Capitolo 34

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Help Would Always Be Give To Those Who Deserve It


Tutto era confuso.

La testa le stava scoppiando e uno strano ronzio filtrava tramite la pesante coltre che annebbiava la sua mente. Sentiva il corpo pesante e una forte nausea le scombussolava lo stomaco. Intorno a lei l'odore insistente di sangue, polvere e qualcos'altro. Si trattava di un profumo a lei conosciuto ma la testa le doleva talmente tanto che non riusciva proprio a riconoscerlo. Le pizzicava le narici ma allo stesso tempo le faceva desiderare che fosse più forte e più vicino a lei.

Tutto era confuso.

Non riusciva a muoversi. Qualcosa la teneva schiacciata al terreno mentre un calore sempre più intenso le riscaldava la pelle dell'addome. Aveva le palpebre pesanti e, per quanto desiderasse aprire gli occhi e guardarsi intorno, non ci riusciva. Sentiva il cuore batterle a ritmo cadenzato nel petto, mentre un altro suono simile a quello prodotto da un tamburo, risuonava agitato a poca distanza da lei.

Ancora quel ronzio. Tentò di concentrarsi su di esso, di fare chiarezza su quell'insistente bisbigliare che le circondava la testa. Le stava per scoppiare. Non riusciva a pensare, a ricordare. Voci intorno a lei urlavano e si lamentavano mentre quel biascicare di parole diventava sempre più chiaro, e allo stesso tempo più debole e in qualche modo sofferto.

"Meus vita pro vestri... Meus vita pro vestri..." recitava una voce bassa, scandendo quasi a fatica le sillabe di ogni parola. "Meus vita... pro vestri. Meus... vita... pro vestri."

Questa voce... questa voce...

La conosceva. Sapeva di conoscerla perché qualcosa dentro di lei si muoveva mentre la udiva, come se fosse importante per lei. Cercò di concentrarsi su quelle parole che non conosceva e su quella voce che le faceva battere il cuore più velocemente. Si trattava di una formula in latino, qualche incantesimo sicuramente, ma non l'aveva certamente mai studiata ad Hogwarts.

Hogwarts... Hogwarts!

Una serie di ricordi le passarono improvvisamente davanti agli occhi facendola sussultare. Il suo corpo intero rabbrividì quando le immagini di ciò che era successo le piombarono addosso tutte insieme. Ricordava il momento esatto in cui si era voltata per parlare con Ron e aveva notato Nagini avvicinarsi silenziosamente a loro, gli occhi freddi e la lingua biforcuta pronta ad assaporare il loro sangue. Aveva scagliato un incantesimo senza nemmeno pensarci, ma il serpente si era spostato velocemente prima che potesse esser colpito. Immediatamente dopo si era avventato su di lei, e aveva gridato nel momento in cui i suoi denti veleniferi avevano affondato pungenti nella pelle del suo collo.

Da quel momento in poi aveva provato solamente agonia. La vista le si era fatta annebbiata, ed era caduta a terra mentre il sangue usciva fuori a zampilli e il suo corpo si faceva sempre più debole. Harry e Ron avevano messo fuori gioco Nagini e si erano accovacciati accanto a lei, entrambi in preda alla disperazione. Poi era arrivato Severus... Severus...

"Meus... vita – pro – vestri" continuava a recitare la voce, sempre più tesa dallo sforzo e continuamente rotta dagli spasmi di dolore. "Meus – vita... pro... vestri..."

Il senso di oppressione e debolezza che aveva provato sino a quel momento iniziò a diminuire, ma la consapevolezza che quella voce appartenesse infatti proprio a Severus stesso le fece spalancare gli occhi. Ciò che vide fu ciò che rimaneva delle Scale di Hogwarts, distrutte irreparabilmente dalla battaglia, e nel perimetro della sua visuale una coltre scura. Il mago si trovava ancora accanto a lei e il battito impazzito accanto a quello del proprio cuore non era altro che il suo. Solamente, esso non stava picchiando più contro la sua cassa toracica, bensì non era altro che un flebile rintocco. Il suo respiro era pesante, affannato, come se gli mancasse la capacità di riempire i propri polmoni, e dei gemiti di dolore soffiavano attraverso le sue sottili labbra. Era il suo peso che la schiacciava al terreno ed era la sua mano, ormai fredda, che sfiorava il suo addome. Le parole di quell'incantesimo che sino a quel momento avevano sfiorato le sue orecchie, erano solo un leggero muoversi d'aria.

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