Ci siamo persi in un bicchiere d'acqua

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Ci siamo persi in un bicchiere d'acqua
e poi ci siamo ritrovati in mare








La stanza gira. Gira su se stessa. O forse, forse è lui stesso che sta girando? Non lo sa. E onestamente poco gli importa, visto che è una sensazione così dannatamente bella.

Le cose sembrano così stupidamente perfette. Probabilmente lo sono. Fa caldo, quel caldo che ti coccola, non il caldo torrido di agosto. Non quello. Ma il caldo di un abbraccio, di una coperta sulla schiena, di un caminetto accesso. Il caldo di un gattino che non smette di fare le fusa e ti sta addosso.

La stanza gira. Anche Tommaso sta girando, in piedi di fronte a lui. Oltre la vetrata della terrazza, appoggiato alla ringhiera. I capelli ormai ricresciuti, una camicia sbottonata. Mezzo nudo.

Francesco si lascia scappare un ghigno, lo sente, quasi se lo vede addosso, quel sorrisetto impertinente che fa sempre quando Tommaso gli ronza attorno.

Camminare fino alla terrazza gli sembra una missione impossibile. Non devi bere e fumare insieme, Francesco, non lo devi fare perché questo poi è quello che succede. E' la voce di Luca a risuonargli nel cervello, in stile ramanzina. Questa frase risale ad almeno quindici anni prima, ma poco importa, perché a Francesco viene solo da ridere.

Cammina fuori, quasi a rallentatore. Le cose hanno smesso di girare, adesso sembrano solo più brillanti. Come se fossero illuminate dal sole. Ma è notte e questo non ha senso. Chissenefrega.

Si avvicina a Tommaso di soppiatto, stringendolo da dietro. Appoggia la guancia sulla sua spalla, chiude gli occhi. I capelli di Tommaso gli fanno il solletico, è come se le sue terminazioni nervose fossero andate in tilt. E' quasi eccitante.

Tommaso gli sfiora il braccio nudo, con la mano che non è impegnata a reggere la canna. Non dice niente, ma Francesco lo sente sorridere, mentre soffia fuori il fumo.

"Sei un ingordo che questa te la sei fumato da solo" borbotta. Si rende conto che le parole gli escono fuori mezze strascicate. Fa fatica a trovare i termini giusti, nel suo cervello c'è solo una nebulosa di cose che vorticano e, in mezzo ad esse, gli occhi di Tommaso.

Gli occhi di Tommaso che, improvvisamente, sono davanti a lui. Aperti, grandi, lucenti. Forse sono questi che illuminano tutto, che sono come fari nella notte. Forse è lui.

Tommaso gli allunga la canna, gliela avvicina alla bocca, tenendola stretta tra le sue dita.

Francesco lo guarda, aspira. E' un momento fermo. Come se il mondo non girasse più. Come se esistessero solo loro.

Poi Tommaso fa un passo indietro e scoppia a ridere. E Francesco non riesce a pensare ad altro se non a quella fottuta risata, la sente scuoterlo fin dentro allo stomaco.

"Sono completamente strafatto" è il commento di Tommaso, prima di ridere di nuovo. Spegne la canna, la mette nel posacenere e poi gli si lancia addosso.

Francesco lo prende tra le braccia, poi scoppia a ridere con lui e si ritrovano a volteggiare per la terrazza, fingendo di ballare. Ma non c'è musica.

Francesco in realtà è come se la sentisse. Sente ogni cosa come se fosse ingigantita, come se fosse doppia.

Dieci minuti dopo – o forse ore dopo, Francesco non lo sa e onestamente non gli frega un cazzo – sono in cucina. Francesco in piedi davanti al frigo, Tommaso seduto sul tavolo, ancora mezzo nudo. Francesco lo osserva con la coda dell'occhio e il pensiero di quanto sia bello gli riempie il cervello. Per dieci secondi si chiede come fosse possibile, per lui, essere attratto da qualcuno che non fosse così. Da qualcuno che non fosse Tommaso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 11, 2021 ⏰

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