Nel mentre lui si occupava di affari, nella sua casa, precisamente nel suo letto, Sabine continuava a piangere da quando lui era uscito di casa; non aveva dormito tutta la notte anche se quando c'era lui si sentiva meglio, e questa cosa la terrorizzava parecchio; era consapevole che sarebbe rimasta lì per sempre, d'altronde chi l'avrebbe mai cercata.
-Scusi per il disturbo- bussò sempre la stessa donna che si era presentata già una volta, -vuole che le porti qualcosa da mangiare o per passare il tempo?- chiese, -no grazie- rispose la seconda volta facendo poi sbuffare la donna, -Victor poi si arrabbia se non mangia neanche- aggiunse sperando di farle cambiare idea, -non mi interessa- ammise scoppiando ancora poi a piangere; la donna colpita dal suo essere, richiuse la porta, dirigendosi poi la piano inferiore, dove continuò a fare le faccende di casa.
Per il resto della mattinata la situazione rimase questa, finché non tornò il padrone di casa;9 -è su di sopra- lo informò facendolo annuire, -ha fatto qualcosa?- domandò facendole scuotere la testa, -tutto il tempo sdraiata sul letto, a piangere- spiegò abbassando poi il capo, -vai a casa- le ordinò facendola annuire, mentre lui salii le scale dirigendosi verso la sua stanza.
Appena entrò la trovò sul letto, mentre lei cercava di nascondersi sotto le coperte.
Lui la osservò bene, e quasi si trattenne nel baciarla.-Vuoi che facciamo qualcosa?- domandò accovacciandosi accanto a lei, che alzò subito lo sguardo spaventata, -non hai mai smesso di piangere- sussurrò colpito non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi, -vieni- parlò dopo afferandole le mani e facendola alzare, -adesso guardarmi, fissami e studiami- continuò accarezzandole una guancia, -io non ti faccio del male, non ti ammazzerò, non ti stuprerò e qualsiasi cosa avrai pensato non la farò, se no l'avrei già fatta- parlò sicuro osservando la sua reazione, -staremo insieme per molto tempo vero?- domandò lei facendolo annuire, -e perché proprio me?- chiese Sabine facendolo sorridere, -perché sei bellissima- sussurrò sistemandole i capelli dietro l'orecchio, -mangia qualcosa ora, poi ti porto fuori va bene?- aggiunse facendola annuire, così, passandogli davanti, si diresse in bagno. Il suo profumo su di lei era meraviglioso, anche se quei vestiti le stavamo enormi, così chiamò la madre per farsi portare qualche vestito femminile.
Le preparò da mangiare la cosa più veloce che potesse fare e quando suonarono al campanello andò ad aprire, -posso vederla?- domandò la donna porgendogli poi una valigia, -no- rispose lui chiudendo poi la porta e ritornando da lei.
Mentre mangiava portò la valigia nella stanza ma neanche il tempo di scendere che la ritrovò davanti alla porta, -dove mi porterai?- chiese facendolo sorridere, -a fare un giro- rispose semplicemente facendola annuire, -preparati poi scendi- finii lasciandola sola. Sabine si diresse in bagno per lavarsi e poi, in accappatoio, uscii dal bagno per capire cosa indossare. Aprii la valigia trovandola piena di abiti, magliette, pantaloni e qualsiasi cosa poteva servirle, anche gli assorbenti.
I vestiti erano molto eleganti e formali, cosa a cui non era abituata visto che o indossava la divisa del lavoro o dei jeans e una maglia. Con molta fatica decise di indossare l'unico abito che le arrivava poco più sopra del ginocchio, con sopra una giacca di jeans e delle scarpe. Si vergognava a scendere per vederlo, non ne sapeva il motivo, così, aspettando di riprendere coraggio, rimase ancora in camera ma venne precedetta da quest'ultimo, che senza neanche bussare aprii la porta, -fa un pó freddo fuori- la avvisò sorridendo poi appena la guardò bene: era proprio bella.-Mi cambio però qui ci sono cose troppo- iniziò a parlare Sabine, -troppo corte, attillate, leggere- ma lui finì la frase, -sono di mia madre- aggiunse facendola annuire leggermente, -facciamo così- parlò lui cercando qualcosa nella valigia sotto lo sguardo di lei. -Mettiti questi jeans e ti do io una felpa ok?- domandò facendola subito annuire, aveva perfettamente azzeccato il suo stile.
Si cambiò e titubante uscii per la prima volta da quella camera, camminando lentamente lungo il corridoio e arrivando davanti alle scale, che scese fermandosi poi appena lo sentii urlare al telefono, in chissà quale lingua straniera. A dir la verità, non sapeva neanche dove fosse finita e in che paese. -Devo fare una cosa- annunciò lui facendola annuire solamente, anche se un pochino ci rimase male, voleva uscire e distrarsi un pó, anche se con l'uomo che l'aveva comprata; -e se mi accompagni? Poi facciamo tutto quello che vuoi- le propose afferrandole la mano mentre saliva le scale, -va bene- accettò timidamente facendolo sorridere.
Appena uscirono di casa rimase incantata a guardare il giardino pieno di meravigliosi fiori, -andiamo?- sussurrò vicino al suo orecchio facendola annuire subito. Presero la Lamborghini suv e che dire, era anche fin troppo per i suoi standard, -vuoi guidare?- domandò appena la accese, ma lei scosse la testa appoggiandola poi al finestrino. La durata del viaggio fu di un quarto d'ora e appena fermò l'auto le ordinò di non scendere.
Guardò quello che lui ed altri tre ragazzi fecero finché la sua attenzione non fu attratta da un uomo poco più distante, che da un pó la stava fissando. Non ricambiò lo sguardo e aspettò impaziente che lui tornasse ma appena sentii la sua porta aprisi, tirò un urlo quando vide proprio quel signore.
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SAVE ||
General FictionLei è triste e molto sola, lavora costantemente e non ha una vita privata. A peggiorare la sua situazione però sono due uomini, che un giorno le sfondando la porta di casa, e la rapiscono. Ora leggete..