Quella roccia sedimentaria.

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Sa tutto, quella roccia sedimentaria.
Non puoi mentire davanti a lei, anzi non posso o meglio, non possiamo. Lei ci ha osservate passare li dove un tempo c’era solo grande odio e dove ancora più di tempo addietro stava sbocciando l’autunno, quell' autunno che portò con se il mio amore liquido. Il tuo, quel marmo non l’ha visto? Oh il mio fin troppo. Cadeva li in silenzio quella lacrima, nascosta da tutti. Mi congelava il viso, l’inverno era alle porte e il gelo faceva ancora più tremare il mio respiro e alcune volte anche il mio battito cardiaco.
Tremolio che già sentivo, in realtà, mio quando pochi passi mi separavano dal passato, da te o meglio, da noi. Con il fiato sospeso e le gambe che parevano mosse da muscoli involontari, giravo quel maledetto angolo, quell'odioso e allo stesso tempo nostalgico vicolo che tanto mi spaventava quanto rassicurava.
Lui è il narratore onnisciente, quel gradino. Esso racconta a tutti un qualcosa che ignorano, che non ritengono possa esistere: l’odio e l’amore insieme, mescolati in una sostanza eterogenea. Quei colori così amati dalla società, il nero e il grigio compongono il nostro costume d’arlecchino. Pezzettini di frammentari ricordi appiccicati a noi e anzi sentendomi di correggere, vi dico a me.
Resta comunque il fatto che, non si può mentire a quel marmo. Io c’ho provato, non ne sono uscita illesa. Almeno per un pò sembrava davvero che la mia fontana di trevi o lampada d’Aladino avesse accolto le mie parole e la mia determinazione, ma poco dopo scoprì l’inganno, il segreto velato.
Ed eccoci sorpassare a poca distanza il nostro amico. Nel mio iperuranio, luogo in cui si vanno ad accumulare tutte le mie ideologie e castelli di sabbia o anche e spesso realtà oggettive alla mia filosofia o linea di pensieri, nel mio posto oltre il cielo, quel nostro o almeno, mio conoscente mi sorrideva. Era il sorriso di un nonno o di un genitore intenerito dalla ingenuità del piccolo o perché no, anche del grande. Un sorriso tiepido che vidi di sfuggita quando il mio occhio miope si soffermò a fargli un cenno di saluto
Tu, mio oratore sordo-muto, dimmi, da che parte cadrà questa volta la moneta?

Lettere di una egocentrica innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora