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Camminare per le strade desolate della periferia di Tokyo era uno dei passatempi preferiti di Kenma, con la sua indole prettamente chiusa e introversa, predilige i momenti in cui può distaccarsi dalla realtà e non pensare a nulla ascoltando solo la musica che il telefono riproduce dalla playlist

Come al solito, ritornando da scuola, prende il treno che lo riporta a una delle stazioni della periferia di quella grande città

Non c'è molto posto, visto che è una delle ore di punta e molta gente prende i mezzi pubblici per tornare  casa o arrivare a lavoro in orario, saltando le file interminabili di traffico per le autostrade

Si sistema contro una delle pareti del treno, vicino alle porte automatiche, così da poter osservare il paesaggio che gli si para davanti, mentre il treno pian piano prende velocità

Il rumore delle ruote contro le rotaie, la vista monotona dei palazzi che sovrastano il cielo e la musica lo rilassano sempre, a volte a tal punto che quasi si scorda che deve scendere, anche se non gli dispiacerebbe poi tanto

A casa sua, c'è sempre guerra: il padre Itoshi Kenma, non è praticamente mai a casa, passa solo per pranzo e arriva la sera verso le 7:30 le 8

La madre invece è più presente, anche se a volte preferirebbe non ci fosse visto che trova sempre una scusa per dirgli qualcosa o per lamentarsi: Stai sempre in camera tua, esci e prendi un po'  d'aria" "c'è sempre casino in 'sta cacchio di casa e se non passo io, nessuno che nemmeno prova a pensarci di mettere a posto" e via dicendo

Per non parlare del fratellino, sempre a rompergli le scatole e dargli fastidio 

ci sono momenti in cui gli piacerebbe scappare da quel posto e andare dove lo portavano le gambe mosse dalla musica e il voler correre via da quel posto

Arrivato alla stazione, scende dal treno e mischiato tra la folla, sguiscia tra la calca di gente e percorre la solita strada fino alla sua abitazione

"Cha diavolo c'è mio padre a casa" si lamenta quando intravede in lontananza la macchina del padre 

Tra i suoi genitori vi è sempre qualcosa per cui devono litigare, e principalmente cose quotidiane tra cui come portare i figli a scuola la mattina, come portarli ai club sportivi eccetera

Ma comunque si vogliono bene e ne vogliono anche ai figli

A scuola riesce a distrarsi e a non pensare a tutto quel casino,  almeno può godersi la sua adorata e agognata solitudine dove si trova a suo agio 

Non si trova male con i compagni di classe, solo preferisce passare le ricreazioni e le pause pranzo da solo, anche se ci sono volte in cui i compagni provano ad inserirlo nelle loro conversazioni

Kenma si sforza di interessarsene ma non ci riesce e finisce sempre col perdere il filo giocando con il telefono

-Ben tornato, com'è andata a scuola oggi? Hai preso voti? Hai fatto verifiche o interrogazioni?-

-Ciao, è andato tutto bene e non è successo nulla di nuovo-

Dice mentre si dirige verso la sua camera al piando di sopra per posar la borsa; non si toglie gli auricolari, gli piace quel sottofondo e vuole continuare a goderselo

-Allora, cosa ne pensi di queste superiori? Riesci a trovarti con i compagni?-

-Non sono male e non ho problemi con gli altri ragazzi, e neanche con i  professori-

-Bene ne sono contento- risponde Itoshi mentre si siede a tavola per mangiare

-Kozume, togliti gli auricolari dalle orecchie non so più quante volte devo dirtelo! Quando ti verrà un tumore al cervello non verrò a trovarti spesso, non voglio venire a vederti all'ospedale-

Lui, sospirando senza farsi notar, si toglie con calma le cuffiette, toglie la musica e continua a mangiare

-Comunque ho deciso di iscrivermi al club di pallavolo della scuola, questo è il modulo di pagamento-

Kenma non ama molto muoversi, sono stati i genitori ad obbligarlo a fare un qualche sport, siccome nella sua vecchia scuola vi era un club di vollay, ha deciso di iscriversi e visto che non gli dispiaceva poi tanto ha voluto continuare anche alle superiori

Come squadra quella del liceo Nekoma si dice sia una delle più forti di Tokyo, ma non era per quello che scelse quella come scuola, era un' altro il motivo 

-Spero di trovarti presto così da poterti ringraziare come si deve per quello che hai fatto per me l'anno scorso-

Dice, mentre cammina per il viale che lo avrebbe portato al parco, ora pieno di alberi coperti di fiori di ciliegio e qualche petalo gli ricade delicato sulla testa e le spalle

L'anno passato

Non si accorse neanche, mentre camminava assorto com'era nei suoi pensieri, della trave che veloce ed inesorabile gli stava cadendo a dosso

-Attento!-

Qualcuno che gli gridò di allontanarsi gli fece notare il pericolo che stava incombendo su di lui, ma non riusciva a muovere un passo dalla sua posizione mentre guardava immobile la trave

Fu salvato da qualcuno che lo spinse via di peso

-Bisogna fare attenzione mentre si passa vicino ai cantieri, tutto okay?-

Di quello che allora era diventato il suo salvatore si ricorda solo la voce, i capelli neri come il carbone con una ciocca che gli ricadeva sull'occhio destro e una maglia rossa sulla quale c'era scritto Nekoma

-Si tutto okay, grazie-

-Di niente, cerca di fare attenzione la prossima volta-

-Em.. posso solo sapere, come ti chiami? così da poterti ringraziare adeguatamente-

-Kuroo, Kuroo Tetsurou, ma non serve che mi ringrazi-

Ritorno al presente

Nella sua mente, è rimasto da quel momento impresso il nome di quella persona che avrà avuto un'anno in più di lui

-Kuroo Tetsurou, del liceo Nekoma-

PETALI DI CIGLIEGIO [kuroken] SospesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora