"𝑇𝑖 𝑎𝑚𝑜, 𝑠𝑐𝑒𝑚𝑎"
𝑆𝑎𝑟𝑎
Dopo avermi detto ti amo, si è raffreddato nuovamente.
Non lo capisco questo suo conportamento.
A tratti è dolce, in altri momenti mi guarda come se non mi sopportasse.
Ci sono certi istanti in cui vedo la nostra "coppia" come Kagome ed Inuyasha, e questa cosa mi fa male.
Cammino al suo fianco, lui con la mano sinistra regge la chitarra e con l'altra sta messaggiando, sempre con gli auricolari addosso.
Mi sento cosí piccola vicino a lui, come se avessi paura a provare a dirgli anche una sola sciocchezza.
Sarà l'aria della città, da quando siamo arrivati si comporta in modo strano.
"Siamo quasi arrivati" dice senza girarsi
Gli cammino a pochi passi di distanza.
Sto cercando di capire che cosa possa avere, ma è peggio di me quando ho i miei momenti no.
Sta sussurrando qualcosa ma non riescoba capire, probabilmente sta canticchiando.
Accelero il passo e mi metto davanti a lui.
Sobbalza e si ferma.
"Che ti prende?" mi domanda cercando di sorpassarmi
Io mi sposto per bloccarlo.
"A me chiedi che cosa cosa prende? Sbaglio o sei tu quello che ha messo il muso e ha smesso di parlarmi dopo avermi detto di amarmi?" dico io con un tono abbastanza alto per farmi capire bene, dato che ha gli auricolari con la musica al massimo
Lui mi si guarda attorno e mi fa segno di abbassare la voce e si sposta a destra per poi sorpassarmi.
"No che non abbasso il tono, ora mi spieghi che cosa c'è? Cosa ti ho fatto di male?" dico prendendolo per il braccio
Lui sbuffa e si gira.
"Ma che cazzo vuoi?"dice lui respingendomi
Io resto scioccata.
Alcuni passanti si fermano a guardarci.
"Davide..che ti prende? Dico sul serio, mi stai spaventando"
Posa la chitarra e si leva gli auricolari.
"Niente, sto bene"
Sta mentendo e si vede.
"Non dire così, perché non ti credo. Dimmi che cosa ti sta succedendo. Sei tornato ad essere quello che eri quando ci siamo conosciuti"
"E chi ti dice che sia cambiato da quella volta? Chi ti dice che questa non sia tutta una messa in scena, faccio faccio ipotesi eh,..."
"Ma che cosa stai dicendo?"mi sento gli occhi carichi di lacrime
Scuote la testa riprende la chitarra e si gira.
Estrae dalla tasca un biglietto da visita e me lo passa poco prima di riprendere a camminare.
Mi scende una lacrima e mi metto al passo con lui.
"Cosa ci faccio con questo?"
"È per la stanza che ho prenotato, l'ho trovato alla stazione, vai li e di che sei con me, ho chiamato poco fa. Io ti raggiungo più tardi" dice per poi aumentare la velocità.
Mi fermo e domandandomi quando avesse trovato il tempo per prenotare lo guardo allontanarsi.
Mi vengono in testa mille pensieri.
Cosa posso avergli fatto per renderlo così? Sembrava felice fino a prima.
Le lacrime che a stento stavo cercando di trattenere iniziano a scendere, rigandomi le guance.
Mi domando davvero, che cosa gli ho fatto?𝑎𝑣𝑖𝑑𝑒
Sono entrato nel fatidico momento no.
Odio quando mi capita, ma ammetto che ci l'otto con questa cosa dalla nascita.
Ci sono dei momenti in cui sento davvero il bisogno di restare solo.
La mia anima si rabbuia e devo tenermi lontano da qualsiasi cosa, almeno per 15 minuti, ma oggi la cosa è diversa.
Ha ragione lei, dopo averle detto che l'amo, il mio umore è cambiato, e questa cosa non la capisco nemmeno io, pensavo di liberarmi pronunciando quelle due parole che sembrano tanto grandi quanto indifferenti.
Cammino con un passo sostenuto per cercare di calmarmi, ho rimesso gli auricolari e fatto partire una delle mie canzoni, adoro ascoltare la mia voce, mi calma.
Rido a questo pensiero e ripenso a quello che è appena successo con Sara.
"Bro, va tutto bene, grazie a Dio" dico a me stesso, devo solo calmarmi e tornare da lei, e magari spiegarle quanto sia difficile per me fidarmi ma soprattutto innamorarmi per davvero.
Non mi era mai capitato prima, è una cosa del tutto nuova me.
Le farfalle nello stomaco, i pensieri confusi, la costante voglia di rendere felice una persona.
Quella persona.
Ma è così difficile per me, non so come si faccia, non so nemmeno se potrei essere in grado di rendere davvero felice qualcuno, specialmente lei, una persona dall'animo così dolce e fragile.
Continuo a camminare a vuoto stringendo la custodia della chitarra con una mano.
La musica mi aiuta a riordinare i pensieri, mi riporta alla lucidità.
Sto vagando senza una meta precisa per le strade di Milano, chissà se è arrivata in stanza, chissà se sta ancora piangendo, cosa penserà di me in questo momento?
Scuoto il capo e tirando su il cappuccio cerco di scacciare questi pensieri.
Sento un profumo provenire dall'altro lato della strada, alzo lo sguardi e mi ritrovo di fianco ad una fioreria.
Sorrido e mi ci avvicino.
Voglio fare qualcosa di carino per lei, voglio provare a fare il romantico di turno.
Mi avvicino alla vetrina e subito dopo ci entro, senza pensarci due volte.
Appena apro la porta sento suonare la campanella.
5 minuti dopo esco con un bel mazzo di rose rosse.
Emanano un profumo afrodisiaco.
Guardo l'ora e sono quasi le 17:00.
Mi sa tanto che sia arrivata il momento di tornare da lei.
Non vedo l'ora di rivederla sorridere e poi baciarla.
Mi vengono i brividi e sento le farfalle nello stomaco.
Cazzo, si.
Sono davvero innamorato.