Furia

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Alessia era la tipica ragazza perfettina.  Di quelle che hanno i soldi e lo fanno notare. Di quelle che con lo sguardo ti squadrano dalla testa ai piedi.

Era alta, mora con quelle onde effetto naturale che solo la parrucchiera avrebbe potuto farmeli. Aveva un filo di trucco ma quel che bastava per renderla incantevole.  Portava dei tacchi altissimi e aveva un fisico che di certo non passava inosservata.  E ora che la guardavo meglio somigliava molto a Lorenzo.

Di certo con questo non voglio dire che io sia una cessa. Sono una ragazza normale. Di media altezza e le curve al punto giusto. Una cosa che mi dicono in tanti é che sembro più piccola dell'età che ho. Infatti ho 23 anni e un volta quando lavoravo come commessa in un negozio di abbigliamento una signora mi chiese apertamente se assumevano ragazze minorenni.  L'unica cosa che riuscii a fare era farle no con l'indice perché ero piegata in due dal ridere. Ma insomma! Addirittura?

- Beatrice. Piacere.

-  Vedo che sei andata a fare shopping con Lorenzo.  Bravo fratello! E a me mai niente vero?

Si mise il broncio e cercò di fare qualcosa guardandolo con la coda dell'occhio.

-  No. Mai niente - intervenne il nonno - perché non confessi cosa ti ha regalato per il tuo compleanno ,per esempio?

- Un viaggetto a Dubai. E che sará mai?- disse come se quello fosse una cosa da niente. 

Dubai??? Cazzo. É questo lo chiami viaggetto?

- Sì é un viaggetto. Due settimane é un viaggetto, vero sorella??

Per lei era tutto normale. Come se fosse scontato che un fratello debba regalare un viaggio di due settimane in un posto meraviglioso e costoso come Dubai.

- Ho gentilmente accompagnato la signorina Beatrice a cambiarsi visto che questa mattina le ho versato involontariamente del caffè,sporcandola. 

Ehi. Finalmente lo ha ammesso il piccioncino.

- Potevo venire anche io allora. Quando si tratta di shopping io ci sono sempre

"Disse la ragazza antipatica e troppo sicura di sé."

Vidi il nonno scaldarsi un pó e decisi di intervenire.

- Bhe Alessia.  Sai cosa ha regalato mio fratello per il mio compleanno?

- Dimmi dimmi!

Non riusciva a trattenere la curiosità.

-  Una macchina fotografica - ci rimase male e Lorenzo e il Sign Stefano si misero a ridere. Chissà lei cosa si aspettava. Così finimmo per ridere tutti di buon gusto - vi dico solo che non l'ho nemmeno usata. Quindi Alessia non lamentarti di quel regalo perché io ora come ora posso solo vedere le fotografie di paesaggi che sono installate in quella macchina. 

Ridevano sempre di più.  E mi resi conto che stavo bene. Loro erano graziosi, un po meno Alessia devo dire.  Certo li avevo appena conosciuti. Ma sentivo che la mia vita finalmente stava prendendo una svolta.

- Dai ragazzi mettiamoci a lavoro.

E così iniziai davvero a lavorare. Mi studiai i vari settori. Come erano divisi. Mi sistemai alcuni libri. Andai a conoscere il magazzino e per un pó mi affiancai a Monica che mi spiegó il PC.  Potevo controllare quanti libri avevamo di quel determinato romanzo ad esempio o di ordinare ciò di cui non eravamo più forniti. La giornata trascorreva veloce e non vedevo in giro Lorenzo.  Chissà.  Forse era in ufficio!

Pranzai con Monica che scoprii essere una ragazza molto simpatica e socievole. E dopo si uní a noi Angelo. Un uomo sui trent'anni, brizzolato e con un buon senso dell'umorismo.

- Ehi Beatrice. Come sta andando?  Mi chiese sorridendo.

-  Mha bene. Come primo giorno non C'é male. Il tempo di abituarmi. 

- Certo. Il tempo che ci fai l'abitudine. Prendi il nostro ritmo e poi ti verrà tutto naturale. Stai tranquilla qualsiasi cosa puoi chiedere a noi.  Un ti criari problemi.  - Ti ringrazio. Gentilissimo. 

- Comunicazione interna.  Beatrice é attesa al secondo piano. Grazie.   Ripeto. Beatrice é attesa al secondo piano. Grazie.

Aspettate. Stanno chiamando me. É la voce di Alessia.  Attendono me al secondo piano?

Iniziai a salire le scale a due a due curiosa di sapere il motivo e arrivai con il fiato corto e il cuore che pulsava fortissimo. Trovai Lorenzo al bar che mi indicava una coppietta. Lei aveva la gamba sopra lui. Lui faceva sali e scendi toccandole la coscia. Insomma togliamo il disturbo?  Che dite?

- Cosa ti avevo detto? - Mi chiese alzando un sopracciglio e il gomito appoggiato al bancone indicandomeli senza posare il bicchiere . Anche qui aveva un fascino indescrivibile e il sorrisino sulle labbra, quasi come se fosse divertito. 

Ma che cosa sei? Da quale pianeta vieni? E vogliamo parlare di questa camicia che ti ricade perfettamente e che si intravede il tuo fisico da palestra?

Ma come mai sei single?

Bea. Concentrati. Non guardare lui. Distogli il tuo sguardo. Guarda la coppietta. Bene! Ottimo!Adesso parlo da sola e mi rispondo da sola. Coscienza. Ritorniamo a loro.

- Ma dove si sentono? Alla villa Giulia? Io alla loro età giocavo ancora a casa.  Vabbè erano altri tempi lo so ma così é troppo.

- É quello che dico pure io. Solo che non li posso cacciare. Capisci?

Si certo che capisco mister bellezza. Aspetta un pó. Fammi pensare. Cosa faresti in questi casi Bea?? Pensa Bea.  Pensa.

Cosa piace ai giovani? ??

Cercai di immaginare con la mente degli adolescenti...mm. .. cellulari...Facebook. ..WhatsApp. .. trovato.

-  Scusi. Posso chiederle..

- Beatrice chiamami Lorenzo.  E dammi del tu per favore.

Con piacere mister.

- Secondo me dovresti creare qualcosa per cercare di distrarli, per spostare l'attenzione a qualcosa di più interessante. Per farlo secondo me devi usare la loro testa. Ci vorrebbe creare una zona computer dove la gente può collegarsi, pagando ovviamente ad ore. Quindi creare una rete wi-fi accessibile al PC cn una password.

- Ehi Furia calma calma. Prendi un bel respiro. Hai detto tutto di un fiato.

Furia, ok era il mio cognome ma detto da lui sembrava un nomignolo bellissimo. Ripetilo altre volte per favore. Ancora. 

-  Mi sembra giusto. É una bella idea. Anzi la esporró subito a mio nonno. Sono curioso di sapere che ne pensa. Grazie Beatrice.

-  Bea va benissimo.

- Ok Bea. Bea - ripeté il mio nome guardando verso l alto quasi a studiarlo - Mi piace.

E scese subito lasciandomi ad ammirare le sue spalle e quel modo pazzesco di ancheggiare quel suo sedere.

Oh cielo! Ma che dico?  Continuando così mi prenderò una bella cotta. Lascia stare. Non voglio. Questo é un posto di lavoro. Per giunta il mio primo giorno e già guardo il sedere del mio capo. E poi dove é finito quell'uomo presuntuoso che questa mattina mi ha accusato davanti al nonno.

Così passai l'intero pomeriggio in magazzino insieme ad Angelo a spuntare libri e a posizionarli in ordine alfabetico e ci ritrovammo di sera a chiusura distrutti. 

A chiudere tutto fu Monica perché la famiglia Mondo era gia andata via sul tardo pomeriggio.

Non mi aveva salutato. E la cosa mi rattristava molto. Ma di sicuro non avrei lasciato che l'umore mi avesse condizionato la serata.  Mi aspettava mia madre e poi al pub con Antonio.

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