Prologo

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Non lo so quando è successo con esattezza, quando ho iniziato a vederti diversamente, ma so quando mi sono convinto di ciò che provavo per te.

Ma partiamo dall'inizio: ho conosciuto Chan-hyung qualche settimana dopo il mio ingresso nella Jyp. Gli scout mi avevano fermato per strada chiedendomi di entrare nella loro agenzia. Ero con mia madre a fare shopping nel centro commerciale e la loro richiesta mi era sembrata assurda.
Ammetto non fosse la prima volta che qualcuno me lo chiedesse, ma era successo tempo fa, quando ero più piccolo: ora erano almeno un paio di anni che nessuno mi notava.
Forse era stata una mia scelta, quella di passare inosservato.
Avevo perso molti amici perché la ragazza che gli piaceva si era dichiarata al sottoscritto e, sebbene io non fossi nemmeno interessato, loro avevano iniziato ad odiarmi.

Si beh... Non mi ero mai innamorato, ma ero quasi convinto di non provare un reale interesse per le ragazze, ma questo argomento lo terrei per me... Almeno per ora.

Tornando alla mia decisione, mettetevi nei miei panni: avevo 16 anni e mia madre mi consigliò di provare ad unirmi all'agenzia, dopotutto era una delle Big 4 coreane per il kpop.
Ero andato al centro commerciale per fare spesa di abiti invernali, era la fine di novembre, ed ero tornato a casa con nuove prospettive per il mio futuro.
Non ero interessato a fare l'artista, non ero convinto di saper cantare, di saper ballare e tantomeno di essere capace ad intrattenere un pubblico sul palco, ma forse avrei potuto fare il modello.
Ed è per questa ragione che avevo accettato quella proposta, chi lo avrebbe mai immaginato che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Dopo solo una settimana trascorsa tra le nuove reclute dell'agenzia già avevo sentito parlare di lui da più di una decina di ragazzi.
Chiunque alla Jyp sapeva chi fossero Chan e i 3RACHA, tutti parlavano del loro imminente primo mixtape autoprodotto che sarebbe stato pubblicato sul loro canale di YouTube. Al tempo altri colleghi mi avevano spiegato chi fossero i 3RACHA: tre ragazzi trainee dell'agenzia, più o meno della mia età, a cui piaceva creare la propria musica e che si erano uniti in questo gruppo per produrre autonomamente le loro canzoni.
Ve lo dico senza giri di parole: li odiavo tantissimo, non li avevo mai visti, mai incontrati, ma non riuscivo a capire tutta questa loro voglia di impegnarsi al massimo per fare gli idol.

Alla fine anche se piacete al pubblico sarete comunque tre marionette nelle mani del boss della Jyp, perché tutta questa voglia di dimostrare qualcosa?

Non riuscivo a capirne il senso.

Soprattutto il loro leader, Chan, quando ero venuto a sapere della sua storia e dei sette anni di training, non capivo perché continuare ad aspettare per voler fare l'idol ad ogni costo.

Gli avevano proposto di fare l'attore, perché non prendere un'altra strada!?

Si, all'inizio avevo pensato che questo fantomatico Chan, che non avevo mai visto prima, era un creduto fissato per la musica. Mi allenavo con le matricole e non mi era permesso andare dai trainee più grandi, o comunque non che la cosa mi interessasse molto, per questo motivo non sapevo realmente che faccia avesse questo tipo.

La verità è che cercavo un pretesto per odiare chiunque.
Mi ero lasciato convincere da mia madre di provare questa nuova esperienza, ma non avevo una vera e propria vocazione per questo genere di cose.

Piccolo scoop, probabilmente vi sorprenderà ma lo ammetto: odiavo soprattutto le lezioni di danza. Da non credere, vero? Considerando il fatto che adesso sono parte della Dance Racha e che probabilmente ballare è la parte dell'essere un idol che più mi appassiona, ma è presto per parlare anche di questo.

Però più passavano i giorni, le settimane e i mesi, più un'altra cosa mi stava dando ancora più fastidio del fatto che non volessi realmente fare l'idol.
I miei compagni di corso, altre matricole come me, non facevano altro che lanciarmi frecciatine sul fatto che non mi servisse impegnarmi seriamente perché grazie al mio viso mi avrebbero scelto in ogni caso per fare parte di qualche gruppo. Quelle loro parole, in un certo senso mi avevano ferito e senza che me ne accorgessi avevo iniziato ad impegnarmi, soprattutto nel ballo che tanto odiavo per dimostrare loro che dopotutto non ero solo "un bel faccino".

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