Capitolo 8

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Mentre Xeno non riusciva a tenere a freno la lingua, Stanley era già arrivato furtivamente nel suo appartamento. Nel momento in cui il ladro stava per sparare, lui era già corso in mezzo a loro, spingendo via Xeno. Così, nel momento effettivo in cui il ladro aveva premuto il grilletto, aveva colpito Stanley anzichè Xeno.

"Ma che cosa... e tu da dove sbuchi?!".

"Cosa- Stan!" gridò Xeno preoccupato. Stanley sapeva sopportare il dolore della ferita, per cui non perse un attimo e con una mossa disarmò e mise a terra il ladro.

"Chiama pure la polizia..." disse Stanley, mentre gli stava già uscendo un po' di sangue dalla bocca, essendo stato colpito in pieno stomaco.

"Quelle sono le tue priorità?! Hai forse intenzione di lasciarmi così? Non se ne parla proprio, chiedo prima un'ambulanza" rispose Xeno, arrabbiato e preoccupato. "Sei uno stupido..." completò, prima di chiamare il 911.

...

Mentre la polizia e un'ambulanza stavano arrivando, Stanley faticava a tenere a terra il ladro, mentre Xeno non ne avrebbe avuto la forza fisica. Per rendersi utile, prese un panno e iniziò a tenerlo spinto con forza contro la ferita di Stanley per evitare che perdesse troppo sangue.

Mentre lo faceva stringeva i denti; avrebbe pianto dalla preoccupazione e lo avrebbe anche insultato in ogni lingua, ma non voleva che Stanley si sentisse peggio.

"Ehi... non... guardarmi così... non c'era altro che potessi fare in così poco tempo, se non farti da scudo. Qualsiasi altra opzione ti avrebbe ferito...".

"Ma che importa?! Tu... tu non puoi morire... e non così... diamine!".

All'arrivo dei soccorsi Stanley potè finalmente lasciarsi andare e svenne per via della quantità di sangue che aveva perso. L'ambulanza lo portò in ospedale e Xeno venne con lui. La polizia invece prese il ladro portandolo al fresco.

Curato dai medici, Stanley fu in poco tempo fuori pericolo, ma sarebbe dovuto rimanere tanto tempo in quel letto d'ospedale. Xeno era ancora arrabbiato con lui per la cavolata che aveva fatto, ma era anche felice che fosse salvo. Per un attimo aveva immaginato la sua vita senza di lui... e non riusciva ad accettarla. "Non accetterò mai che tu muoia così senza di me... ti sembra il modo di comportarsi... abbandonarmi in un modo così vile...?" gli chiedeva, mentre Stanley riposava, quindi non poteva sentirlo.

Il suo sguardo esprimeva tutta la disperazione e la tristezza che provava nel pensare a uno simile scenario. Cominciò anche a piangere.

Non fraintendiamo, Xeno era un uomo altamente razionale, ma era solo nei confronti di Stanley che non sarebbe mai riuscito ad esserlo. Quell'unica e piccola parte emotiva di sè, che caratterizza ogni normale essere umano, era tutta dedicata a Stanley. Non c'era spazio per altri e probabilmente se Stanley fosse morto, anche quella parte di Xeno sarebbe morta, lasciando in vita solo quella razionale.

"Ti amo troppo affinchè tu muoia... non osare mai farlo... mi offenderò parecchio..." e dicendo questo e piangendo, mise la testa sul letto di Stanley stringendogli una mano.

...

Appena Stanley si svegliò, Xeno aveva già pronta la ramanzina. "Ma ti sembra questo il modo di agire?! Idiota, stavi per morire così davanti a me senza alcuna vergogna?!".

"...Lo sai che era solo per proteggerti, e te l'ho detto, non c'era altro modo...".

"Razza di... pfff".

"E' il mio compito proteggerti, come lo avrei compiuto se ti avesse fatto del male?".

"Che senso ha essere la mia arma e tutto se ti butti così a morire rishiando di lasciarmi senza niente??".

Questo era il primo litigio serio che avevano mai avuto. Prima non ce n'era stato nemmeno uno.

Xeno continuava per le sue e Stanley non sapeva che dirgli, considerando giusto ciò che aveva fatto ed essendo pronto a rifarlo altre mille volte.

Così, alla fine Xeno lasciò Stanley da solo in ospedale con la scusa che avrebbe dovuto lavorare, però non si presentò da lui nemmeno quando ebbe finito con i suoi turni.

Era tornato nel suo appartamento, in cui sul tappeto su cui si trovavano durante la sparatoria del ladro, c'era parte del sangue che Stanley aveva perso. Gli veniva da rompere qualcosa al solo pensiero, mentre guardava quel sangue, quindi, prima di mettersi a pulire, lanciò a terra il bicchiere da cui aveva bevuto un po' di acqua poco prima.

Poi pulì tutto quanto e si mise sul divano. Quel divano in cui numerose volte lui e Stanley si erano coccolati e amati. E quella sera non sarebbe stata diversa se non ci fosse stato quel maledetto ladruncolo a rovinare tutto. Xeno era ancora più indignato dal mondo.

Dopo qualche giorno decise di tornare da Stanley, sentendosi in colpa per averlo lasciato da solo nell'ospedale in quel modo.

Stanley era semplicemente troppo importante per lui e la sua unica più grande paura era perderlo.

Arrivato, gli chiese scusa per come si era comportato e Stanley si scusò a sua volta per essere stato avventato. Così, tutto tornò alla normalità tra i due e Xeno cercò di aiutarlo a guarire più in fretta facendolo stare bene con la sua costante presenza e il suo costante amore.

Dopo qualche mese Stanley guarì e fu pronto a tornare alla vita normale e Xeno era felice più che mai che tutto fosse tornato alla normalità.

...

Non molto tempo dopo, però, cominciarono ad essere ritrovati in tutto il mondo rondini di pietra, che avevano incuriosito non solo tutti gli scienziati, ma anche Xeno in modo particolare.

E dopo un po', il fatidico giorno della pietrificazione arrivò. E come testimonianza di quanto Stanley tenesse a Xeno, la statua in cui si trasformò era ancora una volta china e intenta a proteggerlo, questa volta non da un proiettile ma dal raggio pietrificatore.

Per migliaia di anni i loro sentimenti e le loro menti erano sopravvissuti, fino al loro risveglio e Xeno aveva così ottenuto finalmente l'opportunità assoluta di realizzare il suo sogno con il suo caro Stanley all'interno dello Stone World.

Infine, dopo molte peripezie e l'aver perso una vera e propria guerra di supremazia contro dei ragazzini, Xeno venne risvegliato dalla pietra dal giovane Senku, perchè aveva bisogno del suo aiuto per realizzare un razzo per andare sulla Luna.

Prima di andare, però, Xeno si fermò davanti alla statua del suo caro Stanley, ancora pietrificato, che si era arreso solo perchè aveva capito che per Xeno non ci sarebbero stati pericoli.

Quella, infatti, per Stanley era anzi una piena vittoria, perchè più di tutto, ancora una volta, gli importava solo che Xeno potesse stare bene. E anche se lui sarebbe rimasto una statua per sempre, almeno Xeno sarebbe stato vivo.

Xeno non avrebbe potuto risvegliarlo immediatamente, ma non lo avrebbe di certo lasciato lì per l'eternitá. Con grande rammarico lo guardò ancora una volta negli occhi, stando quasi per piangere, ma sorridendo, e gli sussurrò:"Non ho dimenticato la nostra promessa... dovrai solo aspettare un po'. In ogni caso, come avevamo detto... nulla potrà separarci davvero, mh? Siamo insieme... sempre... e per sempre...".

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Fine :D
Pensieri o considerazioni? (Potrei non rispondere ma leggo tutto :P)

Forever and ever - Stanxeno ff [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora