Capitolo 37: Non è opera della droga

2.1K 82 35
                                    

Pov Aleksey

Siamo giunti a casa, la nostra, fra le mie braccia la mia Sherille, oramai, è inerme. Se non fosse per il muscolo cardiaco, che protrae continuamente il cruore, per permettere la consecuzione della sua vita, ora sarebbe raffrontabile ad uno zombie. Katrina, celermente, cala la scalea a gradini due a due; perviene al mio cospetto "Oh povero tesoro" esordisce con sbigottimento dalle condizioni di Sherille, vezzeggia la sua fronte con il dorso della mano, che nell'immediato momento si sporca del sudiciume dovuto: dall'essiccarsi della sostanza vischiosa cremisi, dal sudore e probabilmente dal lerciume della cella dove è stata segregata per più di un mese. "Chiama Laurence, io andrò a preparare la vasca per lavarla, nel mentre" inizio a spartire ingiunzioni come se non ci fosse un domani, Katrina tenta, invano, di quietarmi, vedendo la mia scarsa attenzione si arresta davanti al mio corpo "Per prima cosa, ti devi dare una tranquillizzata come seconda cosa ci penserò io con le domestiche a lavarla, non sono a conoscenza di tutti i particolari della condizione di Sherille" "Osi contraddirmi, Katrina?" domando torvo "Sa' anche lei che ho ragione, mio signore" volta repentinamente lo sguardo a terra, in segno di asservimento, la scruto e analizzo i suoi movimenti, per comprendere le sue autentiche intenzioni, non lascerò ad anima viva di strapparmi nuovamente Sherille dalle mie braccia. "Rapide a preparare la vasca, chiamerò io Laurence" enuncio, issa, sollecitamente, il capo e assente con esso. Percorre il viaggio disponendo, ritrosa, ingiunzioni e intimidazioni alla cerchia ristretta di domestiche anteposte, prescelte dalle minuziose mani di Katrina. Shirli, quasi sfonda l'uscio del manor, "Sherille?! Dove sei" bercia a perdifiato, adagio Sherille, ancora sotto effetto del sedativo, sull'ottomana per accogliere con creanza il diavolo della Tasmania. La ritrovo a rimbeccare con le guardie del corpo, quel tappo alto 1.70, praticamente nulla per Joele, essendo uno scimpanzé di due metri, inizia ad attaccar briga tentando di accapigliarsi con Jo, che si sta, semplicemente, attenendo alle mie ingiunzioni, "Jo, placido, è una di noi" "Sì, Jo mollami e abdica il tuo lavoro quando mi vedi, non sono un nemico!" bercia irosa alla conclusione del suo discorso, Joe mi lancia uno sguardo furbo "Fila tigre" ordino ironico al diavoletto della Tasmania, che scaglia un'occhiataccia all'enorme omone, che ribatte con un cipiglio e una sbuffata. Percorre celermente i gradini della scalea che conduce al salotto. Qualora i suoi occhi si posano sulla sagoma di Sherille, la scruta diligentemente alla ricerca di taluni variazioni dalla sua posizione da defunta, transita, poi, lo sguardo sulla mia espressione, scrutandomi attentamente, analizzando: il mio cipiglio, le fossette dovute dall'espressione corrucciata e le emozioni che suscitano le mie pozze. "Cosa le hai fatto!?" bercia incollerita contro la mia persona, provocando nel mio essere una sensazione di ira degna della dea Lissa, il furore cieco è come un rogo che logora la mia anima, digrigno i denti, se non fosse l'arrivo di Ioann a sottrarre dal braccio della morte Shirli, che continua a linciarmi con i suoi spergiuri, condannandomi per le mie azioni passate contro Sherille "Shirli basta!" l'ammonisce Ioann, la ragazza però continua a sobillare il rancore, notando il mio delirio che si sta per scatenare sopra al suo capo Ioann la protegge con il suo corpo "Taci Shirli, cazzo!" bercia contro la fidanzata, "Come puoi scagionare tuo fratello per quello che ha fomentato nella mente della mia migliore amica, della nostra! Chi oblia o grazia il reo è come esso se non peggio! C'eri tu, la udivi quando urlava dal dolore, quando proferiva aforismi sul suicidio e quando la mettevamo alla prova per affermare il suo dolore mentale, rimanevamo delusi entrambi, il signorino che tanto difendi, è stato il colpevole della sua depressione!" strepita a voce spiegata, avanzo intimidatorio, con due falcate le prendo il mento tra il pollice e l'indice, urto aggressivamente la spalla di Ioann per ghermire la ragazza che tanto custodisce "Piccola zecca che non sei altro, chi ha incitato il gemmare della fiorente storia tra Sherille ed Enea? Tu!" "Non puoi accusarmi di aver voluto solo il meglio per la mia migliore amica" "Bene, ora guarda dove ha portato il tuo essere da buona samaritana, ora lei è sopra quell'ottomana inerme, probabilmente dai traumi e percosse inflitte la sua mente non si rinsavirà mai!" lei rimane esterrefatta dalle mie parole, "Ora recatene via dalla sua sagoma! E non osare provare a mettere piede sulla soglia di casa mia e minacciarmi e scagliandomi contro spergiuri gratuitamente" "Ma..." la interrompo immediatamente, la mia voce già dapprima torva ora risulta una vera e propria avvisaglia, intimidazione "Non mi sembra di non esser stato chiaro sul ghermire i tuoi due stracci e di recarti altrove, magari per compire il tuo condono potresti: per prima cosa disgregarti dalla mia stirpe e secondo implorare asilo a qualche chiesa cattolica, ma scrutando le tue condizioni le possibilità che te lo concederanno sono minime" le sue orbite oculari luccicano subissandosi di lacrime salate, celermente, agguanta la sua borsa e artiglia con prepotenza il giacchetto di jeans, scruta per un attimo Ioann, aspettando un suo movimento. Mio fratello transita il piglio dai miei anelli azzurrognoli e quelli di Shirli verdastri, facendo schizzare gli occhi con estrema rapidità da una parte all'altra, si trova tra l'incudine e il martello e la scelta si fa ardua. "Non verrà da te, rassegnati cara!" sul mio viso si estende un sorriso di trionfo, dopo che Ioann non ha mosso un muscolo dall'ultimatum scagliato dal cipiglio di Shirli, sdegnata, si dilegua lestamente. "Mio signore la vasca è riempita" "Perfetto come sempre Katrina" compiaciuto del mio successo la condizione della mia Sherille, che ha rischiato di destare quella gonza, non mi opprime il petto come le prime volte in jet. La sollevo, adagiandola tra le mie braccia, le sue pupille iniziano lentamente a schizzare sotto le palpebre serrate, ciò è sinonimo che il sedativo sta affievolendo il suo vigore fino ad eclissarsi. Perveniamo in bagno, come richiesto la vasca è colma di acqua aromatica, "Esca, mio signore, a questa dolce principessa provvederemo noi" acconsento alle loro richieste, neanche l'evo di sbucare da quella sauna aromatica di vaniglia, che dal bagno si udiscono urla di stupore e conati di vomito, sospiro amaramente e vengo nuovamente assolto dalla nube di vapore biancastra del bagno. Una scena raccapricciante si svolge dinanzi ai miei bulbi oculari: Sherille denudata e con una piena di sangue zampillare insistente ovunque nel suo corpo, solo il viso è l'unico lembo di pelle intatto. Mi inginocchio dove essa è accomodata, la sua espressione è passiva, le palpebre sono oramai dischiuse; "Ei, tesoro provi bruciore?" nessuna risposta e nessun movimento, l'ansia mi sopraffa, il timore che in realtà non potrà riprendere la sua vita in mano mi logora internamente. Le anteposte gradualmente detergono le ferite, "Sherille guardami" i suoi anelli vitrei ergono mura impenetrabili, l'Inintelligibile cronaca di torture subite, che quei occhi attraverso queste muraglie cinesi nascondono, probabilmente non verrà mai articolata e proferita da Sherille, sarà un indecifrabile e astruso enigma paragonabile ai geroglifici, tutt'ora non risolti, delle forme astratte esistenti nella realtà sensibile.

Pov Sherille

Scruto con poco interesse quelle pozze produttori dei miei peggior incubi, capto il sangue cremisi zampillare fuori dalle lesioni, probabilmente, infette. Ogni suono percepito dal mio orecchio risulta fuori dal normale, marziano, ovattato e così tediosamente monotono. A causa dell'emorragia esterna in corso, la mia vista si fa sempre più ottenebrata, il mio cervello elabora, pigramente, la mia perdita dei sensi. Non crediate che io sia superficiale e frivola, la fiamma della curiosità e della sfera delle emozioni è oramai smorzata; quella lingua di fuoco tanto citata dall'eroe dalla proverbiale intelligenza, la Metis, ovvero Odisseo, durante la visita di Dante Alighieri ai gironi dell'inferno è svigorita; non provo più l'ardore della temerarietà, della ricerca di una semplice vita felice... felicità ho rimosso il significato di questo lemma bisbetico, hanno osato strapparmi dalle mani il mio Dimitri, hanno sbrindellato la mia anima per poi logorare la mia psiche, già fortemente escoriata, e la guisa, motivazione che li rende delle bestie è il fatto che mi hanno lasciato in vita, sofferente, ma in vita, avrei preferito ghermire le braccia di Morte e ricongiungermi con tutti coloro che ho perso ed ho amato che subire questo cordoglio.

Pov Aleksey

Dopo la perdita di conoscenza di Sherille, la sua stanza si è mutata in una camera d'spedale: apparecchi collegati al suo cuore per monitorare il suo, lento e placido, battito cardiaco; varie provette riempite del suo stesso sangue scarlatto e scandagliate al microscopio da Laurence; aghi cannula che inoculano sostanze per depurare il sangue e il suo organismo da presunte droghe e sedativi ed infine l'odore di garze, bisturi sterilizzati prima e dopo l'operazione alla coscia per estrarre il proiettile. Laurence mi ha già ragguagliato la situazione critica: l'ecchimosi e le lesioni sono degradate, termine usato dal dottore, più l'evo scorreva esse si aggravavano, 'fortunatamente' per emarginare velocemente queste ferite sono state strinate, pesantemente, e si ha una piccola fiammella, denominata anche come speranza nel mito di Pandora, che la sua epidermide non vada in cancrena come d'altronde la sua gamba, dove avrà la necessità di fare riabilitazione se non vorrà perderla. "Aleksey buone ma cattive notizie" enuncia, strappando gli occhiali dal naso "Idee chiare a quanto vedo" non riusciamo neanche a schernire la mia pessima ironia "Nessuna traccia di droga, o meglio è presente in una quantità molto esiguo..." "Una bella notizia quindi" lo interrompo per sorridere come un ebete dalla felicità "Aleksey, significa che lo stato che sta sorpassando non è dovuto da droghe o altro, è la sua psiche escoriata, ti consiglio di farla seguire da uno psichiatra, un buon psichiatra, se non vuoi che questi effetti durino fino a che non esalerà l'ultimo respiro" sospiro afflitto dalla notizia. Placidamente, mi corico alla sagoma inerme di Sherille, le cingo la vita stringendola a me, respiro il suo odore finalmente rincasato, "Spegni e chiudi tutto" ordino a Florence che segue le mie ingiunzioni come una marionetta ben sincronizzata.
--------------------------------------------------------------------
Spazio autrice
Sono le 4 e ho scritto solo per voi!!
Ditemi se vi piace il capitolo
Comunque siamo agli sgoccioli eh eh
Lo leggerete il prossimo libro che scriverò?

La Mia CondannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora