I protagonisti

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E così mi ritrovo faccia a faccia con i miei "migliori" amici. Non li definirei certamente così se ne avessi altri. Italia è molto cresciuto rispetto allo scorso anno e ora è alto quanto me. Giappone per fortuna possiede i "geni asiatici" e nonostante sia cresciuto è comunque più basso di me di molto. Ora che li osservo meglio riesco pure a capire cosa indossano. Italia apparentemente è il mio contrario e sente freddo solo dalle gambe in giù. Porta i pantaloni lunghi della divisa invernale, la camicia di flanella totalmente sbottonata di quella estiva e delle scarpe eleganti prese da casa. Molto meglio di quelle bucate che ci dà la scuola. I suoi occhi color smeraldo sono anche più accesi di prima. Giappone invece ha deciso di non mettere proprio niente della divisa scolastica, optando per un completo elegante grigio con tanto di giacca. Il suo zaino non è scucito come il mio o rattoppato come quello di Italia ma nuovo e di vera pelle. Gli occhiali a fondo di bottiglia sono stati sostituiti da lenti a contatto nuove di zecca che valorizzano gli occhi color ruggine. Accanto a lui mi sento un po' un morto di fame. Almeno con Italia condivido lo zaino e i calzini rattoppati, con lui invece non ci azzecco niente. Mi chiedo perché non mi sono messo almeno un capo di abbigliamento preso da casa. Ora tutti si dovranno soffrire le mie ginocchia ossute.

Il professore ci accorda il permesso di uscire nel cortile adiacente. I fantasmi non mi vanno molto molto a genio, soprattutto il fatto che possono fare più o meno quello che gli pare. Per Dio, siete morti, godetevi i canti angelici del Paradiso o le grigliate all'Inferno. Ma non rubate il lavoro ai vivi! Poi con le loro sagome indistinte e le facce vaporose mettono un po' di impressione. Appena ci dice che ci possiamo sbarazzare di lui mi fiondo fuori seguito da Italia e Giappone. 

In corridoio ci imbattiamo in Russia e i suoi comari. Parlano in un russo fitto e non ci capisco una mazza. Come sempre litigano. Hanno un abbigliamento peculiare, se davvero posso usare questa parola per descriverli. Russia indossa una canotta larga a strisce bianche e azzurre, dei pantaloncini da mare con le palme sopra e dei sandali. Pare più pallido dell'anno scorso e i capelli e gli occhi bianchi non lo aiutano nella sua lotta per non sembrare albino. Bielorussia indossa una tuta completa dell'Adidas tre taglie più grandi di lei. Almeno lei non pare un cadavere, si è tinta i capelli di rosso e devo dire che le donano. Ucraina è la meno peggio: indossa la divisa invernale della scuola, anche questa troppo grande per lei, ed è costretta a risvoltinare i pantaloni finché non arrivano alle caviglie. Praticamente nuota nelle scarpe. Lei è pallida ma i suoi capelli almeno sono biondi e non totalmente bianchi. 

Sento Russia che bestemmia a pieni polmoni. L'aria fresca di oggi non gli fa tanto bene. Quando finalmente ci nota anche lui, quel razza di lampione mezzo cieco, decide di passare a un italiano maccheronico fatto di sputi, che manco mio padre mentre mi urla in tedesco di sistemarmi la camera. Dice che non sopporta più il fatto che le sorelle gli rubino i vestiti, o almeno questo è ciò che riesco a ricavare dai suoi balbettii incoerenti. "Sai che non possiamo andare a scuola senza vestiti" Ucraina gli risponde con severità, è migliorata molto in italiano rispetto al fratello "Le uniche cose dentro casa sono queste qua". E continuano agguerriti con Bielorussia che li guarda. Ascoltando capisco che gli unici vestiti che hanno sono quelli là. Che brutto vivere in povertà. Mi dispiace esserci caduto pure io. Se mio padre avesse vinto quella maledettissima guerra non sarei qui ora a sguazzare nel fango, almeno non ho più Est a carico. 

Facciamo per levarceli di torno ma Bielorussia ci segue per togliersi da quel trambusto. Arriviamo dopo mille vicissitudini in cortile. Inquadro brevemente gli altri presenti. Australia è seduto su una vecchia impalcatura di ferro arrugginito che racconta la sua lotta contro un Boa Constrictor, spero si prenda il tetano. Non puoi sopravvivere a tutte quelle cose e poi aspettarti che il destino ti lasci in pace. No signore. Il karma gira e prima o poi lui finirà in ospedale in nome dei diritti verso tutti coloro che si fanno male anche da fermi. Come sempre è vestito alla Crocodile Dundee, con un cappello in pelle di alligatore con sopra attaccati dei denti dello stesso animale e un gilet sbottonato dello stesso materiale. Non indossa alcuna maglietta sotto e non ne comprendo il perché, non ha una tartaruga da mostrare in giro ma solo delle costole leggermente sporgenti. I pantaloni sono anche loro in coccodrillo e non dubito che il materiale sia autentico, conoscendo suo padre. 

Noto che un po' in disparte dagli altri Francia si riposa contro un muro. Ogni occasione è buona per schiacciare un pisolino di bellezza, come lo chiama lui. Indossa un maglione bianco di lana fatto a mano e jeans skinny neri, ai piedi delle vans nere e bianche. I capelli mossi gli coprono la faccia, quindi non capisco se ha mollato il suo hobby di truccarsi o no e sinceramente non mi va di disturbarlo solo per questo. 

Ci sediamo in uno spazio vuoto lontano da Australia e il suo pubblico. Solo sentendo Bielorussia espirare sonoramente so che sta per arrivare la spiegazione del litigio dei fratelli. Vediamo se ho azzeccato con la mia deduzione.    

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