Capitolo 4

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Gennaio 2022

Mamma.

La ragazza si morde un labbro e in pochi secondi ha afferrato l'aggeggio elettronico e si è precipitata in camera sua con il telefono che squilla ancora tra le mani.

Prende un respiro profondo e preme il pulsante verde mentre dalla sua bocca esce la parola "pronto?"

Sente il cuore che le esplode nel petto nel frattempo che attende una risposta dall'altro capo, la voce di sua madre suona piatta e senza alcun sentimento.

<Ciao Chiara> è la frase convenzionale che arriva dallo speaker, nel frattempo la ragazza si è sistemata sul letto e muove freneticamente il piede alla ricerca di un modo per scaricare la tensione.

<Ciao> risponde velocemente, non se la sente di chiamarla "mamma", non in questo momento.

Dentro di sè ha sensazioni contrastanti, vorrebbe solo chiuderle la chiamata in faccia senza dirle assolutamente nulla ma desidera ardentemente urlarle addosso come mai non l'abbia chiamata prima.

<La tua coinquilina mi ha detto che non sei a casa per un paio di giorni> esprime la donna, mentre Chiara corruga la fronte e nella sua mente realizza che sua madre ha chiamato. Per la prima volta dopo anni.

<Hai chiamato Dasha?> chiede Chiara mantenendo un tono distaccato e freddo.

Sono anni che non parlano, se non per gli auguri di Natale fatti in fretta e furia. Perché ha dovuto farlo proprio ora?

<Ho chiamato a Milano e mi ha risposto la tua amica cecoslovacca> risponde la madre, Chiara sente il fastidio prendere possesso di sè e con i denti stretti la corregge:<Dasha è russa, non le piace venire confusa>

<Sono sempre dell'est Europa e inoltre sono molto simili> dice lei di fretta, l'italiana chiude gli occhi e sospira; Chiara sa che non sono per nulla simili ed è questo che non sopporta in sua madre.

La superficialità e come dia sempre per scontato qualsiasi cosa a questo mondo.

<No, non sono la stessa cosa> dice mentre si pizzica lo spazio che c'è tra i due occhi, sente la madre sospirare dall'altra parte della cornetta e bisbigliare:<Non ti ho chiamata per litigare>

<E allora cosa ti spinge a farlo dopo anni?> domanda l'italiana, si è alzata in piedi e si è messa davanti alla finestra  della camera, piove e nonostante in casa ci sia il riscaldamento acceso, la giornalista sente che le dita sono fredde sulle punte.

<Volevo dirti di stare attenta, di non fidarti troppo di questa Ayla. Sai come sono fatte le persone come lei> esordisce la madre, a quelle parole il cuore di Chiara inizia a battere più velocemente.

Come può essersi permessa di definire Ayla una poco di buono o peggio, una menefreghista?

<Persone come lei? Non la conosci nemmeno! È la persona migliore che ci sia su questa terra e sta passando un momento difficile! Ci conosciamo da anni e sai che c'è? Forse è stata più presente di te! Non azzardarti mai più a dire che non devo fidarmi di lei, perché su Ayla posso sempre contare, a differenza tua> esprime arrabbiata Chiara, la mora scosta il cellulare dall'orecchio e preme il pulsante rosso sullo schermo.

Posa il cellulare sul mobiletto accanto a lei e rimane con lo sguardo fisso davanti a sé per un po'; il suo respiro è accelerato, il cuore le batte all'impazzata e sente la testa che le pesa come un macigno.

Si siede sul letto mentre cerca di tornare a regolarizzare il respiro, una lacrima scende lentamente da un occhio, ne seguono altre mentre la ragazza lascia andare la tensione di una chiamata durata pochi minuti ma comunque intensa.

ENVY||Callum IlottDove le storie prendono vita. Scoprilo ora