Quattro Luglio

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È mattino presto, l’aria è ancora frizzantina della frescura notturna, prima che il sole si alzi

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È mattino presto, l’aria è ancora frizzantina della frescura notturna, prima che il sole si alzi.
Qualche volta, da quando è a casa, gli piace sonnecchiare un po’ di più. Tuttavia, in linea di massima, le palpebre gli si sollevano ai primi albori.

La tempra della vita militare ha abituato il tenente colonnello Dameron a ritmi rigidi ma ciò ha portato con sé il privilegio di potersi fermare ad ammirare orizzonti di albe vergini dalle mille sfumature rosazzurre; nel mezzo di un deserto, sulle rive del Mar Morto o da qualche sperduto villaggio polveroso, nel cuore del Medio Oriente.

È attivissimo, già di primo mattino: controlla che in garage non manchi il carbone, in quantità industriali, per dar fuoco alle braci. Anche il frigo in cantina scoppia di carne e di birra bionda, che scorrerà a fiumi, tanto nessuno dei presenti dovrà guidare. Dopo l’abituale barbecue del quattro di luglio, a casa Dameron, gli ospiti che lo desiderano, di solito si fermano a dormire in qualche punto della grande dimora, giardino compreso.

Distende la colonna vertebrale, inarcandola.
Una mano su un fianco, l’altra a riparare gli occhi dal sole che è già troppo alto e gli riduce le palpebre a due fessure.
Rotea le vertebre cervicali, massaggiandole.
I quasi quarant’anni si fanno sentire, pensa.
Talvolta se ne dà ottanta per quante ne ha passate.

Le dita affusolate gli fanno ombra sulla fronte mentre volge lo sguardo verso casa Martinelli: nei pomeriggi prima, vi è stato gran fermento per l’apposizione dei sigilli, gli ha detto Rose.
Lui era al Waterfront Blues Fest con la band, con Jen e Finn.
Un evento epico che non ha lasciato a Poe il tempo di assimilare quell’informazione.
Se l’è lasciata scivolare addosso in modo indifferente.
Avrebbe potuto chiedere se fosse arrivato qualcuno dei proprietari.
Sa che la procedura lo richiede formalmente. Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto.

Oggi non s’ode mosca volare, nei pressi dell’abitazione.
Del resto è il long week end più amato dagli statunitensi. Un pensiero saetta nella mente del pilota e fende le costole in una fitta acuta. Un pensiero che evita di proposito, da tanto. La dura disciplina cui ha sottoposto corpo, mente e spirito gli ha insegnato come rimuovere gli ostacoli che deconcentrano dall’obiettivo.
Una freddezza che non gli appartiene, cui è stato forgiato allo scopo di un fine superiore: sopravvivere. Sì, quando il dolore si fa insopportabile. Sopravvivere.
Ecco come ha imparato a farlo. Si impone di non pensarci. Sì, lui, semplicemente, non ci pensa. Mai.
Da quando è tornato, l’unica cosa importante è stata cominciare a rimette in piedi la sua vita da dove l’ha lasciata. Riprendere in mano le sue passioni: la musica su tutte.

Radici e Nuvole - Le Cose Che Non HoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora