Capitolo 36

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Hun


Il profumo dei suoi biscotti alla mela appena sfornati permeava tutta la stanza. Era intenso, eppure allo stesso tempo dolce, e le pizzicava insistentemente le narici e le papille gustative. Il segreto, tramandatole da sua madre quando ancora era una bambina, stava nella cannella. Un pizzico di essa e una mescolata forte e decisa e il gioco era fatto. Adorava quei biscotti, croccanti fuori e morbidi dentro, ma negli ultimi anni solo raramente si era ritrovata a prepararli. Da quando la scoperta dell'esistenza di un mondo magico parallelo, così come la presa di coscienza riguardo alla 'diversità' di Hermione, aveva sconvolto le loro vite, tutto era cambiato.

Quando Hermione era piccola, la Signora Granger era solita preparare i suoi biscotti nei periodi di festa, ma anche semplicemente quando sua figlia li desiderava. Non presentavano grandi quantità di zucchero, sostanza che da buon dentista cercava sempre di evitare, e per questo in casa sua non erano mai mancati. Questo almeno fino a quando Hermione non aveva iniziato il suo percorso scolastico ad Hogwarts. Sia lei che suo marito l'avevano sempre supportata in ogni sua scelta, anche quando queste l'avevano progressivamente allontanata sempre di più da loro.

Nonostante ciò, l'amore e il senso di protezione per quella figlia cresciuta troppo in fretta non era mai diminuito. Nel suo cuore e in ogni suo pensiero in qualsiasi momento quando lei durante il periodo scolastico si trovava a Hogwarts e loro nella casa che con tanti sacrifici si erano costruiti, e ancor di più quando lei coscientemente tante volte aveva scelto di trascorrere il Natale insieme agli amici invece che con la propria famiglia. Il dolore di fronte a quella forma di negazione e abbandono aveva creato crepe profonde, ma l'amore non era mai e poi mai diminuito.

Hermione era la loro unica figlia, ciò che avevano desiderato più di qualsiasi altra cosa nella loro vita, e finalmente dopo tanti sacrifici sentiva di averla nuovamente vicina a sé. La guerra era finita e con sé si era portata via vite innocenti, affetti e sofferenze. La loro piccola, che piccola ormai non era più, era però tornata a casa. Vi era una persona che, nonostante tutto, meritava tutto il suo rispetto e la gratitudine per questo. Lui, Severus Piton, aveva mantenuto la promessa data e l'aveva protetta.

Doveva ammettere di averlo odiato per lungo tempo dopo aver scoperto ciò che aveva dovuto fare per tenere Hermione al sicuro, ma ormai pure quella rabbia era passata. Non era stato facile accettare di aver messo la propria figlia nelle mani di un uomo capace di arrivare ad usare la violenza pur di raggiungere il proprio scopo. Era passato però quasi un anno dal giorno in cui Hermione, crollando in una pozzanghera di ormai insopportabile dolore e lacrime, le aveva piano piano raccontato come fosse arrivata ad innamorarsi del suo duro e inavvicinabile Professore di Pozioni. Non che non lo avesse capito tempo addietro, d'altronde il suo istinto da madre non sbagliava mai, ma certamente non avrebbe mai potuto immaginare tutto ciò che i due avevano passato in quei mesi.

Così, con tutta la cura e il tatto di cui era capace, aveva ascoltato sua figlia vomitare parole e lacrime lungo tutto il pomeriggio, e poi la notte e i giorni successivi. L'aveva ascoltata raccontare di un dolore che lacera la pelle e il cuore, di infidi uomini incappucciati, e di un uomo che contro tutti i pronostici era riuscito senza volerlo a scavare un tunnel così profondo attraverso le sue emozioni da raggiungere persino la sua anima. Hermione si era innamorata di Severus e, Eveline era sicura di non sbagliarsi, persino l'uomo provava dei forti sentimenti per sua figlia.

Ricordava perfettamente quel pomeriggio assolato di mesi prima quando, insieme a suo marito, aveva finalmente potuto rivedere – seppur tramite uno specchio, – Hermione. La gioia che aveva provato in quel momento sapendo che fosse viva e stesse bene era qualcosa che ancora aveva difficoltà a descrivere. Parlando, la convinzione che fosse nato qualcosa tra lei e Severus si era fatta strada prepotente nella sua mente e la successiva conversazione con l'uomo non aveva fatto altro che cementare la sua idea. Non importa quanto egli avesse provato a negare o ad evadere le sue insistenti accuse, le sue ultime parole non lasciavano alcun dubbio.

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