque, io sono Will"


"E-ehm, Amy, piacere" gli stringo la mano e torno a guardarlo negli occhi, sorridendo di nuovo.


Sento che sto facendo la figura della stupida ma non riesco a connettere il cervello ai miei gesti e.. sgomenta e scossa dalla situazione sposto nervosamente lo sguardo di nuovo sulle figure che scorrono fuori dal vetro e sul tramonto, cercando inconsciamente la tranquillità di poco fa.

Per tutto il viaggio regna il silenzio, e io non faccio altro che guardarlo ogni tanto di sfuggita. Fuori si fa buio, ma riconosco la mia fermata non appena ci avviciniamo, dalle case sullo sfondo e dai colori delle insegne, quindi mi alzo, prendo la borsa dal sedile accanto a me, vi ripongo le cuffiette, il cellulare e la chiudo. Solo ora senza che io possa accorgermene i suoi occhi si alzano e indagano sui miei gesti. "Scendi qui?" Alla sua voce, mi volto e lo guardo.

"Eh, sì, è il capolinea.."


"Oh sì, anche io devo scendere qui ..infatti. " Ride di nuovo con dolcezza, ma stavolta mi volto di nuovo e guardo la mia borsa, la prendo, me la metto a tracolla e riacquistando un po' d'autocontrollo gli rivolgo un sorriso. "Bene, allora, io suppongo di dover andare ora.. ciao ciao!"

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