Sogni da parco....

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"Anna,forza,sveglia che è tardi!"
"Ok mamma, ancora cinque minuti però, ho tanto sonno..." rispose Anna, l'angelo della periferia: questo era il soprannome che le era stato dato da tutti gli abitanti del quartiere. Erano passati 6 anni, da quella gelida notte,  ed Anna era diventata una bambina dolcissima, non dava mai pensieri alla madre e tutte le signore facevano in modo di passare sempre dalle parti di casa sua per parlare e giocare un po' con lei. In poche parole l'adoravano tutti.

In quella bellissima mattina di primavera il sole splendeva e niente era più bello della serenità che regnava in città e che di lì a qualche anno si sarebbe tanto desiderata.
"Forza, dobbiamo andare in chiesa e ti prometto che, visto che oggi è una bella giornata, ti porterò al parco appena finisce la messa".
"Allora visto che dopo mi porti al parco mi vesto subitissimo, ma potrei mettermi il vestito azzurro con le farfalle, quello che mi ha regalato la signora Rosa l'altro giorno?"
"Certo che puoi, però sbrigati!" le disse la mamma sorridendo a quella che era la sua gioia più grande. Anna indossò il vestito, sistemò i lunghi capelli biondi con un cerchietto e infilò le ballerine, poi, corse alla porta, prese per mano la mamma ed insieme andarono verso la chiesa per la solita messa domenicale.

Usciti dalla chiesa,  dopo acer fatto la solita chiacchierata con le altre signore che vivevano in quel quartiere, la mamma, come promesso, portò Anna al parco. Arrivati, la mamma si sedette su una panchina a leggere un libro e la bambina iniziò a correre sul prato.
In quel luogo considerato da Anna "magico", la bambina, dopo essersi sdraiata sull'erba con il viso rivolto verso il sole, incominciò a sognare e a volare con la fantasia....

"Guarda mamma! Quella nuvola ha la forma di una nave!... Ah quanto vorrei salirvi e solcare tutti i mari, vorrei essere il capitano: avanti ciurma!-e si mise ad imitare un pirata che guidava la propria nave-
Guarda quella! Sembra un piccolo leoncino e quella ancora un elefante!" e rideva serena,  senza pensieri, con gli occhi che le brillavano di gioia. Lei sì che sapeva sognare e sapeva rendersi conto di quanto valessero i sogni, anche se poi alla fine, può sembrare che siano solo un'illusione che può far male, ma che vale la pena vivere.
La mamma ormai  si era abituata a quel modo di fare della bambina: sua figlia amava sognare, era il suo modo di giocare. Anna infatti aveva degli amici, ma quelli "veri" erano quelli immaginari, quelli che la facevano divertire per davvero.
I suoi amici "normali", molte volte, la consideravano strana, addirittura pazza, ed era per questo che lei la domenica amava andare al parco, per incontrare quelli che di volta in volta potevano essere: una nave, un leone, un elefante, un bambino, insomma, tutto quello che i suoi sogni e la sua fantasia le ispiravano.
L'unico amico "reale", che non la prendeva in giro, era Andrea: avevano entrambi la stessa età ed andavano molto d'accordo. Andrea amava andare a casa di Anna, perché ogni volta viveva con lei mille avventure e lei stessa era l'avventura: era imprevedibile! Ogni giorno aveva una storia o un'avventura nuova, capace di far divertire anche la persona più triste del mondo. Gli piacevano un sacco le sue storie e, insieme, riuscivano a divertirsi con poco, usando semplicemente la fantasia.

Quel giorno al parco Anna si divertì tantissimo ed arrivata a casa, dopo aver cenato, non volle nemmeno farsi raccontare una storia prima di andare a letto, perché quella che aveva vissuto quel giorno le era piaciuta così tanto che la voleva rivivere di nuovo nei suoi sogni...

La mamma sorrise, e dopo che le ebbe dato il bacio della buona notte e rimboccato le coperte disse:"Buonanotte angioletto del mio cuore...." e spense la  luce socchiudendo la porta.

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La bambina che sapeva sognare...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora