Capitolo 5

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Il freddo, ma dolce Stanley era stato preparato fin da piccolo ad essere un militare, un'arma umana, dal padre a dir poco premuroso.

Non avrebbe comunque avuto modo di diventare qualcos'altro, perchè non avrebbe proprio saputo che fare, mentre come soldato era perfetto. C'era un'importante promessa che lui e Xeno si erano fatti, ovvero quella del non abbandonarsi mai più. Motivo per cui Stanley aveva in mente di diventare un'arma umana per aiutare Xeno nel suo obiettivo. Xeno avrebbe tanto voluto raggiungere una posizione di potere, in cui essere lui stesso a decidere chi poteva o doveva fare cosa. D'altronde, chi altri se non lui avrebbe potuto guidare la società? Di certo sarebbe stato di gran lunga più capace di quegli ignoranti e incompetenti che comandavano il mondo intero in quel momento.

Xeno ne era completamente schifato. E se il suo piano fosse riuscito, Stanley sarebbe stato la sua principale arma e il suo personale braccio destro, che lo avrebbe protetto e avrebbe portato nel mondo il suo volere.

Però, più Stanley proseguiva per quella strada, più freddo diventava, sembrando sempre più un'arma e sempre meno un essere umano.

Xeno, quando aveva modo di passare del tempo con lui, almeno lo faceva sciogliere un po'. Comunque era l'unico in grado di farlo.

...

Il rapporto tra i due era ormai diventato parecchio intimo verso la fine delle superiori, senza che nemmeno se ne rendessero conto. Xeno era solito accarezzare le mani e il viso di Stanley e a volte anche lui lo faceva a Xeno. Per loro era una cosa totalmente normale.

Poi, quando Xeno proseguì con gli studi al college e Stanley entrò a far parte della CIA, inevitabilmente non poterono più passare tanto tempo insieme, ma i loro obiettivi e il loro legame rimanevano incisi nei loro cuori, non avrebbero mai potuto dimenticare.

Stanley non passava moltissimo tempo nelle missioni che gli venivano assegnate, ma ce fu una che gli portò via parecchi mesi, facendo sentire ad entrambi la mancanza dell'altro. Xeno non si trovava ancora in una posizione di rilievo e non aveva modo di sapere come stesse Stanley, quindi cominciò a preoccuparsi parecchio.

Era la prima volta che si preoccupava tanto per lui. Non si era mai preoccupato tanto perchè sapeva che Stanley era molto abile e nessuno sarebbe stato capace di fermarlo... però, anche i migliori possono commettere un errore, e il fatto che non fosse ancora tornato da lui dopo tanti mesi gli instillava una bella dose di terrore, per ciò che poteva essere successo.

Passava varie ore facendo avanti e indietro davanti al telefono o alla porta, al computer, e abbandonava persino i suoi studi e le sue ricerche solo per l'ansia che questa attesa gli provocava...

Finchè, un bel giorno... qualcuno suonò inaspettatamente alla sua porta, proprio come sperava.

Ed era davvero il suo adorato, che aspettava con ansia. Appena lo vide corse ad abbracciarlo facendogli cadere i bagagli. Questo lasciò Stanley sorpreso per un momento, ma successivamente ricambiò con tanto affetto quell'abbraccio, non preoccupandosi più del resto. Xeno era davvero l'unica persona che potesse abbracciare, sentendosi meglio, dopo una pericolosa missione. Per questo, appena questo lo abbracciò, sorrise.

Xeno invece stava letteralmente piangendo.

"Stan... mi hai fatto prendere un colpo, perchè mi hai fatto aspettare così a lungo...?"gli chiese stringendolo un po' di più.

Stanley cominciò ad accarezzarlo chiudendo gli occhi, "E' stata una missione più complicata del previsto, ma alla fine è andato tutto bene. Scusami se ti ho fatto aspettare e preoccupare".

"Mh, mh, scusati che è meglio" disse Xeno fintamente imbronciato, per poi tornare serio, "Sei ferito?".

"Solo un taglio, niente di cui preoccuparsi".

"...Mh dici sempre così, dai siediti e fammelo vedere" disse, però stringendolo ancora di più. In quel modo Stanley non avrebbe avuto modo di sedersi in ogni caso.

"Uhm...".

"Che c'è?".

"Niente..." sospirò Stanley, "Mi sei mancato...".

"Mh... posso dire che... anche a me sei mancato, spero che tu non debba andare più via così a lungo...".

"Beh, ci saranno sicuramente anche missioni più lunghe in futuro, non dovresti dire così... sappi solo che non mi scorderò mai della nostra promessa... anche se dovessero passare anni... decine di anni...".

"Anche centinaia?".

"E'... un po' improbabile passino tanti anni, però- sì, se necessario, anche migliaia".

"Grazie... ora dai siediti davvero, guardiamo quella ferita" disse infine Xeno staccandosi da Stanley, asciugandosi le lacrime e dandogli modo di sedersi sul divano.

La ferita di cui parlava Stanley era una ferita da arma da taglio causatagli da uno scontro molto pericoloso con un nemico durante la mission. Se l'era già medicata velocemente da solo, ma Xeno ci teneva a prendersene cura personalmente.

"Come va con tutto qui, invece?" domandò Stanley mentre Xeno gli guardava la ferita.

"Abbastanza bene direi, ieri ho ricevuto un'offerta dalla NASA per quando avrò finito gli studi, così potrò realmente lavorare con i migliori scienziati del mondo".

"Oh... sono contento" sorrise un po'.

Mentre poi gli medicava la ferita personalmente, i loro visi si trovavano particolarmente vicini e dopo tanto tempo che non si vedevano regolarmente questo provocava loro un'emozione piuttosto difficile da descrivere.

Ad entrambi batteva abbastanza forte il cuore e Xeno era davvero provato da questa sensazione, forse più di Stanley, o forse lui sapeva solo nasconderla meglio. Fatto sta che non l'avevano mai provata prima in quel modo.

"Sono io o... fa caldo qui dentro?" chiese Xeno.

"Mh... credo sia davvero caldo...".

"Meglio se apro una finestra..." disse, ma infine prima di riuscire ad allontanarsi, Stanley lo fermò tenendolo per un braccio.

"...Serve qualcos'altro?".

"Uh? Oh, no no, scusa..." gli rispose lasciandolo andare.

Tornato da lui, dopo aver finito di medicargli la ferita, si sedette a sua volta sul divano, accanto a Stanley. I due si avvicinarono inconsciamente, proprio come quando erano più giovani.

Erano ancora convinti di essere semplicemente amici, ma degli amici non si accarezzano in certi modi nè hanno certe sensazioni uno nei confronti dell'altro.

In questo modo, nel corso degli anni, la loro amicizia si era trasformata in qualcosa di molto più forte e importante.

Abbracciati e con i volti vicini, più forte delle loro volontà razionali, vinse l'amore reciproco che provavano senza nemmeno rendersene conto, e lentamente si baciarono. Inizialmente fu un bacio leggero e gentile, ma successivamente si trasformò in un bacio con molta più passione. Come potevano non essersi accorti di provare qualcosa di così forte reciprocamente? O era stata solo la paura di perdersi che aveva provocato tutto ciò?

Fatto sta che al termine del lungo bacio erano entrambi parecchio confusi, però non avrebbero mai smesso di stare uno nelle braccia dell'altro. Sentivano di riuscirsi a fidare ciecamente solo uno dell'altro, e di conseguenza solo stando insieme da soli potevano abbassare la guardia e rilassarsi e stare bene.

Stanley poggiò la testa su una spalla di Xeno.

"Non.. so bene cosa sia appena successo, però... non mi dà per niente fastidio che sia successo..." disse a Xeno.

"Mh..." approvò Xeno accarezzando i capelli di Stanley, "Sono d'accordo... sono felice che anche a te sia piaciuto, altrimenti... ecco, sarebbe stato imbarazzante...".

"Non lo è stato... lo rifarei... ancora e ancora".

Xeno arrossì un po', ma per sua fortuna Stanley non poteva vederlo avendo la testa sulla sua spalla. "...A...Anch'io...".

Forever and ever - Stanxeno ff [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora