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"Che hai fatto in questi anni?" chiese
"Ho fatto un po' di lavoretti qua e là ma non erano nulla di che, poi ho trovato questo lavoro e mi sono trovata bene, quindi sono rimasta a New York"
"E gli scacchi? Non hai continuato per quella strada?"
Risposi di no
"mi piace giocarci ma non sono abbastanza brava per poter improntarci una carriera" a quella risposta ricevetti in cambio un dissenso con la testa
"non riesci proprio a non sminuirti vero?"

Aveva ragione, io mi sminuivo in ogni occasione, dicevo sempre di non essere brava o di non esserlo abbastanza, indipendentemente dal contesto in cui mi trovassi. Non riuscivo a farne a meno.
Sorrisi e feci un cenno di disapprovazione con la testa, come a dire 'hai ragione, ma non saprei come smettere'

"E sentimentalmente parlando? Stai con qualcuno ora?" chiese infine.
Forse era quello che voleva chiedermi per tutto il tempo, forse, era ciò che speravo.

La verità era che per quelle cose ero ancora indietro, non avevo ancora avuto le giuste esperienze, ma non mi sentii di dirglielo, per quanto sapessi fosse normale, me ne vergognavo.
Così preferii mentire
"No attualmente non sto con nessuno."

Benny mi guardò in silenzio per un po', non riuscii a decifrarne l'espressione, speravo non mi stesse giudicando.
"E come mai?"
risposi di non aver trovato la persona giusta.

Bevvi un sorso di the dalla tazza e mi trovai a guardarlo, lui distratto guardava altrove.
Mi chiedevo che cosa ci facessi lì con lui, era un bel ragazzo si, ma non sapevo minimamente chi fosse, sapevo fosse intelligente, che giocasse a scacchi e sapevo di Ruth; il resto era tutto ignoto.

"Benny" sembrò quasi che non fossi stata io a parlare, mi venne spontaneo parlargli.
"Si?" era un sì distratto, interrogativo
"Perché hai tenuto i miei articoli?"
"Perché erano degli articoli molto belli"
il tono sarcastico mi fece capire che non fosse quello il reale motivo.
"Solo per questo?"

Il suo viso si fece serio, ed il suo sguardo si abbassò per pochi secondi per poi tornare fisso nei miei occhi.
"Mi hai stupito subito quando ti ho conosciuta" pronunciò con voce seria.
Avevo la nausea dall'agitazione, ma sostenni comunque il suo sguardo
"Seduta a quel piccolo tavolo da sola a leggere il tuo libro, totalmente noncurante del tuo avversario uscito furioso dalla sala. Sembravi imperturbabile, sola in una stanza piena di gente."
Lo sguardo si spense lasciando spazio ad un vuoto.
"Ti dico la verità, in quel momento ti invidiavo"
"Mi invidiavi?" chiesi stupita, accogliendo il cenno di assenso che mi rifilò con la testa.
"Tu? Benny Watts, il famoso Benny Watts, mi invidiavi?" 
Non riuscivo a credere a ciò che stesse dicendo.

"Sì..ti invidiavo perché io non ero mai solo, o perlomeno ero sempre circondato da persone che non mi interessavano"
"Perché mi hai raggiunta allora?"
"Perché tu mi interessavi" 


Ebbi una fitta al cuore ma continuai a fingermi disinvolta
"Ti ricordi quel discorso sull'intelligenza che ti feci?"
Annuii senza la forza di parlare.
"E' un discorso che faccio sempre. Una specie di giochetto, come una difesa siciliana della comunicazione.
Lo faccio per capire con che tipo di persona mi trovo a parlare" assunse un'espressione consapevole, quasi divertita e continuò "Beh, mai nessuno mi aveva risposto come te. Sei stata sincera, schietta, non volevi impressionarmi o darmi ragione. Ed è ciò che hai fatto anche prima durante l'intervista, questo è ciò che mi ha colpito. Per questo non ti ho dimenticata e per questo ho tenuto i tuoi articoli"

Rimasi in silenzio senza proferire parola, mi sentivo a disagio ma al contempo un brivido di felicità mi percorreva tutto il corpo.
Non avrei mai immaginato di poter dare un'impressione simile.
Gli sorrisi sincera e lui sorrise a sua volta.

"Tu invece che hai fatto in questi anni?" Gli chiesi cercando di conoscerlo meglio.
Mi raccontò dei tornei che aveva fatto e delle città che aveva visto.
La sua vita girava attorno agli scacchi, tutto il resto era solo un contesto.

Mi resi conto poco dopo che si fosse fatto tardi.
"Ora devo proprio andare" dissi dispiaciuta, per poi alzarmi dal divano, senza successo.
La mano di Benny prese la mia e con un  "Aspetta" mi fermò.

Si avvicinò lentamente a me, lo avevo ad un respiro di distanza.
Sentivo le gambe deboli e lo stomaco sottosopra.

"Sei felice di avermi rivisto?" Era così vicino da sfiorarmi le labbra con le sue.
"Certo che lo sono"
"Si" il suo sguardo fisso sulla mia bocca. Mi baciò con delicatezza, un bacio veloce "anche io" continuò per poi approfondire il bacio.

Per quanto volessi assecondarlo però, la mia prima reazione fu di allontanarlo "e Ruth?" chiesi.
Spostò il suo sguardo sulle mie labbra e poi mi guardò negli occhi.
Poggiò la sua mano sulla mia guancia "Mi interessi solo tu ora" pronunciò in un sospiro per poi baciarmi nuovamente.

Una parte di me sapeva fosse tutto troppo avventato e veloce, ma l'altra parte non riusciva a controllarsi.

He's Benny Watts Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora