Capitolo 1

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Era un giorno come un altro per il piccolo Xeno, alunno delle elementari. Solo un altro noiosissimo giorno di scuola, che avrebbe passato girandosi i pollici. Per le sue capacità, nonostante quella fosse una delle migliori scuole di tutta l'America, ciò che lì veniva insegnato, per lui, era davvero come bere un bicchier d'acqua. Per conto suo, nel tempo libero, trattava argomenti ben più complessi e leggeva libri e saggi scientifici che persino un adulto avrebbe trovato difficili da comprendere.

E che dire della marmaglia di ricchi mocciosi in mezzo a cui si trovava mentre era a scuola? Gli facevano ribrezzo. Troppo sottosviluppati, dal suo punto di vista. Ed era comunque chiaro che si trovassero in quella scuola solo perchè i loro genitori erano ricchi sfondati. Non che i suoi non lo fossero, sia chiaro... è solo che quei bambini non avrebbero capito qualcosa nemmeno se questa fosse stata mostrata loro con un disegno. Il divario tra Xeno e gli altri bambini era davvero troppo grande.

E questo era uno dei motivi per cui Xeno era un bambino piuttosto solitario. Anzi, a dirla tutta, non aveva nemmeno un amico, per cui era davvero totalmente solo.

E d'altro canto gli altri bambini lo avrebbero trovato troppo arrogante per farci amicizia. Xeno era così amato dai suoi maestri, ma poco sopportato dai suoi compagni di classe. A lui questo, però, non interessava realmente. Magari qualche volta si sentiva davvero solo, però non ci pensava troppo, trovando comunque inutile stringere amicizia con persone ancora così infantili... o anche solo con le persone in generale.

Ciò che a lui importava davvero erano i segreti del mondo, il modo in cui le cose funzionassero. La sua sete per il sapere e per la conoscenza erano incredibili e questo gli dava tutta la forza necessaria per proseguire nelle sue scoperte e studi totalmente per conto suo.

In quanto ai suoi genitori, questi erano davvero ricchi come pochi altri, tanto che lui stesso viveva in un'enorme villa di loro proprietà. Solo che, come spesso capita alle persone tanto ricche, erano a loro volta impegnati in incontri di lavoro o faccende, che li tenevano lontani da casa per molto tempo. Nella villa erano presenti numerosi servitori che si occupavano di tutto, però in fin dei conti era come se fosse comunque completamente solo. Era lui a chiedere personalmente ai servitori di non disturbarlo durante la sua attività preferita: lo studio. E questa impiegava la maggior parte del suo tempo libero.

Quelle che preferiva erano sicuramente le materie scientifiche, e senza ombra di dubbio vi era anche molto portato. Ma bisogna aggiungere che non si limitava allo studio di queste. In casa c'era una grande libreria appartenente al padre e adorava leggere qualsiasi libro gli capitasse sotto mano. Così, nonostante fosse solo un bambino delle elementari, era già esperto in materie scientifiche a livelli universitari, ma anche in economia, filosofia, storia, e qualsiasi ambito del sapere umano a cui si può pensare. La sua sete di conoscenza non aveva davvero limite. Già allora aveva capito che conoscere significa avere potere, per cui cercava di ottenere quanta più conoscenza personale possibile, così nessuno sciocco avrebbe osato non considerarlo o deriderlo, come invece accadeva coi suoi compagni di classe.

Lo aveva sempre affascinato il pensiero del giungere in un'importante posizione lavorativa, nella quale tutti avrebbero dovuto rispettarlo e sicuramente la sua intelligenza lo avrebbe aiutato realmente nel suo scopo.

...

Entrato in classe si sedette al suo posto, senza badare troppo agli altri bambini che stavano chiacchierando tra loro. Dopo qualche istante entrò in classe anche il maestro, che tutti salutarono. Al suo arrivo le chiacchiere smisero e ognuno prese il suo posto.

Xeno, profondamente disinteressato dalla prima lezione della mattinata si stava già mettendo a cercare di risolvere delle equazioni molto complesse, per alleviare la noia. Almeno avrebbe impegnato il cervello in qualcosa. C'è chi dalla noia scarabocchia, e c'è chi... è più alternativo.

Non si sarebbe mai aspettato ciò che invece accadde, del tutto diverso dal solito.

"Ragazzi, prima di iniziare la lezione voglio presentarvi un nuovo amico che si unirà a noi" disse il maestro facendo segno a qualcuno di entrare.

Xeno, già gobbo addirittura a quell'età così giovane per il continuo stare sui libri e quaderni per troppo tempo, alzò leggermente solo lo sguardo, rimanendo ancora chino sul banco. Fermò solo momentaneamente la penna dalla sua equazione, per vedere se ciò che stava accadendo fosse interessante o meno.

Dalla porta entrò un bambino, parecchio alto per la sua età e con una postura perfetta. Con sguardo dritto in avanti, si mise accanto alla cattedra dell'insegnante.

"Lui è Stanley Snyder e da oggi è un vostro compagno di classe, spero che possiate diventare amici in breve tempo, è un bravo ragazzo" spiegò l'insegnante sorridendo.

I compagni non sapevano che pensare di lui e neppure Xeno. Non che gli importasse di un nuovo rimbambito che si era unito alla classe, solo che... il suo sguardo così serio e disciplinato non sembrava quello di un bambino. Quindi sicuramente, pensò Xeno, doveva essere solo leggermente meno rincitrullito degli altri.

L'insegnante indicò a Stanley il suo posto e lui vi si sedette. Xeno tornò alla sua equazione all'inizio della lezione. L'unica cosa un pelo interessante in classe ora era quello Stanley, ma era seduto dalla parte totalmente opposta dell'aula, quindi non poteva parlarci durante le lezioni e per questo aveva deciso di continuare con le equazioni.

...

Giunto il momento della ricreazione tutti i bambini avevano circondato Stanley e lo stavano riempiendo di domande. Innanzitutto, tutti erano curiosi di conoscere le persone importanti di cui doveva essere figlio, dato che la scuola era riservata ai figli di persone di una certa importanza sociale, per via del costo.

Xeno non si sarebbe mai immischiato in quel mucchio di marmocchi, per cui rimase seduto al suo posto ad occuparsi delle equazioni, ascoltando però ciò che gli altri stavano dicendo.

Così, scoprì che quel tale era figlio del conosciuto Generale Snyder, figura essenziale dell'esercito americano, con innumerevoli meriti e riconoscimenti. Persino quegli altri bambini ne conoscevano il nome e rimasero meravigliati.

"Ma certo, la sua postura, il suo atteggiamento, non può che essere stato cresciuto da un militare..." riflettè Xeno tra sè e sè.

Stanley comunque per lui raffigurava solo una piccola distrazione o variazione della monotonità della sua vita scolastica, ma niente di più, tanto che in poco smise di farci attenzione.

Gli occhi dell'attento Stanley, però, lo notarono, sempre tutto solo e chino sui libri. Tutti i bambini erano andati a salutarlo e presentarsi, tranne Xeno. Ciò lo incuriosiva. Essendo ancora un bambino, nonostante fosse cresciuto da un severo militare, non era ancora diventato l'arma umana in cui si sarebbe trasformato in futuro, dunque conservava ancora un pelo di spensieratezza.

Un giorno si avvicinò, pertanto, al banco di Xeno. Prima di aprir bocca notò le complicate operazioni che Xeno stava compiendo sul suo quaderno.

"...Piacere di conoscerti, sono Stanley. Non pensavo che un bambino della mia età fosse capace di simili calcoli...".

Xeno si fermò per il suo arrivo inaspettato, ma non lo guardò.

"Mh... invece ora hai visto che non è così" rispose Xeno, non molto intento a socializzare.

A questo seguì un piccolo silenzio, interrotto nuovamente da Stanley.

"Qual è il tuo nome?".

Il piccolo Xeno, già dotato di importanti manie di grandezza, disse:"Puoi chiamarmi Dr. Xeno se vuoi! In ogni caso tra non molti anni sarò chiamato sicuramente in questo modo, tanto vale farlo già ora...".

"Capisco...".

Non era molto come prima conversazione tra i due, ma in ogni caso Stanley era la prima persona che non reagiva sconvolta di fronte alle parole arroganti di Xeno e tantomeno aveva cominciato a deriderlo, come invece facevano gli altri compagni. Questo... colpì Xeno. Stanley doveva conoscere persone ben peggiori di Xeno per avere una reazione così tranquilla alle sue parole.

...

In fondo, sembrava essere davvero diverso dagli altri bambini, ma cosa lo distingueva dagli altri marmocchi?

Forever and ever - Stanxeno ff [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora