¢αριтσℓσ ιιι

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I giorni passarono. Troia piangeva la morte di Ettore, mentre gli Achei ritornarono al campo greco in silenzio. I Mirmidoni, accompagnati da Achille, ripresero il compianto funebre sul corpo di Patroclo compiendo tre giri rituali intorno al suo feretro con i carri da guerra per rendergli onore.

Nella tenda di Agamennone, Achille presenziò al banchetto funebre, che non appena terminò, decise di andare sulla riva del mare, addormentandosi tra le lacrime. Nel sonno gli apparve l'ombra di Patroclo che lo pregava di seppellirlo al più presto, perché nell'attesa del funerale egli non poteva accedere al regno dei morti; per questo si aggirava senza pace davanti alle porte dell'Ade. Chiese poi che le loro ossa, dopo la morte di Achille, fossero messe nella stessa urna: l'anfora d'oro che Teti aveva donato al figlio.

<<Te lo prometto Patroclo>> rispose in lacrime con la voce spezzata nel tentativo di abbracciare l'ombra, ma purtroppo, scomparve lasciando Achille solo.

All'alba, tutti i Greci si prepararono per il rogo funebre. Achille, con gli occhi gonfi e le guance rosse, si tagliò la chioma sistemandola tra le mani del suo compagno. Sacrificò poi animali e prigionieri troiani, chiudendo il rito funebre. A conclusione dei funerali, si svolsero poi dei giochi funebri in suo onore, dove il grande guerriero preparò preziosi doni per premiare i vincitori delle gare, sempre in onore del compagno perduto.

ρнιℓтαтσѕ || 𝓹𝓪𝓽𝓻𝓸𝓬𝓱𝓲𝓵𝓵𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora